Ormai è un dato di fatto: anche i maschietti si sono piegati al fascino dei musical! Care donne, ce l’avete fatta! Avete ingannato i vostri uomini, tanto che non si sentono più imbarazzati a vedere questi polpettoni in rima a ritmo di un,due,tre,quattro…
Tutù, calzamaglie, sottane svolazzanti, scenografie mobili, coreografie spettacolari e canti – un tempo appannaggio di (aspiranti) ballerine e mummifici esperti – ormai rapiscono anche virili giovanotti e grintose fanciulle grazie ad un mix di magia e romanticismo (ideali per un regalo a Natale, San Valentino o anniversario).
Panta rei, tutto scorre, tutto cambia ed anche i polverosi sipari dei teatri sono stati rimessi a lucido e passi e musiche adattati “al gusto contemporaneo”. I grandi classici del balletto e le intramontabili storie (per lo più) d’amore vengono rivisitati in chiave moderna, supportati da effetti scenici sfavillanti, costumi meticolosamente curati, danze classiche e contemporanee, voci angeliche e chi più ne ha più ne metta. Lo stile barocco trionfa supremo e intanto gli spettatori restano a bocca aperta ammaliati da quella che è “tutta scena”.
Ebbene sì! Un po’ ammettiamolo: è tutta scena. È lo spettacolo nel complesso ad essere fantastico ed ammaliante, inoltre andare a Roma, a Milano o a Verona per vederlo è un must da sfoggiare con esaltante vanteria durante le discussioni con gli amici.
Si è perso il gusto per il virtuosismo tecnico dei ballerini e per la purezza delle linee. Non è più apprezzato l’essere sobri e sofisticati. Ma va bene così. Questo è un tempo storico di eccesso e pertanto è questo che amiamo e ricerchiamo nell’arte e nel teatro. Vogliamo restare sorpresi, vogliamo la fuga dalla realtà, vogliamo lustrini e paillettes, vogliamo 50 persone sul palco in contemporanea che cantano, ballano, appaiono e scompaiono – non per niente il protagonista di uno di questi musical deve essere bello, telegenico, fotogenico, ballerino, cantante, indossatore e Dio solo sa che altro.
Preferiamo la cassata al panettone, insomma (per restare ancora un po’ in tema natalizio).
Che c’è di meglio di un musical, quindi?
Tanto bistrattato dai più, il musical è un genere nazionalpopolare intramontabile (volente o nolente), ed ora che tante produzioni italiane stanno puntando sulla recitazione in lingua italiana, la diffusione del fenomeno è davvero inarrestabile.
Dobbiamo tutto a Riccardo Cocciante, che nel 2002 ha dato il via al trend con il suo Notre Dame de Paris. Alzi la mano chi non l’ha visto a casa o a teatro o non abbia fatto parte di qualche rappresentazione amatoriale. Come sospettavo, ne vedo veramente pochissime.
È stata poi la volta de La Bella e la Bestia nel 2010/11 con un record di oltre 500 repliche! Consacrazione nazionale del must do di ogni anno. Quello me lo sono perso, ma nello stesso anno mi sono rifatta con il Lago dei Cigni e lo Schiaccianoci (eliminate i pregiudizi e andateli a vedere che sono davvero meravigliosi!)
Quest’anno, invece, è il turno di Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo
Produzione: DAVID ZARD
Musiche: GERARD PRESGURVIC
Testi: VINCENZO INCENZO
Regia: GIULIANO PEPARINI
Se non siete andati nella Capitale durante le feste Natalizie, sappiate che il tour toccherà Milano dal 23 gennaio al 9 febbraio (Gran Teatro) e Napoli dal 9 al 13 aprile (Palapartenope) e ancora Torino dal 7 all’11 maggio (Palaolimpico).
Nella vita, come nell’arte, bisogna adattarsi e se per la resurrezione del balletto e, in generale del teatro, dobbiamo chiedere una mano mano ai musical, ben venga.
E voi, ballerini che sfiorate l’anoressia e fratture multiple nelle sale da ballo, iniziate a frequentare qualche corso di canto! E che non si dica che non vi ho avvisato!