Home AuthorAngelo Capasso Lucca Comics And Games 2014 – Visita guidata al Santa Sanctorum del fumetto

Lucca Comics And Games 2014 – Visita guidata al Santa Sanctorum del fumetto

di Angelo Capasso

Per oltrepassare la cinta muraria di Lucca e accedere al centro storico della città, occorre necessariamente attraversare una delle porte dedicate ad un santo, ma soltanto varcandole tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre ci si ritrova catapultati in un santuario di fumetti e videogiochi, in quella che è una vera e propria mecca dell’entertainment. Anche quest’anno, dal 31 ottobre al 2 novembre, l’incantevole borgo toscano ha infatti “festeggiato” il lungo weekend delle commemorazioni di tutti i santi e di tutti i morti in maniera insolita rispetto al resto della nazione, accogliendo eserciti di sacri crociati medievali e mandrie di non morti, oltre che processioni di devoti al culto dei comics e dei videogames (più le minoranze dedite a cinema, serie tv e giochi di ruolo).

REVOLUTION! è stato il mantra di questa edizione di LUCCA COMICS & GAMES 2014, che aveva tra i suoi rivoluzionari propositi il miglioramento dell’organizzazione logistica, dislocando gli eventi e le location della manifestazione col fine di rendere più fruibile la convention e di preservare e valorizzare il patrimonio artistico della città. Strategia che pare abbia funzionato e che ha ripagato gli organizzatori con 240mila biglietti per un totale di oltre 400mila presenze.

Ma per meglio capire la portata dell’evento e la bellezza della manifestazione, con un breve tour immaginario addentriamoci nella città, che una volta all’anno si trasforma nella capitale italiana del fumetto.
luccacg-mapPer tutti i quattro giorni, le mura sono state ben protette da milizie di cosplayers, molti dei quali erano appostati ben armati di spadoni e cannoni lunghi oltre due metri. Per l’occasione si sono anche raggruppati in famiglie di appartenenza, esibendosi in parate aventi per protagonisti le numerose incarnazioni del Dottor Who con l’immancabile fez, eleganti esponenti in stile vittoriano dello steampunk, giovani cadetti dell’Accademia dei Ghostbusters, colorati supereroi Marvel e Dc in attillatissimi costumi, dolci principesse Disney accompagnate dai loro compagni antropomorfi e le temibili casate di Games of Thrones. Nota dolente: non ho trovato una Daenerys Targaryen alla quale donare il cuore, che probabilmente lei avrebbe mangiato o arso.ghostbusters-accademyMentre nei baluardi ad EST ci si addestrava con i giochi di ruolo dal vivo, micro-mondi si sviluppavano in quelli ad OVEST: la pericolosissima Umbrella Corporation, che tanto filo da torcere ha dato ai players di Resident Evil, ha ben pensato di impiantare una divisione italiana nel Baluardo San Donato. In fin dei conti la fauna para-umana che proliferava in prossimità era come manna dal cielo per le sue ricerche mediche e biotecnologiche: tra gli zombies infetti di The Walking Dead che infestavano tutto il Village lungo le mura, le specie aliene di Star Trek e Battlestar Galactica che hanno invaso Baluardo San Paolino installando il fantascientifico padiglione The Planet e i pericolosi draghi della Dragon Citadel edificata nel Baluardo Santa Maria (ispirandosi al nuovo Dragon Age Inquisition) c’era solo l’imbarazzo della scelta. Fuori le mura, tronfio si ergeva l’accampamento videoludico del Lucca Games, dove League of Legends spadroneggiava facendo a destra a manca accoliti, che come accattoni a fine giornata provavano ad elemosinare biglietti d’ingresso col losco intento di appropriarsi dei codici per riscattare le skin di Riot kayle e Miss Fortune Arcade (qualsiasi cosa questo significhi!!!)

All’interno delle mura, il NORD della città era dedicato all’educazione dei giovani nerd del domani e alla formazione di futuri cavalieri Jedi e guerrieri Sith: la storica Piazza dell’Anfiteatro è stata infatti trasformata in un avamposto terrestre delle Guerre Stellari, con tanto di caccia stellare e di robot programmati per accogliere i visitatori (ovviamente si trattava di R2-D2 e di C-3PO). Nel Family Palace alle spalle della Basilica di San Frediano, aspiranti giovani artisti potevano invece partecipare ai numerosi laboratori di fumetto Disney, Marvel e manga, mentre baby-ingegneri potevano ammirare e studiare prodigiose e complesse costruzioni in mattoncini Lego.starwars-luccaIl SUD-EST era appannaggio del Sol Levante, in un quartiere a tema nipponico sorto attorno alla chiesa di San Francesco. Nella Japan Town, oltre che trovare qualsiasi immaginabile ninnolo di merchandising ispirato ad anime e manga, si potevano gustare le tipiche pietanze giapponesi, trovare ristoro in Karaoke bar o in un Maid Cafè oppure era possibile allenarsi in un Ninja Shot. Se oltre a rifocillare il corpo, in stile più scintoista interessava anche il nutrimento per lo spirito, si poteva visitare la mostra dedicata all’artista Shinichi Wakasa, “che fonde nelle sue opere gli stili tradizionali dello Yamato-e (pannelli lignei, lacche, carta giapponese, foglia d’oro) con quelli moderni e contemporanei di manga e anime”. Oppure si poteva dare sfogo al proprio otaku interiore, ammirando le mostre sui Gundam e sull’evoluzione del character’s design degli robottoni degli anni ’70 e ‘80. Un’ombra su questo colorato quartiere era proiettata da Villa Bottini che per l’occasione si è trasformata nella Villa degli Assassini, dando alloggio agli spietati sicari spazio-temporali di Assassin’s Creed e a tutti i loro segreti.japan-townIl cuore della settima e, soprattutto, della nona arte era invece collocato nel SUD-OVEST della città. Proiezioni non stop di anime (da Cowboy Bepop a Ufo Robot Goldrake contro Il Grande Mazinga, da I Cavalieri dello Zodiaco – La Leggenda del Grande Tempio a La storia della Principessa Splendente dello Studio Ghibli), di telefilm (come Gotham, Continuum e Les Revenants) e di lungometraggi (la saga di Hunger Games, Il Mio Amico Nanuk e Italiano Medio di Maccio Capatonda) hanno illuminato gli schermi nel padiglione Warner Bros, del Cinema astra, del Cinema Moderno e del Cinema centrale. Quest’anno tra l’altro si respirava aria hollywoodiana: non solo perché il regista premio Oscar Gabriele Salvatores ha mostrato alcuni spezzoni del suo prossimo film sci-fi Il ragazzo invisibile, ma perché si è deciso di inaugurare una sorta di Walk of Fame dedicata ai maestri del fumetto, una Via dei Comics dove saranno installate lastre di cemento con i calchi delle mani dei più grandi fumettisti: Ciruelo, Gipi, Leo Ortolani, Masakazu Katsura, Tiziano Sclavi, Robert Crumb, Gilbert Shelton e Silver sono stati i primi a lasciare traccia indelebile nel cemento.

Un gran bazar di fumetti ha invaso le strade con i padiglioni delle principali case editrici nostrane e gli stand delle fumetterie, per non parlare dei mastodontici PalaPanini e Sergio Bonelli Store, eretti in piazza San Martino e in Piazza San Giusto. Le mostre, i convegni e gli incontri con gli autori si sono invece svolti nelle più eleganti e storiche strutture architettoniche della città. Incantevole il Palazzo Ducale che, tra le tante, ospitava mostre sulle strisce di Silver, sulle caravaggesche tavole di Gabriele Dell’Otto, sui riflessi di realtà di Hirohiko Araki e sui walkers di Robert Kirkman e di Charlie Adlar. La Fondazione Banca del Monte di Lucca ha esposto Icone, mostra incentrata sulle matite e le chine di tre artisti e dei loro iconici personaggi: Tex Willer interpretato da Galep, la sensuale Valentina di Guido Crepax, la raffigurazione plastica dei supereroi Mavel disegnati da Mike Deodato Jr. Nella Chiesa di Santa Maria dei Servi ha trovato spazio invece la mostra di Dylan Dog, quest’anno tornato alla ribalta grazie al nuovo percorso editoriale inaugurato sotto la guida di Roberto Recchioni e al fan-movie Vittima degli eventi, autoprodotto da Claudio Di Biagio e Luca Vecchi grazie alle donazioni raccolte col crowdfunding. E’ possibile vedere questa ispirata pellicola gratuitamente sul canale di The Jackal!dylan-dog-zerocalcareUna menzione speciale la riserverei però alla coraggiosa e riuscitissima Fede e Strisce, ispirata e ragionata esposizione che è stata allestita, non a caso, nella Chiesa di San Giovanni. La mostra affronta il tema della religiosità nella nona arte con una rassegna commentata (oltre che illustrata) che abbraccia il fumetto di tutto il mondo. Proprio in questa location “spirituale”, si è tenuto un incontro tra due guru del fumetto comico: le star Leo Ortolani e Silver, padri rispettivamente di Ratman e di Lupo Alberto, si sono confrontati col pubblico in un incontro moderato da Marco Marcello Lupoi, direttore publishing della Panini Comics, e da Alfredo Castelli, fumettista e storico del fumetto. Un incontro in cui si è parlato delle radici del fumetto comico, di capisaldi intramontabili come l’Omino Buffo e Bonvi, di topoi della comicità. Sarà per il contesto, sarà per lo spirito ironico degli ospiti, è stato un incontro sull’importanza dell’umorismo, dove la risata e la capacità di far ridere il prossimo (coi fumetti, ma non solo) sono emersi come una delle maggiori manifestazioni del divino insite nell’umano. Ma è stato anche un incontro dove si è parlato di questa arte che prima di essere una professione è sempre e prima di tutto una passione.

Nello showcase della Chiesa dei Servi, anche i fumettisti dell’associazione MammAiuto, artisti militanti della Self Area in Piazza San Romano (ultima tappa di questo mini-tour e sosta obbligata se si vuole conoscere il fumetto autoprodotto, che resta una delle fucine espressive e creative fondamentali del linguaggio fumetto, che non deve essere solo mero schiavo delle leggi del mercato, ma anche una forma artistica di espressione, comunicazione e sperimentazione) hanno tenuto un’interessante conferenza sulle possibilità di lavorare nel mondo del fumetto e di pubblicare opere inizialmente diffuse nella rete. La loro premessa, però, è che non bisogna dimenticare che il fumetto dovrebbe nascere sempre senza la bramosia che venga venduto a tutti i costi. Fare della propria arte una professione è possibile, ma se anche non vi si riesce, sostengono che ciò che conta è l’ardore della passione.

Sempre Ortolani, nel raccontarsi al pubblico, rievoca episodi di infanzia e di giovinezza in cui il suo amore per il disegno e per l’humor ha caratterizzato tutto il suo percorso di crescita: i momenti più belli, così come quelli brutti, ma soprattutto quelli imbarazzanti, sono quelli legati ai suoi tentativi di raccontare e di far ridere con storie a fumetti. Come sintetizza in una geniale quanto esplicativa freddura che fa rimbombare di risate tutte le navate, i fumetti hanno sempre fatto parte della sua vita perché

Sono passioni, non le puoi nascondere. Come l’herpes.”

Forse è per questo che una fiera come il Lucca Comics And Games diventa l’occasione per tanti di provare il cosplay della propria sailor preferita, o di indossare la spilletta di Snoopy, il ciondolo con l’araldo di casa Stark, la t-shirt con lo scudo di Capitan America, la catenina di Ren e Nana. Per mostrare l’herpes della propria passione e condividerlo con altri. Chissà che non infetti qualcun altro ancora immune.
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