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Luis Bunuel – Il Regista Estremista del cinema internazionale

di Enza Murano

Regista, produttore, sceneggiatore, attore, doppiatore, montatore e compositore, Luis Bunuel è stato una delle personalità più eclettiche del cinema internazionale. Il suo esordio come regista avviene nel 1928 con il cortometraggio “Un chien andalou” scritto e prodotto con il suo amico Salvador Dalì. Qui emerge forte la vena antiborghese e anticlericale di Bunuel, che si noterà anche nel successivo film, il lungometraggio surrealista “L’age d’or” fortemente criticato per la sua blasfemia. Dopo il suo esordio surrealista, Buñuel si trasferisce dapprima a Hollywood dove lavora come direttore di doppiaggio, e poi nel dopoguerra in Messico dove riprende il suo lavoro di regista.

luis bunuel

Nei film messicani del regista Luis Bunuel, che realizzò fra il 1946 e il 1965, ritroviamo i temi portanti del suo cinema quali l’ironia, il gusto dissacratorio e l’esplicito attacco ai valori dominanti della società borghese. Già nel 1950 il suo nome torna a circolare in Europa, grazie a “I figli della violenza” un film sull’infanzia abbandonata di Città Del Messico. Nel 1961 viene premiato al Festival di Cannes il suo film “Viridiana” girato nella Spagna di Franco. Il successo del film, che sancisce la sconfitta definitiva del modello cristiano e dà vita ad una dissacrante sconsacrazione dell’ iconografia cattolica, fece sì che il cinema messicano venisse riconosciuto a livello internazionale oltre a gettare le basi per il ritorno del regista del circuito del cinema d’autore.

Una maggiore compostezza nella forma, un cinema caratterizzato dalla semplicità, una messa in scena priva di fronzoli fatta di inquadrature lunghe e movimenti di macchina a seguire quelli dei personaggi, sono le caratteristiche fondamentali dell’ ultimo periodo del cinema di Luis Bunuel.

A seguire “Viridiana” arrivano alcuni dei capolavori del regista quali “Bella di giorno”(1967) ritratto di una borghese all’apparenza frigida che sfoga le sue pulsioni erotiche prostituendosi ; “Tristana”(1970) storia di una donna inizialmente vittima del suo amante che si trasforma in carnefice uccidendolo ; “Il fascino discreto della borghesia”(1972) e “Il fantasma della libertà”(1974). Questi ultimi due sono film dalla dimensione corale che portano alla dissoluzione del concetto di personaggio e alla rappresentazione ironica e claustrofobica di una classe borghese ridotta all’ impotenza dove la nozione stessa di libertà ha perso ogni senso. E’ un insieme di film in cui il regista riprende e approfondisce il discorso sulla dimensione onirica e sull’ inconscio, temi che avevano caratterizzato i suoi esordi.
viridianaIl film che meglio esprime i temi bunueliani è probabilmente “Viridiana”, che rilancia Buñuel nel panorama del cinema internazionale d’autore. Narra di una giovane novizia, Viridiana appunto, che prima di prendere i voti decide di fare visita al suo benefattore, lo zio Don Jaime. Nell’istante in cui la vede l’uomo se ne innamora perdutamente arrivando quasi ad abusare di lei; quando Viridiana riparte per il convento lo zio si toglie la vita. La donna decide allora di trasformare la ricca casa dello zio in una comunità di reietti, ma i mendicanti che accoglie in casa non ne vorranno sapere della parola di Dio e nel corso di una festa, che si trasforma in un’orgia, sfogano la loro violenza anche contro la donna.

I motivi bunueliani presenti nel film sono feticismo e desiderio sessuale, oltre al tema dell’inefficacia della carità e della virtù, come testimoniano la scena in cui Don Jaime tenta di calzare le scarpine di raso della moglie scomparsa e quella in cui osserva a lungo le gambe scoperte di Viridiana sonnambula. Questo è uno dei film più estremi di Buñuel, come testimonia quel tipico sberleffo surrealista rappresentato dall’inquadratura dei mendicanti a tavola costruita a perfetta imitazione del “L’ultima cena” di Leonardo che precede di poco lo scatenarsi dell’orgia accompagnata dalla musica dell’Alleluja di Haendel.

Io sono profondamente e coscienziosamente ateo, e non ho nessun tipo di problema religioso. Anzi, attribuirmi una tranquillità spirituale di tipo religioso è innanzitutto non capirmi, e poi offendermi. Non è Dio che mi interessa, ma gli uomini.”

Luis Bunuel

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