Non Veruschka: oggi è il capoluogo partenopeo a sedurre l’obiettivo, con due mostre fotografiche a Napoli che ampliano ulteriormente il panorama culturale della città.
Fino all’8 febbraio a Villa Pignatelli, lungo Riviera di Chiaia, ospita Blow Up, fotografia a Napoli 1980-1990. La mostra, a cura di Denise Maria Pagano e Giuliano Sergio è una documentazione fotografica del passaggio all’inizio degli anni Ottanta, dei fotografi più innovativi della scena internazionale chiamati da Cesare De Seta nel ciclo di mostre da lui curato, atte alla ricerca di nuovi spunti narrativi per rappresentare la città.
In quegli anni Napoli è stata immortalata dagli obiettivi di: Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Franco Fontana, Mario Cresci, Lee Friendlander, Guido Guidi, Joan Fontcuberta, Claude Nori, Charles Traub che si misurano all’interno della mostra con i fotografi napoletani quali: Mimmo Jodice, Luciano D’Alessandro, Cesare Accetta, Antonio Biasucci, Fabio Donato e Luciano Ferrara. In parallelo, grazie alla vitalità delle gallerie private di Lucio Amelio, Giuseppe Morra, Lia Rumma e Pasquale Trisorio, l’arte della fotografia si afferma con grandi artisti come Clegg & Guttmann, Andreas Gursky, Robert Mapplethorpe, Helmut Newton, Thomas Ruff, Cindy Sherman.
Più di cento scatti testimoniano l’attività e l’interesse culturale fermentato attorno alla disciplina fotografica e la volontà da parte di spazi indipendenti, associazioni culturali e centri di studi a stimolare e promuovere una ricerca in un settore che in Italia, sarà per il peso degli affreschi del glorioso passato, ancora consideriamo marginale rispetto ad altri linguaggi artistici. Ma, al fine di scongiurare ogni pregiudizio, consiglio a ciascuno di approcciarsi direttamente all’odierno metalinguaggio, diffidando dalle imitazioni.
Spostiamoci a Piazzetta Nilo. Il Museum Shop ospiterà fino a febbraio gli scatti insostituibili del maestro Luciano De Crescenzo selezionati dalla figlia Paola De Crescenzo e Laura Del Verme. Le fotografie dell’ultimo filosofo popolare napoletano affermano la teatralità ed il fascino sempiterno di questa città. Visitare la mostra suscita risa, benessere ed incredulità per una così fervida creativa solarità che ha sempre caratterizzato i partenopei; viene quasi voglia di perdonargli tutte le malefatte.
Con la sua Nikon De Crescenzo immortala Napoli tra gli anni Cinquanta e Sessanta, gli scatti sono appunti che serviranno ad arricchire di folclore il suo capolavoro Così parlò Bellavista, proiettato durante l’inaugurazione. Il film l’anno scorso ha compiuto 20 anni, i festeggiati si sono tenuti al cinema Metropolitan dove sono stati offerti generosamente cioccolatini e taglio di torta la cui ciliegina si è rilevata la lite in sala a causa del sovraffollamento, una tipica sceneggiata che ha funto da premessa (azzeccata) alla serata.
Se non vi bastano queste mostre fotografiche a Napoli, alla chiusura della sua mostra il 15 febbraio, lo stesso De Crescenzo presenterà il suo ultimo libro Ti porterà fortuna. Guida insolita di Napoli.
Vi ho avvisati per tempo così potete esserci. Vi lascio con la battuta finale di Bellavista:
Ciononostante, in questo mondo del progresso, pieno di missili e bombe atomiche,
io penso che Napoli sia ancora l’ultima speranza che ha l’umanità per sopravvivere.