Alfred Hitchcock, regista e produttore cinematografico britannico, è sicuramente una delle icone della storia del cinema con i sui 53 film e l’appellativo di “maestro del brivido”.
La sua attività cinematografica si divide in due grandi periodi, uno inglese (1925-1940) e uno americano (1940-1976). Già nei film realizzati in Inghilterra, Hitchcock inaugura un percorso incentrato sul motivo della suspense e del genere giallo.
Il successo arriverà con il film “Il pensionante” del 1927, grazie al quale il regista firma un contratto con la casa di produzione British International Picture. Negli anni alternerà film incentrati sulla suspense a film di altro genere, tra cui le spy story. “L’uomo che sapeva troppo” del 1934 fu un grande successo di pubblico e critica, così come altri quali “Giovane e Innocente” e “Sabotaggio” che gli regalarono una fama che attirò le attenzioni dei produttori americani. Dopo aver girato 25 film in Inghilterra, Hitchcock si trasferisce con la famiglia a Los Angeles nel 1939. La produzione hollywoodiana perfezionerà il suo stile cinematografico, fatto di un universo morale e psicologico intriso di ossessioni che danno vita a una precisa iconografia visiva tipica del regista. Gli anni cinquanta segnano un periodo d’oro per Hitchcock, fatto di film che riscuotono grande successo, quali “Il delitto perfetto”, “La finestra sul cortile” e “La congiura degli innocenti”. Il regista si interessa anche a un nuovo medium, la televisione, per la quale comincia a produrre e girare dal 1955 al 1962 una ventina di telefilm. In questi anni, tornando al cinema, troviamo alcuni dei titoli più famosi del regista, i suoi più grandi capolavori : “La donna che visse due volte”, “Intrigo internazionale”, “Psyco”, “Gli uccelli”. Nel 1976 esce il suo ultimo film, “Complotto di famiglia”. Muore nel 1980 a causa di problemi cardiaci e renali, lasciando il mondo orfano di uno dei più grandi artisti cinematografici di tutti i tempi.
Lo stile di Hitchcock è caratterizzato da una sperimentazione e innovazione continua, una ricerca che rivela grande consapevolezza estetica. Di film in film il giallo hitchcockiano si configura come uno scenario fantastico in cui il problema fondamentale della condizione umana viene rappresentato tramite situazioni che assumono un valore simbolico, come la casualità, l’ imprevisto, il conflitto fra bene e male e la doppiezza dei personaggi. La suspense la fa da padrona nei suoi film e ciò viene rappresentato tramite vari effetti visivi. Inoltre il regista tende a rendere espressivi luoghi e oggetti e utilizza per la maggiore la soggettiva per far si che lo spettatore si identifichi con il personaggio, in modo da aumentare la suspense e l’angoscia. Il tutto è incorniciato da giochi di luci e ombre, musica e combinazioni di varie inquadrature, dalle carrellate alla panoramica, fino all’effetto vertigo ossia una combinazione di carrellate in avanti e zoom all’indietro che dà la sensazione di vertigine. Lo scopo di Hitchcock è quello di trattenere il più possibile l’ attenzione dello spettatore, rendendolo consapevole del pericolo che grava sul personaggio. Anche quando il genere si avvicina alla commedia è comunque presente quella dimensione onirica che consente letture più profonde e inserisce il film all’interno di un percorso coerente di analisi della natura umana svolto dal regista lungo tutta la sua opera.
Passiamo ora alla “EccellEnza d’autore”. I tre filmdi Alfred Hitchcock sceltiper voi sono:
Partiamo dal mio preferito, “La finestra sul cortile”, film del 1954 annoverato come uno dei capolavori della storia del cinema. Questo film può essere letto come una sorta di riflessione sulla natura del dispositivo cinematografico. La storia del protagonista Jeffries, un fotoreporter costretto a stare su una sedia a rotelle in seguito a un incidente che passa il tempo a spiare dalla finestra nelle case vicine, mima la condizione di immobilità dello spettatore di fronte allo schermo. Per la maggior parte del film viene utilizzata la soggettiva, proprio per coinvolgere in modo totale lo spettatore.Passiamo ora a “Intrigo internazionale”, film del 1959, considerato una delle migliori opere di Hitchcock. Un film avvincente che per certi versi si avvicina alla commedia. La storia di un uomo innocente vittima di un complotto mette in scena l’ idea che ha il regista della condizione umana, fatta di precari equilibri, imprevisti e conflitti, in questo caso tra innocenza e colpa. Famosissima la scena ambientata sul monte Rushmore dove i due protagonisti tentano la fuga dagli inseguitori aggrappandosi ai volti dei presidenti degli Stati Uniti.In ultimo troviamo “Gli uccelli”, un thriller del 1963 con spiccati tocchi horror. Un film in cui i protagonisti sono inquietanti uccelli assassini. Qui la suspense tanto amata dal regista la fa da padrona. Si parte con un inizio lento, in cui gli uccelli rappresentano solo una minaccia incerta, per poi aumentare di intensità e arrivare alla parte finale in cui il film assume una natura catastrofica.
“Anche se girassi un film su Cenerentola, il pubblico cercherebbe qualche cadavere nella carrozza.”
Alfred Hitchcock