Questa settimana la redazione di CULT! festeggia il suo primo mese online con l’intervista della band SABBA & GLI INCENSURABILI, gentilmente accolti nell’intimo salottino de I Letterati – Spazio Polifunzionale. Tra libri e fumetti, tra un caffè e tante risate, ci hanno parlato della loro passione per la musica.
Nomi: Salvatore “Sabba” Lampitelli (Voce, Chitarra, Kazoo), Luca Costanzo (Basso, Backing Vocals), Alessandro Mormile (Chitarra solista, Backing Vocals), Alessandro Grossi (Flauto Traverso, Sax, Armonica, Programming), Francesco Del Prete (Batteria, Percussioni)
Età media: 24
Residenza: Dislocati tra Frattaminore, Caivano, Cardito, Frattamaggiore (una botta in fronte per le spese di benzina quando ci dobbiamo vedere!)
Talento: Musica
Come e quando si sono intrecciati i vostri percorsi e cosa vi ha uniti?
SL – Con Francesco ci siamo ritrovati per il fatto che entrambi volevamo fare i musicisti. Io l’ho scoperto soltanto quando ha iniziato a suonare con suo padre (fino ad allora avevo fatto il ballerino e non avevo ancora idea di voler fare questo). Lui invece ha iniziato a suonare da piccolo, ma andando sempre in giro con suo padre frequentava gente adulta. Io sono stato il primo musicista della sua età che ha incontrato e, diventati amici, abbiamo iniziato a collaborare per il progetto Sabba & Gli Incensurabili. Con Alessandro Mormile perché i nostri genitori già si conoscevano e suonavano insieme: in sostanza ci hanno presentati loro. Una specie di predestinazione, insomma. Grossi invece suonava con Massimo De Vita, quando io cantavo solo blues. Dopo che la loro collaborazione è giunta al capolinea, me lo sono trascinato con me. Con Luca ci siamo conosciuti organizzando delle jam session a Frattamaggiore. Lui si è inserito un po’ in sordina, proponendo di affrontare delle tematiche sociali nelle jam ed io ho subito abbracciato l’idea perché volevamo andare al di là dell’esibizione prettamente musicale. Da qui si è sviluppata una collaborazione e di pari passo una vera amicizia che ci ha fatto approdare al progetto di Sabba & Gli Incensurabili facendocelo costruire insieme!
Perché la commistione di generi musicali diversi? Ognuno ha portato qualcosa: è una cosa che è capitata o è voluta?
AG – Diciamo una cosa a metà e metà. Alessandro viene dal metal, io dal folk, Sabba dal blues e Luca dal rock. È stata una fusione casuale ma da questo mix è nato un obiettivo comune da raggiungere.
Avete qualche cantautore a cui vi ispirate?
Tutto il cantautorale italiano interessante, non soltanto i grandi. Da Buscaglione a Gaber, da Dalla a Conte, da De Andrè a Bennato. Ultimamente per esempio ci siamo appassionati all’ultimo cd di Silvestri, uno tra i più grandi, che ha cambiato completamente rotta spostandosi verso qualcosa di più musicale rispetto ai brani precedenti, una cosa molto rischiosa. Comunque piuttosto che un unico punto di riferimento, c’è l’ascolto di tutto ma di nessuno, nel senso che quello che ci influenza di più è l’amore per la musica.
Sappiamo che avete vinto il primo premio praticamente di ogni contest cui avete partecipato. Tra questi ce n’è uno significativo?
In effetti ce ne sono stati diversi. Emergenza Indie, Nano Contest, Musica e Libertà. Ad un certo punto si è anche vociferato nel giro che eravamo raccomandati e noi pensavamo “Ma poi da chi?”. Comunque il più significativo per noi è stato il “Festival Pub Italia” anche perché ha una rilevanza nazionale e ci ha dato la possibilità di confrontarci con le band di tutta Italia oltre a darci l’opportunità di suonare da nord a sud, da Milano alla Sicilia. Abbiamo avuto modo di crescere molto grazie a questa esperienza.
Prima ed ultima esibizione?
LC – Dal Crobar al De Rosa. Manco a farlo a posta sono tutte e due a Frattamaggiore anche se nel mezzo abbiamo girato tutta l’Italia. L’unica cosa che è rimasta intatta è l’intenzione, cioè il desiderio di dire qualcosa. Infatti, al di là del genere e delle influenze musicali, i nostri pezzi funzionano perché tutti i componenti della band sanno che Sabba sta dicendo qualcosa con cui siamo pienamente d’accordo e con i nostri strumenti cerchiamo di supportare il messaggio che lui sta esprimendo.
La musica oggi e il ruolo del musicista?
SL – Come abbiamo già detto prima noi suoniamo per dire qualcosa, per lasciare un messaggio e parlare di episodi concreti della vita delle persone.
Ci sentiamo molto fortunati perché riusciamo a lavorare facendo ciò che ci piace e continueremo a farlo fin tanto che ricaveremo attraverso le nostre esibizioni quel poco che basta per continuare ad incidere pezzi e girare per l’Italia portando la nostra musica.
LC – Fare il musicista oggi è una scommessa. Io per primo sono stato oggetto di derisione e critiche quando ho deciso di lasciare gli studi per dedicarmi completamente a questo progetto. Amici e parenti, insomma tutti tranne gli altri membri della band, mi ritengono un pazzo perché non ho una “opzione b”. A volte gli altri mi prendono in giro perché ripeto spesso “tra qualche anno potreste trovarmi sotto ad un ponte”, ma la verità è che a me non importa, è questo quello che voglio fare, su questo sto investendo e voglio vivere facendo il musicista.
Solitamente chiediamo l’opera in cui l’artista ha messo più l’anima. A voi chiediamo: il pezzo più INCENSURABILE?
SL – Una domanda molto difficile anche perché ognuno di noi ha il suo pezzo “incensurabile”, cioè quello che sente più vicino. Però, forse il pezzo che meglio rappresenta il messaggio che vogliamo portare è “Benedetta pazienza”, che parla della vicenda di uno sfortunato panettiere che per andare avanti con la sua attività decide di rivolgersi ad un vecchio amico politico per avere un “favore”, ma questi – ormai assessore – fa orecchie da mercante. Oltretutto questa canzone è stata anche premiata, forse perché parla di una storia realistica, che ognuno di noi ha magari sentito semplicemente parlando con la gente. Noi l’abbiamo resa esasperata per ragioni “narrative”.
Perché il tema circense e in particolar modo quello delle marionette?
SL – Ascoltando il disco diventa palese: noi siamo i marionettisti e i personaggi di cui cantiamo le storie le marionette. Per chi oltre ad ascoltarci ci conosce, capirà che sono storie di amici o di persone che ci sono vicine ma che diventano altro mentre componiamo il pezzo.
Dopo aver ascoltato “Il treno del successo” ci viene da domandarvi ma chi ve lo fa fare?
LC – In parte lo abbiamo già detto. Lo facciamo perché ci piace e vogliamo puntare alla qualità dei nostri testi oltre che alla musica, cosa che non sempre accade, tipo come le meteore musicali sfornate da programmi come “Amici”.
Le prossime tappe? E progetti futuri?
SL – Ad Aprile suoneremo due volte a Milano, il 2 Maggio siamo a Catanzaro e poi ancora più giù varie tappe in Sicilia (Catania, Ragusa). Finito questo tour, inizieremo a lavorare più seriamente per il prossimo disco.
Potete ingannare l’attesa del nuovo album, scaricando i brani di “Nessuno si senta offeso” da itunes. Trovate tutti gli aggiornamenti della band al seguente link