Antonella Cerbone, attualmente bassista della band di Antonio Firmani.
Come la musica è entrata nella tua vita e quando ne è diventata parte integrante?
La musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella mia vita. Quando ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte ero piccola e non mi rendevo ancora conto di quanto fosse importante per me suonare. Col tempo ho poi maturato la consapevolezza che l’unica costante nella mia vita sarebbe stata proprio la musica.
Prima e ultima esibizione: quali differenze?
La mia prima esibizione risale alla fine degli anni ’90… mi tremavano le gambe, avevo gli occhi fissi sulla tastiera del basso nella speranza di non sbagliare nemmeno una nota e provavo una grande euforia. L’ultima, invece, è datata sabato 6 aprile 2013… gambe ferme, sorriso stampato sulle labbra e una carica di adrenalina che è durata dall’inizio alla fine dell’esibizione. Riuscire a suonare dal vivo è un gran privilegio ed è ogni volta un’esperienza indimenticabile.
Hai un live che è stato più significativo, più intenso degli altri?
Bologna, inverno 2002: i ragazzi del mio gruppo “storico” (Three Nameless) erano venuti a trovarmi per un weekend e degli amici che stavano organizzando un party privato in un casolare fuori città ci chiesero di suonare. Non facevamo una prova insieme da mesi e riuscimmo a suonicchiare per un’ora in una saletta il giorno prima del concerto. Nessuno aveva mai sentito parlare di noi ma risultammo tra i gruppi preferiti della serata e fu davvero una grandissima soddisfazione.
Ed una tua canzone a cui tieni di più, in cui hai messo di più l’anima”? Perché?
Tutti i brani che fanno parte di un progetto a cui sto lavorando per conto mio da qualche anno. Una canzone a cui sono molto legata, inoltre, è “The curtain falls” contenuta all’interno del primo ep dei Try Walking In My Shoes, una band con cui ho suonato per un paio di anni in passato.
La tua visione della musica?
Domandone… Per me la musica è la trasposizione sonora dei vari stati d’animo. E’ un processo che procede in due direzioni: verso l’esterno per comunicare con gli altri e verso l’interno per sentire se stessi. In più, ci sono dei momenti in cui per me suonare produce un effetto catartico e rappresenta lo strumento più adatto per metabolizzare determinati sentimenti o condizioni.
Musica e internet. Dai social allo sharing, qual è la tua opinione in merito?
Quando ho registrato la prima demo non c’erano tutti questi canali di diffusione per la musica. Ricordo che passavamo le ore a impacchettare e spedire i nostri cd alle riviste musicali, alle etichette indipendenti, alle direzioni dei festival. Adesso basta caricare i brani sulle pagine dedicate dei vari social network e ti può ascoltare chiunque. Grazie a questi strumenti non solo è possibile diffondere con maggiore rapidità i propri brani , ma si può entrare in contatto con gli operatori del settore in maniera immediata. Condividere musica è fondamentale e non sono contraria allo sharing. Gli appassionati, infatti, difficilmente rinunciano ad acquistare cd (vinili) originali dei loro gruppi preferiti.
I tuoi futuri progetti?
Attendo una chiamata da Dallas Green (City&Colour) che mi vuole al suo fianco nel prossimo disco!
Un artista\gruppo imprescindibile per te. Il cult cui non potresti fare a meno. E ovviamente perché.
Il grande Jeff Buckley. Ricordo che avevo 16 anni quando vidi per la prima volta il suo volto stampato sulla pagina di quella bellissima rivista che si chiamava Musica (che attualmente dovrebbe corrispondere a XL). Mi feci prestare da un amico “Grace” e la sua voce mi stregò. Quando compongo, lui è senza dubbio tra i miei punti di riferimento.
E adesso entriamo nel cuore dell’intervista: facci una tua track-list con quelli che per te sono le canzoni cult di 8 diversi gruppi\cantanti, quelle che ti hanno segnato, le TUE imprescindibili della musica.
1. THE BEATLES, “Happiness is a warm gun” – Adoro il quartetto di Liverpool e questa canzone per me ha qualcosa di magico.
2. JEFF BUCKLEY, “Last goodbye” – Semplicemente meravigliosa.
3. ELLIOTT SMITH, “King’s Cross” – Un brano che mi piace ascoltare mentre guido.
4. THE SMITHS, “Asleep” – Un concentrato di delicatezza e malinconia.
5. BJORK, “Hyperballad” – Una canzone che fa pensare al mio viaggio a Caponord.
6. FOO FIGHTERS, “Everlong” – Un pezzo che da la carica e che mi ha fatto amare Dave Grohl.
7. NIRVANA, “Drain You” – E’ una delle prime canzoni che ho imparato a suonare quando ho imbracciato il basso.
8. DAMIEN RICE, “Cannonball” – E’ il primo pezzo di Damien Rice che ho ascoltato ed è anche quello che preferisco.