di Anna Cimmino
Il più importante teatro lirico del mondo mette in scena se stesso, svela ai suoi cittadini le emozioni assorbite dalle tende di velluto, dal legno del palcoscenico, dalle poltrone in platea, al pari di una anziana e orgogliosa signora della alta borghesia che racconta della sua infanzia e giovinezza ai propri nipoti, facendo trasparire la fierezza del presente.
Per la rassegna La Grande Arte Al Cinema, in attesa dell’uscita in tutti i cinema italiani, domenica 20 settembre nella location protagonista della pellicola è stato presentato in anteprima il film ‘Teatro alla Scala – Il Tempio delle Meraviglie‘, documentario che che racconta sul grande schermo la ‘vita’ di uno dei templi dello spettacolo.
Il regista Luca Lucini, con la collaborazione di Silvia Corbetta, ha attraversato 237 anni di storia, svelando i volti (noti, notissimi, ma anche insoliti e inconsueti) e gli episodi che, dalla fondazione, hanno costruito e mantengono viva la fama del Teatro scaligero. Per la prima volta nella sua storia, il teatro diventa protagonista del suo palcoscenico e, attraverso l’intrecciarsi di vite ed emozioni parallele, racconta la preparazione dello spettacolo più atteso, l’opera del 7 Dicembre, giorno in cui cade la commemorazione del Santo Patrono di Milano (Sant’Ambrogio) e l’inaugurazione della stagione lirica, a testimoniare la solenne devozione che la città ripone verso tale istituzione.
Il documentario respinge ogni forma di cronologia per trasportare lo spettatore in un maestoso susseguirsi di rivelazioni e scoperte attraverso i racconti ed i ricordi dei celebri personaggi degli ultimi decenni della vita scaligera in un continuo alternarsi di flashback di opere e reportage d’epoca. Ed è così che la storia si anima dei suoi personaggi contemporanei che, per l’occasione, non rappresentano altro che se stessi: lo spettatore sorride di fronte alla sottile ironia di Raina Kabaivaska, soprano di origine bulgara, alla leggiadria di Carla Fracci agli esordi, all’umiltà (oltre che la statuaria bellezza) di Roberto Bolle.
Ciò che senza dubbio incuriosisce lo spettatore è l’intreccio di queste grandi personalità con la vita minuta della Scala e le passioni che il teatro suscita in chi ci lavora e in chi lo frequenta, insomma quel che succede dietro le quinte, la creazione degli spettacoli, le ansie degli artisti ed i pensieri del pubblico. E così che si diventa partecipi dei profondi respiri di un sassofonista trentenne prima dello spettacolo, delle ansia di una giovane coreana assistente di palcoscenico, dei frenetici artisti che trascorrono ore nei laboratori a preparare scenografie e costumi.
Ogni soggetto è un piccolo tassello di questa operosa macchina. Stop. Il pubblico è in estasi, gli artisti pronti, si alza il sipario. È il 7 Dicembre 2014 ed è il Fidelio ad aprire la stagione scaligera.
Il documentario sarà nelle sale cinematografiche il 25 e 25 Novembre e rappresenta una stupenda occasione per giovani e meno giovani di conoscere un pezzo della nostra cultura esportata nel mondo, il tutto presentato in chiave moderna.
E per me, espatriata a Milano, ancora una volta la conferma di quanto questa città non sia solo moda ed happy hour.