di Mariella Terzoli
Quanti sanno che Botero ha realizzato una serie iconografica rappresentante la via Crucis? Questa è la novità tutta da scoprire! Innovazione, estro artistico, rivelazione del dolore umano, magia stupefacente dei colori e attualità di un importante tema religioso: tutti ingredienti miscelati con grande capacità da un artista eccezionale e geniale.
Roma ospita, in concomitanza con il Giubileo della Misericordia, la mostra di Botero Via Crucis. La passione: questo il titolo attribuito a una serie di 27 dipinti a olio e 36 disegni esposti al Palazzo delle Esposizioni.
La collezione è stata realizzata dall’artista tra il 2010 e 2011 e donata dal pittore al Museo di Medellin in occasione del suo ottantesimo compleanno nel 2012. Le 63 opere, dotate di una straordinaria energia comunicativa, segnano un nuovo percorso nella carriera dell’artista , che non abbandona il suo inconfondibile stile, ma ne cambia le motivazioni :
“Ho realizzato questa serie perché descrive un momento fondamentale della vita di Gesù. Non ci sono elementi satirici in questo lavoro, che è pervaso di grande rispetto.”
Per la prima volta, dunque, nelle opere di Botero si inseriscono il dramma, il dolore, la sofferenza dell’uomo: queste emozioni si espandono in forme solide all’interno della tela. La particolarità di Botero, infatti, è rappresentare Cristo più come un uomo torturato e oltraggiato, che come una divinità.
La grandezza dell’artista, però, non finisce qui: la sua eccellente qualità di inserire riferimenti alla storia dell’arte non manca di certo!
Tutti gli artisti verso cui nutre interesse sono ivi presenti attraverso omaggi e reinvenzioni: come la prospettiva di Paolo Uccello, la chiarezza compositiva di Piero della Francesca, l’espressionismo di Grünewald. La necessità di sfoggiare e di sentirsi parte di una genealogia di grandi artisti rinvia alla prima educazione ricevuta da Botero in gioventù, costituita principalmente dall’approccio a immagini religiose. Risulta evidente, dunque, come in questa straordinaria serie il lavoro di Botero non sia fondato su esperienze visive dirette, ma su proprie memorie, elaborate e trasformate. Botero non intende, qui, introdurre nuove tematiche, ma riproporre quelle storicamente conosciute. La stessa scelta di un tema biblico è così giustificata dall’artista:
“Questo tema – dopo il Rinascimento – cominciò ad essere via via meno frequente e al tempo della rivoluzione francese era praticamente scomparso. Una bellissima tradizione iconografica in cui gli artisti mescolano realtà quotidiana e storia. Mi sono preso la stessa libertà di mescolare certe realtà latino americane col tema biblico”.
In effetti, la lapidazione di Cristo avviene in uno scenario che ricorda proprio l’interno di una casa latino americana, così come la presenza di un militare vestito di verde in sostituzione di un soldato romano.
La grandiosità di questo artista non cessa mai di stupire: nella “Crocifissione” è raffigurato un Cristo monumentale e verdastro a Central Park a New York. L’enormità del corpo di Cristo non è data solo dai volumi, ma anche dal confronto con passanti di minuscole dimensioni mentre si addentrano per i sentieri del parco, non curanti della scena, perché immersi nelle loro attività quotidiane. Solo una coppia, collocata vicino alla base della croce, contempla la scena. Il dono di Botero di veicolare emozioni attraverso i dipinti si esplica straordinariamente in questi lavori.
