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Nerone e Poppea cover

NERONE e POPPEA: sfarzo e dissolutezza

di Veronica Cimmino

Sapete davvero chi sono Nerone e Poppea? E’ interessante notare che Nerone è uno degli imperatori  più conosciuti e ricordati della storia romana, nonostante dopo la sua morte fosse stata decretata dal senato la damnatio memoriae avente lo scopo di, letteralmente, “eliminarne la memoria”.

Le fonti lo dipingono come il festaiolo più eloquente di tutti i tempi e certamente era un megalomane, uno psicolabile, un uomo schiacciato dalla incombenza della madre che gli accollò il peso dell’impero a soli 17 anni. E’ celebre l’incendio del 64 d. C. che bruciò Roma e, insieme ad essa, l’unico anfiteatro presente a quei tempi nella capitale. Sono molte le ipotesi che vedono lo stesso imperatore dare fuoco a Roma, le fonti lo attestano:

Sotto Nerone, avvenne un incendio, non si sa se fortuito o dovuto al Principe, poiché vi sono autori che sostengono l’una e l’altra ipotesi, essendo per altro tutti d’accordo nel dirlo il più grande e spaventoso che mai affliggesse la città di Roma” [Tacito, Annales, XV].

NeroneE’ successiva all’incendio la costruzione della Domus Aurea, il grande palazzo dorato che affacciava su un laghetto artificiale sul quale poi sarebbe stato costruito, non molti anni dopo, l’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo. Le fonti antiche la descrivono come un luogo privilegiato per banchettare e intrattenere illustri ospiti sotto una cascata continua di petali di fiori. Risale a pochi anni fa la scoperta di quella che Svetonio definiva “coenatio rotunda“, la sala da pranzo della Domus Aurea che girava di giorno e notte  imitando il movimento della terra, per godere di un panorama mozzafiato dall’alto del Palatino, sulla valle del Colosseo, quando ancora era invasa dal grande lago. L’area in cui sorgeva la Domus fu poi, con la damnatio memoriae dell’imperatore, riconsegnata al popolo romano e il palazzo fu distrutto. Ma cosa portò Nerone all’uccisione della prima moglie (Ottavia Claudia), della madre Agrippina e a tutta una serie di indegni provvedimenti? Le fonti attestano che nel 62 d. C. sposò Sabina Poppea, figlia di Tito Ollio che aveva assunto il nome dell’avo materno Poppeo Sabino. Cito ancora una volta le fonti:

Questa donna possedeva ogni altra dote tranne l’onestà […].Garbata nel conversare, vivace d’intelligenza, ostentava modestia pur conducendo una vita dissoluta; faceva rare apparizioni in pubblico e anche quelle con il volto in parte coperto da un velo, per non offrirsi agli sguardi altrui o forse perché questo accresceva il suo fascino. Non si preoccupò mai della sua reputazione, non facendo alcuna distinzione tra mariti e amanti; senza mai cedere a sentimenti d’amore né suoi né di altri, volgeva il suo capriccio solo dove ravvisava un vantaggio.”[Tacito, Annales, XIII]

Era in precedenza maritata al cavaliere romano Rufo Crispino, ma ben presto divenne l’amante di Marco Salvio Otone, che la sposò. Non mancò occasione in cui Otone, amico prediletto di Nerone, parlasse al Principe della bellezza di sua moglie e il Principe, incuriosito, la accolse a corte. Si racconta, inoltre, che lo sedusse e divenne sua amante.

Da quel momento Nerone non si curò più di mascherare le sue vergogne e le sue scelleratezze.”[Tacito, Annales, XIII]

Sabina PoppeaNerone e Poppea: a Sabina Poppea, colei che divenne la seconda moglie dell’imperatore Nerone, è attribuita la villa che prende il suo nome: la villa di Poppea.

L’attribuzione è giustificata dalla presenza di un’iscrizione su di un’anfora rivolta al liberto di Poppea, Secundus. In ogni caso la villa faceva parte dei beni della famiglia imperiale, che amava scegliere la costa campana per costruire sfarzose ville residenziali. La sua costruzione risale alla metà del I secolo a. C. e fu sepolta anch’essa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., quando era in fase di restauro: era quindi disabitata. Il sito si può tuttora ammirare in Torre Annunziata, quella che un tempo fu individuata come Oplontis, nome attestato nella “Tabula Peutingeriana”: una copia medievale di una cartina di epoca antica riguardante le strade dell’impero romano. All’interno di questa mappa il luogo Oplontis si riferisce ad alcune strutture situate tra Ercolano e Pompei. Le strutture ritrovate in questa zona fanno in realtà parte della zona suburbana di Pompei, è il caso della villa di Poppea. Colpiscono le superbe pitture parietali di ottima fattura che fungono da importante esempio per comprendere la maestosità degli affreschi di queste zone. Numerosi oggetti rinvenuti sono stati accantonati e, nel 2012, alcuni di questi sono stati rubati dal deposito degli scavi archeologici della villa di Poppea. A questo problema della sicurezza dei reperti, riscontrato in molti altri siti, si aggiunge quello della tutela: molti affreschi rischiano di staccarsi dalle pareti a causa dell’elevata umidità. Fuori dai soliti circuiti di interesse turistico, questi siti chiedono aiuto e aspettano di essere valorizzati.

La villa di Nerone e Poppea è stata inserita nel 1997 nella lista beni protetti dall’UNESCO, ma la sua esistenza resta, ad oggi, sconosciuta a molti. La commissione dell’UNESCO decide di inserire questo sito nella lista, tenendo conto che le rovine delle città di Ercolano e Pompei e le ville a queste associate, bruciate dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., ci offrono una vivida immagine della vita giornaliera di questa società in un momento specifico del passato che non ha uguali nel mondo.

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