Popolo mondiale di lettori una buona novella è in arrivo per noi. Incredibile ma vero: tra poco sarà possibile barattare o rivendere beni in formato elettronico (ivi compresi i nostri amati e-book)!
Mentre la querelle “meglio un libro cartaceo o il formato digitale?”si profila come una never-endig story, sembra, infatti, che Apple e Amazon abbiano messo a punto due brevetti che permetteranno agli utenti di vendere o concedere in prestito i propri diritti di usufrutto sui file digitali.
Cosa significa? Significa che nell’immediato ci saranno enormi vantaggi per noi avidi consumatori di prosa e poesia (immaginate i prezzi stracciati degli e-book “nuovi” per contrastare quelli di “seconda mano”, considerando che non avranno “la svalutazione dell’usura”, come accade per i libri cartacei), ma a lungo termine si potrebbe gravemente ridurre l’incentivo a creare opere o sviluppare software (senza essere adeguatamente remunerati, gli scrittori continueranno ad “applicarsi” tanto nella scrittura?). Ma spieghiamo come stanno attualmente le cose.
Oggi è praticamente impossibile prestare o rivendere un e-book perché quando lo acquistiamo su un sito o su un market place in realtà non facciamo altro che acquistare la licenza d’uso. Insomma noi paghiamo per l’utilizzo personale ed esclusivo dell’oggetto digitale, ma di fatto NON lo possediamo. E non possiamo quindi cederlo o prestarlo in alcun modo a terzi, nemmeno come eredità dopo il nostro passaggio a miglior vita (emblematica la vicenda di Bruce Willis che nel redigere il suo testamento ha appurato che andrà persa la sua vastissima collezione di brani i-tunes regolarmente acquistati)!
Perché tutte queste limitazioni? Perché se si consente il prestito, produttori e rivenditori temono una riproduzione infinita del contenuto mentre è ancora in possesso del legittimo proprietario (e quindi un vero e proprio crack delle vendite – già messe a dura prova dalla congiuntura economica internazionale). Per risolvere il problema della “moltiplicazione abusiva”, i due colossi hi-tech Amazon e Apple hanno sviluppato due tecnologie di compra-vendita dell’usato sottoposto ad alcune regole.
Amazon a fine gennaio ha depositato un brevetto che le permette di creare una “deposito” dei beni digitali. Questa tecnologia farebbe in modo che il libro (o film o canzone) acquistato sia conservato in un “magazzino dati” personale del cliente, che ne può disporre liberamente, vendendolo o cedendolo ad altri. Il file automaticamente si cancella dal suo magazzino e passa in quello del nuovo utente (una vera e propria transazione insomma!). Al momento non è chiaro se il sistema richiederà il permesso degli editori né se e quando Amazon lo renderà operativo, ma con ogni probabilità tratterrà una commissione su ogni transazione.
Apple, a sua volta, ha depositato una richiesta di brevetto presso lo Us Patent and Trademark Office: un sistema con cui gli utenti possono vendere o regalare e-book, musica, film e software ad altri sempre mediante il trasferimento del file. Quest’ultimo metodo potrebbe fornire maggior controllo sulle transazioni ai detentori di copyright, ad esempio impedendo che i diritti di usufrutto su un e-book vengano rivenduti o prestati prima che siano trascorsi almeno dodici mesi dalla sua pubblicazione. In questo modo i market digitali possono tirare un sospiro di sollievo almeno per il primo anno dall’uscita di una nuova opera. Sebbene sarebbe davvero fantastico godere subito dei “superprezzi”, credo sia giusto che gli artisti vengano tutelati e possano guadagnare grazie alle opere del loro ingegno.
Il metodo Apple sembrerebbe, quindi, quello che meglio accontenta le tre parti: autori, consumatori e produttori e l’happy ending sembra davvero possibile. Per molti studenti e molti precari comprare libri è diventato un lusso e perfino gli e-book (eccezion fatta per i classici free e alcune ottime promozioni) sono troppo costosi per le nostre tasche. Si tende quindi a comprare poco e in maniera mirata anche perché, siamo sinceri, oggi è più facile impressionare il prossimo sfoggiando l’ultima borsetta griffata o l’ultimo modello di smartphone, piuttosto che sciorinando le proprie teorie sull’interpretazione della Metamorfosi di Kafka. Ma chissà che con l’avvento dell’usato digitale e la moda dei mercatini vintage, spendere in libri diventi più cool, più cheap e più easy!