Tra tutti i generi cinematografici la fantascienza è uno dei più ostracizzati.
Se voglio invitare qualcuno a vedere un bel film sci-fi al cinema, so bene che dovrò pescare tra i miei amici più nerd e non è detto che acconsentano. Per non parlare di proporlo ad una ragazza: probabilmente ci sono più chance che accetti di vedere un film horror o una partita di calcio!
Con la fantascienza non ci sono mezze misure, o la si ama o la si odia. La verità è che questo paria della cinematografia è spesso vittima di un pregiudizio, che associa questo genere a filmoni roboanti e fracassoni, conditi da effetti speciali e abitati da astronavi spaziali, raccapriccianti alieni, robottoni, cloni, mutanti, armi ipertecnologiche.
Sicuramente lo sci-fi è anche questo.
Il problema è che non è esclusivamente questo.
Innanzitutto perché non servono a tutti i costi gli effetti speciali per fare un film di fantascienza (guardate l’originale Invasione degli Ultracorpi del 1956 e assisterete ad un aggressione aliena in piena regola senza la benché minima traccia di effetti speciali). Quello che la buona fantascienza dovrebbe fare, infatti, non è stordire lo spettatore con le tecnologie digitali, ma farlo riflettere sulla società moderna e le sue contraddizioni. A volte addirittura anticiparle. Prendete il recente Looper: la trama davvero inverosimile è una metafora per mostrarci come oggi viviamo tirando avanti in perenne debito con noi stessi, così affannati nel vivere il presente da non preoccuparci del futuro che stiamo bruciando.
C’è dunque una fetta del genere sci-fi, sicuramente più soft nell’estetica, ma ugualmente affascinante, dove uno o pochi elementi di science fiction sono un pretesto immaginario per parlare d’altro. Come l’amore per esempio. Sì, oltre alle spade laser e i viaggi nel tempo, ci sono film di fantascienza in cui la storia d’amore è la trama portante o l’oggetto di riflessione. E non sto parlando di film in cui c’è una storia d’amore, ma di film il cui tema è l’amore declinato nelle sue varie sfumature e sfaccettature in chiave fantascientifica. In fin dei conti non è una equazione le cui incognite e variabili vanno oltre qualsiasi logica fisica, chimica e biologica?
In Solaris (2002, regia di Steven Soderbergh), da non confondere con quello del 1972 di Andrej Tarkovskij, (che sarà anche più fedele all’omonimo romanzo di Stanisław Lem, ma è decisamente meno romantico), lo psicologo Chris Kelvin (George Clooney) proverà invano a salvare la missione della stazione spaziale in orbita attorno al pianeta Solaris, il cui campo magnetico fa materializzare i desideri inconsci delle persone. Come l’amata e defunta Rheya, nel caso di Chris che si ritiene responsabile della sua scomparsa. Il Solaris di Soderbergh è un monito alla nostalgia: “non ci sono risposte, soltanto scelte”, come quella di non ancorarsi ad un passato rivisitato e migliorato, di non vivere il ricordo dell’amore, ma vivere l’amore non dimenticando.
Vanilla Sky (2001, regia di Cameron Crowe) è un thriller fanta-psicologico che spacca la critica tra estimatori e detrattori. Senza addentrarci nella trama per non rovinare il finale, vi basterà sapere che sullo sfondo di un cielo che è un vero e proprio affresco color vaniglia (come il cielo di un dipinto di Monet) accompagnati da una colonna sonora d’eccezione (Sigur Ros, Radiohead, REM solo per citarne alcuni), David Aames, il rimanda-piaceri protagonista (Tom Cruise), imparerà che non si può cristallizzare la sua idea dell’amore in un sogno lucido, patinato e perfetto, condito di icone pop che spesso imbalsamano il nostro immaginario, ma bisogna avere il coraggio di svegliarsi e di aprire gli occhi per tuffarsi letteralmente nella cruda realtà: perché “ senza l’amaro, il dolce non è poi tanto dolce”
Ne I Guardiani del Destino (2011, regia di George Nolfi), secondo le alte sfere che controllerebbero le vite degli uomini dando loro solo la parvenza del libero arbitrio, il politico David Norris (Matt Damon) è destinato a diventare presidente degli Stati Uniti se la sua vita resterà fuori dall’orbita della ballerina Elise Sella (una splendida Emily Blunt): si corre per buona parte del film contro un piano chiamato destino scritto da qualcun altro e che proprio non si riesce a comprendere. Eppure l’ultima parola siamo noi a metterla. Qual è lo spazio del nostro libero arbitrio? Qual è il posto che l’amore ricopre in tutto questo?Il film prova a suggerire una risposta… decisamente melensa.
Dopo una storia importante finita davvero male, quante volte vi è venuta voglia di cancellare i ricordi della persona (ormai non più) amata? Vi piacerebbe trascinare la sua essenza come si fa con un file nel cestino e ripartire il giorno dopo formattati e puliti da ogni impudicizia della vostra infelicità? Scommetto che la maggior parte dei lettori almeno una volta l’ha desiderato ma per fortuna il ricordo sbiadisce. Nel film Eternal Sunshine of The Spotless Mind (2004, regia di Michel Gondry), invece, grazie alla futuristica clinica Lacuna Inc, diretta dal Dottor Mierzwiak, è realmente possibile cancellare selettivamente i ricordi sgradevoli e a loro spese gli ex innamorati Jim Carrey e Kate Winslet scopriranno gli svantaggi di una “spotless mind”. Come quella del titolo che, grossomodo, andava tradotto con “l’eterno splendore di una mente ripulita”, ma evidentemente il giorno di deciderlo i distributori italiani furono vittime di una intossicazione da fungo infiltrato nella macchinetta del caffè, visto che hanno scelto di tradurre il verso di Alexander Pope con Se mi lasci, ti cancello. Ma si ritrova davvero il benessere rimuovendo i vissuti con le persone che ci hanno reso quello che siamo? Se non si affronta il dolore della perdita, si riesce davvero ad andare avanti? E non c’è il rischio di ricominciare tutto da capo, rifacendo puntualmente gli stessi errori? In fondo quello che vogliamo tutti dopo una rottura, indipendentemente se il rapporto verrà ricucito o meno, è andare avanti. Andare avanti e ricominciare.
Dopo averla conquistata con questo minicineforum di film sci-fi, vorreste poi provare a farla appassionare alle saghe di Star Wars e Alien?
Adesso non esagerate, non siamo mica in un film di fantascienza!