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Lo sconosciuto anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere

di Veronica Cimmino

Qual è la prima parola che viene in mente se dico “anfiteatro”? Sicuramente questa: Colosseo. Risposta giustificata dal fatto che è l’anfiteatro più famoso al mondo, tanto che se pensiamo ad un anfiteatro l’unica immagine che la nostra mente riesce a riprodurre è quella del Colosseo. E se vi dicessi che in territorio campano abbiamo altri anfiteatri? Lo sapevate? Vi pongo queste domande per raggiungere un problema più ampio: la valorizzazione del nostro territorio. Ho cominciato a fare domande in giro riguardo la conoscenza di anfiteatri in Campania, le risposte che ho ricevuto sono state “forse a Pompei c’è un anfiteatro”. Ho cominciato a domandarmi e a domandare sulla questione dopo che, una sera, trovandomi per caso nell’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, mi sono imbattuta in uno spiazzale illuminato i cui fari erano diretti verso alcune rovine. anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere seraE’ stato quello un giorno importante, il giorno della mia conversione alla storia. Che cosa voglio dire? Perché vi parlo della mia personale esperienza? Perché tutti siamo abituati a pensare che il nostro territorio sia null’ altro che immondizia e degrado, perché tutti guardano ma non vedono, perché il richiamo alla storia è forte e noi lo sentiamo, ma lo ignoriamo.

L’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere

Facendo un passo indietro, dobbiamo guardare all’ odierna Santa Maria Capua Vetere come quella che era l’antica Capua, quella che Cicerone definì “altera Roma” (seconda Roma). Nel IV secolo a.C. era una delle città più importanti d’Italia, quindi si consegnò nelle mani di Roma per ottenere protezione rispetto a quelle che erano le mire espansionistiche dei Sanniti. Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.), Augusto conquista Capua e ne fa una colonia. E’ questo il periodo d’oro della città di Capua, quello della dominazione romana, che gli farà acquisire importanza anche fuori dall’Italia. Cicerone la paragonerà a Cartagine e Corinto, Ausonio la elenca tra le prime dieci città dell’impero. Ma Capua era una città che non voleva sottostare a Roma, fu per questo motivo che durante la seconda guerra punica appoggiò Annibale nella sua marcia contro Roma, ma non poteva prevedere che Annibale sarebbe stato sconfitto. I romani presero definitivamente possesso di Capua, la città perse la sua magistratura e divenne deposito di merci, da cui la definizione di “granaio di Roma”.

La costruzione dell’anfiteatro risale al periodo d’oro della dominazione romana, datato intorno al I secolo d.C. e fatto costruire da Augusto, restaurato sotto Adriano e inaugurato da Antonino Pio. Queste sono le informazioni desunte da una epigrafe, rinvenuta di fronte la porta meridionale, negli scavi del 1726. L’epigrafe mutila è stata integrata dall’archeologo A.S. Mazzocchi e così ricostruita:

“La Colonia Giulia Felice Augusta Capua fece, il divo Adriano Augusto restaurò e curò vi si aggiungessero le statue e le colonne, l’imperatore Cesare T. Elio Adriano Augusto Pio dedicò.”

Le dimensioni dell’ anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere sono seconde solo al Colosseo e dovette probabilmente fungere da modello per la costruzione di quest’ultimo.

Ma che significato aveva la costruzione di un anfiteatro? Giochi, spettacoli e divertimento. Tutto questo per guadagnarsi il favore della popolazione. Ma Capua era anche sede della scuola di gladiatori da cui partì la rivolta del gladiatore più famoso della storia: Spartaco.

Proprio in questo anfiteatro dovette distinguersi prima di dare vita alla rivolta servile contro Roma del 73 d.C. Dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.), i Vandali saccheggiarono la città e i Saraceni distrussero l’anfiteatro. Ma furono gli stessi cittadini a completare la distruzione, quando, nell’841, si trasferirono nell’antica Casilinum (l’odierna Capua), depredando l’anfiteatro e riutilizzando il materiale soprattutto per la costruzione del Castello di età longobarda.

anfiteatro di santa maria capua vetereNell’odierna Santa Maria Capua Vetere l’anfiteatro si presenta come mal gestito, mal sorvegliato e quindi mal conservato. Cartelli che indicano l’accesso vietato sono l’unico impedimento a luoghi dove tutti accedono senza problemi. Chiunque può fare di tutto. Se io avessi voluto, avrei potuto senza problemi rompere, violare o portare a casa un pezzo di storia. I ritrovamenti sono stati ammassati in celle visibili al pubblico, e mi sorprenderebbe sapere che sia stato un archeologo ad aver messo i reperti in quel modo. Si tratta di reperti archeologici, non di carne da macello.

Invito chiunque non abbia mai fatto visita al sito archeologico ad andarci, a ricordare le nostre origini, a non mancare all’appuntamento con la storia. Il sito archeologico dell’ anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere è situato in piazza I Ottobre, aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle ore 9,00 a un’ora prima del tramonto. Il biglietto include anche l’ingresso al museo archeologico dell’Antica Capua e al Mitreo, ubicati a pochi metri dall’anfiteatro.

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4 comments

Imma 21 Marzo 2013 - 3:21 pm

Articolo ben scritto e che affronta un problema che ci riguarda da vicino.
Rende giustizia all’antico e alla storia che ci appartiene.
Complimenti

Veronica 21 Marzo 2013 - 8:54 pm

Grazie.Visitate il sito,mi raccomando!

Mario 21 Marzo 2013 - 9:58 pm

Al giorno d’oggi la gente si lamenta solo di quello che non ha,ma non si accorge dei tesori che ha sotto il naso.Che tristezza vedere questi posti millenari che soccombono sotto gli occhi di una civiltà che dovrebbe essere “evoluta”.

Veronica 22 Marzo 2013 - 8:07 am

Abbiamo siti archeologici e beni che tutto il mondo ci invidia, ma noi invece di preservarli non facciamo altro che distruggerli. A volte mi dico che sarebbe stato meglio continuare ad avere Pompei dissotterrata, almeno si sarebbe conservata di certo meglio rispetto a come è ora. Credo che la definitiva verità sia che noi non siamo una società evoluta, crediamo solo di esserlo.

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