Home Arte Ben Wilson – Chewingum artistici a Londra, tra ammirazione e sensibilizazione.
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Ben Wilson – Chewingum artistici a Londra, tra ammirazione e sensibilizazione.

di Valentina Papaccioli

L’arte masticata di Ben Wilson

Che piacevole sensazione masticare una Big Bubble alla fragola e fare palloncini con la bocca: si torna sempre un po’ bambini con la voglia di zucchero e dolcezza! Purtroppo, però, dopo un po’ quella sensazione morbida e zuccherina svanisce lasciando il posto ad un pezzo di gomma insipido e un po’ duretto. Ed arriva il momento di gettare il chewin gum nel cassonetto dei rifiuti. Aimé, molte persone ancora oggi pensano di fare prima a sputare la gomma dove capiti. Ebbene, quei confetti dai mille colori e infiniti sapori rappresentano uno dei rifiuti più diffusi al mondo insieme ai mozziconi delle sigarette, segno di maleducazione e indifferenza.

E intanto il nostro pianeta è sempre più inquinato!

Fortunatamente un artista inglese di nome Ben Wilson, classe 1963, fa parte di quella categoria di umani sensibili alla salvaguardia di ciò che ancora c’è di bello nel nostro ambiente ed è stato ribattezzato a Londra con lo pseudonimo di “chewin gum man”.

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Come lavora Ben Wilson

Ben passa le giornate setacciando le strade di Londra alla ricerca di chewin gum da decorare. Costantemente armato del suo kit di pittura, riproduce minuziose decorazioni su qualche centimetro di superficie gommosa, variando tra soggetti come paesaggi o dediche richieste all’occorrenza dai passanti della zona. Appunta tutte le richieste e le committenze su un quadernino e, se può, le realizza stesso in giornata; altrimenti lascia maturare le idee e le ispirazioni finché non prendono forma.

La sua arte nasce ovviamente dalla voglia di suscitare meraviglia ed ammirazione tra i passanti incuriositi, ma anche di  sensibilizzarli sull’inquinamento urbano.

La sua postazione di lavoro consiste in un tappetino di yoga, la valigetta dei colori, i pennelli, uno spray e una fiamma ossidrica portatile.

Il pensiero di Ben Wilson

L’artista confessa di sentire in giro storie di ogni genere e che…

…la gente ha tanto da raccontare. Recentemente ho fatto una miniatura per una donna. Stava camminando sul ponte quando si è accorta dei miei lavori e ha capito che molti sono dediche. È subito venuta a chiedermene una per un’amica morta. Mentre parlava, ha cominciato a piangere. Era in un pessimo stato. L’amica, di origini polacche, compagna di studi in Canada, era stata uccisa dal fratello: l’aveva letto sui giornali. Si era presa un giorno di vacanza, ma non poteva andare al funerale. È rimasta con me mentre creavo il dipinto con il nome dell’amica: Maja, accanto alla bandiera e sopra un’ape e un albero: segno positivo… Qualche settimana dopo, passando accanto alla miniatura, mi sono accorto che era leggermente sfregata e ho ricominciato a lavoraci. Ero piegato, quando un gruppo di persone si è avvicinato e, tipicamente, ha cominciato a interessarsi, a chiedermi cosa facevo e perché. Parlando, è uscito fuori che erano canadesi, che conoscevano la storia della donna uccisa dal fratello e nessuno riusciva a credere, né io né loro, che su un ponte di Londra qualcuno stesse lavorando a una miniatura su di lei. Si creano tutti questi legami attraverso il mio lavoro. Ogni giorno non so cosa incontrerò.

Ben, figlio di artisti e studioso all’Accademia, cominciò a dedicarsi all’arte realizzando delle sculture in legno destinate ai boschi e ai parchi, rimanendo costantemente alla ricerca di materiali più consoni alla sua ispirazione artistica. Il suo estro si è poi fossilizzato sulle gomme da masticare perché era infastidito dal senso di noncuranza generale che comunicano. Il suo invito è quello di avere tutti un po’ di responsabilità  in più sul territorio che abitiamo.

È meraviglioso pensare che l’arte possa aiutare a vivere tutti in un mondo migliore, più pulito, svegliando le coscienze delle persone ancora indifferenti a questa problematica.

Prendiamo tutti esempio da lui, che ne dite?

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