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Viaggio nel cinema muto Parte II – Charlie Chaplin

by Enza Murano

Bombetta e bastone, scarpe larghe e sfondate, giacca del frac striminzita e pantaloni troppo larghi; in parole povere la vera icona del cinema muto : Charlie Chaplin. Attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore britannico, inizia la sua carriera cinematografica nel 1914, con la Keystone di Mack Sennet. Dopo una serie di interpretazioni da spalla, assurge a protagonista nel film “Making a living” in cui comincia a caratterizzare il personaggio del vagabondo Charlot che gli regalerà fama mondiale. Il bizzarro abbigliamento, i baffetti e la camminata ondeggiante tratteggiano un insieme stridente fatto di una paradossale eleganza che fa a pugni con la povertà e la miseria espresse dalle condizioni degli abiti. La mimica marcata, il portamento spesso pomposo e la gestualità creano contrasto con l’ ambiente cui appartiene il personaggio.

Con i successivi film riesce a sviluppare e perfezionare ancor meglio il personaggio di Charlot: l’ analisi sociale si fa più precisa e la poetica del vagabondo acuisce la sua vena antiborghese e anarchica. Riesce, inoltre, a evidenziare sempre meglio la condizione umana ed esistenziale del personaggio, marcandone la solitudine nei rapporti con un ambiente che ci viene mostrato satiricamente, fino ad esprimere un giudizio sulla società che si fa esplicitamente ideologico e politico. Sono proprio i temi della politica e della satira sociale che prenderanno il sopravvento fino a riguardare il sistema capitalistico, come in “Tempi moderni” o addirittura la dittatura nazista, in “Il grande dittatore”.

Ma lo scisma causato dalla seconda guerra mondiale segna una svolta nell’ opera di Charlie Chaplin, che spingerà la sua vena sarcastica e amara oltre il personaggio di Charlot, fino alla nascita di un nuovo personaggio, il crudele e cinico Monsieur Verdoux.

Nel 1952 realizza poi una sorta di autobiografia con “Luci della ribalta”, nella storia del clown Calvero che sembra ricordare, in una amara metafora, la vita dello stesso Chaplin.

charlie chaplin

Cari amanti del cinema, da oggi in poi voglio proporvi una nuova rubrica interna a quella nella quale scrivo: EccellEnza d’autore, i tre film da non perdere secondo me. Ed eccovi serviti.

Partiamo da “Luci della città”, film del 1931 scritto, prodotto, interpretato e diretto da Chaplin e, senza dubbio, il mio preferito. Girato nel periodo in cui il sonoro era entrato a far parte del cinema, tuttavia resta un film muto a causa della decisione di Chaplin che non vuole rinunciare a quella pantomima che ha fatto la sua fortuna. Qui l’aspetto sentimentale di Charlot fa si che la comicità si fonda con l’ amarezCity_Lights_posterza, in una storia d’ amore e pietà che ci tiene incollati allo schermo fino alla fine, tra tante risate e pura commozione.

Passiamo poi a “Tempi moderni”, film del 1936 prodotto, diretto e interpretato da Chaplin. Pur contenendo alcune scene sonore, questo resta un film muto ed è anche l’ unico in cui possiamo ascoltare la voce di Charlot in una improvvisata e inventata versione della Titina. E’ questo un film in cui Chaplin vuole descrivere e mostrare la meccanizzazione e lo sfruttamento dell’ individuo, restando comunque nel genere comico e lasciandoci con un senso di speranza verso il futuro, che in questi tempi duri non guasta!modern-times-poster

Infine parliamo de “Il grande dittatore”, film sonoro del 1940, diretto, prodotto e interpretato magistralmente dal nostro Chaplin nel doppio ruolo del barbiere ebreo e del dittatore Adenoid Hynkel, chiara trasposizione di Adolf Hitler. Il film è una vera e propria satira politica, un’ allegoria del conflitto tra il collettivo e il singolo, tra l’ individualismo del singolo e il totalitarismo del sociale nelle sue diverse forme.

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Il cinema di Chaplin è del tutto personale e originale. Riesce ad amalgamare nelle sue opere diversi elementi culturali e forme espressive specifiche, come la pantomima e il circo, portandole ad un livello altissimo. Nei suoi film troviamo sia i meccanismi del puro cinema comico (l’ imprevedibilità, lo sconvolgimento della logica, la stilizzazione dei gesti), sia la ribellione dell’ individuo. Si va dalla normalità della vita borghese, con le sue regole e convenzioni che Charlie Chaplin riesce a rendere grottesche, alla visione di una società intesa come un limite per l’ individualità.

Chaplin è stato sicuramente una delle personalità più influenti del cinema muto, adulato e al tempo stesso criticato, soprattutto per le sue idee politiche. Ma la maschera di Charlot e la sua comicità restano di sicuro l’elemento universale dell’ opera Chapliniana, nonché un’ icona che rimane fino a noi.

Ritengo che se non possiamo ridere di Hitler di tanto in tanto, allora vuol dire che la nostra condizione è peggiore di quella che crediamo. Ridere fa bene, ridere degli aspetti più sinistri della vita persino della morte. La risata è come un tonico, un sollievo, un rimedio per attenuare il dolore.

Charlie Chaplin

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