Il genitore è da sempre il mestiere più difficile del mondo, anche se crescere bene un figlio oggi è molto diverso da duecento anni fa. La genitorialità si evolve con i cambiamenti culturali e sociali: in passato i figli erano una fonte di sostegno economico per la famiglia e rappresentavano un investimento per la vecchiaia dei genitori. Oggi le cose sono molto cambiate e i genitori si fanno in quattro e spesso in sei, affinchè il figlio possa avere il meglio e anche di più.
Corrispondere completamente ai modelli che la società ci impone viene considerato come l’unica fonte di felicità, tralasciando la possibilità di esprimersi per come realmente si è. Un po’ come tutti, anche i genitori cadono in questa trappola e credono che il segreto della felicità sia far assomigliare il proprio bambino ai fanciulli sempre sorridenti e ben pettinati che vediamo in tv o su internet.
Non a caso il modello educativo più diffuso è quello dell’ipergenitorialità secondo cui i genitori si preoccupano che i loro figli siano preparati alla vita a 360 gradi, pianificando il loro futuro con attività di ogni tipo. Di solito sono genitori che spingono i propri figli verso il successo e creano la falsa aspettativa che solo raggiungendo il massimo dei risultati si può essere felici. Insomma si sposa in pieno il falso mito della perfezione come fonte di felicità!
Questo modello educativo può causare inutili pressioni sui bambini che vivono sin dalla tenera età il peso del proprio futuro rischiando di minare la loro autostima. Gran parte dei bambini educati in questo modo asseconda le aspettative dei genitori e ciò comporta una limitazione dello sviluppo del pensiero indipendente e delle reali inclinazioni e competenze che potrebbero portarli realmente al successo.
È fondamentale far in modo che i figli trovino la propria strada, per questo è necessario dare spazio e libertà affinchè imparino a sviluppare la propria identità. Pretendere troppo dal bambino lo carica di una responsabilità troppo grande che lo priva degli aspetti importanti dell’infanzia. I bambini durante il periodo infantile devono sperimentarsi, fare errori, usare la fantasia ma soprattutto giocare con i coetanei.
Il modello educativo dell’ipergenitorialità può generare nel bambino la perdita della motivazione intrinseca perché darà più importanza ai risultati che all’importanza di imparare. Inoltre, se il bambino è spinto a raggiungere un costante successo si innesterà in lui il timore del fallimento e non sarà allenato a fronteggiarlo. I bambini educati in questo modo non diverranno adulti indipendenti e intraprendenti, ma le loro scelte verteranno solo verso ciò che li rassicura perchè temeranno di fallire.
Infine, si corre il rischio che i bambini maturino l’idea che il loro diritto di essere amati dipenda dal raggiungimento dei successi e ciò genera bassa autostima e di non essere meritevoli d’amore.