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Jovanotti in bicicletta in Sud America

Non voglio cambiare pianeta: il documentario di Jovanotti in bicicletta in Sud America

by Paola Cambielli

Durante questi mesi di quarantena, ammettiamolo, l’ultima cosa di cui volevamo sentir parlare sono stati i viaggi, tantomeno guardare Jovanotti in bicicletta in Sud America per una allegra avventura. 

Dagli Appennini alle Ande: Jovanotti in bicicletta per due mesi nella natura fino alla costruzione del documentario durante il lockdown

Tra gennaio e febbraio di quest’anno il ragazzo fortunato più amato d’Italia è volato dall’altra parte del mondo per rigenerarsi dopo il tour estivo Jova Beach Party. Partendo da La Serena in Cile ha proseguito verso nord, passando per San Pedro de Atacama, nel cuore del deserto, e “scollinando” le Ande è arrivato in Argentina, fino a Buenos Aires. 

Itinerario del viaggio di Jovanotti in bicicletta

Ben 4000 km passati tra paesaggi desertici, pampas, coloratissimi villaggi, spettacolari città, lama, mucche, cavalli, giornate di sole cocente ma anche di vento e pioggia battente. 

Essendo per la maggior parte del tempo solo in compagnia della sua amata mountain bike – soprannominata Hippogriff in onore dell’Orlando Furioso – ha pensato di filmarsi con la sua GoPro e di documentare la sua avventura. Ha campeggiato nel deserto con la sua tenda o in altri luoghi non prenotati in anticipo – ad eccezione degli hotel del primo e ultimo giorno – si è confrontato con persone del luogo e ha incontrato altri cicloamatori solitari come lui. Nonostante i molti anni di allenamento alle spalle, non dimentichiamoci che con i suoi 53 anni non è più un ragazzino! 

Docutrip Jovanotti Sud America

Dopo un primo periodo in cui non sapeva bene cosa farne dei video, se non pubblicarli costantemente sul suo profilo Instagram, è solo al rientro in Italia che ha pensato di riunirli e costruire un docutrip di 15 puntate – più un approfondimento – della durata di circa 15 minuti ciascuna. Si è messo a sedere e con la sua chitarra ha iniziato a comporre la colonna sonora. Ogni puntata si chiude con una poesia che meglio si addice a quella tappa, tra cui “Il pigro” del cileno Pablo Neruda – da cui è tratto il verso che dà il nome al documentario, “Non voglio cambiare pianeta” – o “Dagli Appennini alle Ande”, tratta dal libro Cuore di Edmondo De Amicis.

Il suo intento, però, non è stato quello di farci suscitare un’enorme invidia per i paesaggi spettacolari che ha ammirato, né di costruire tutto ciò per pubblicizzare RaiPlay, la piattaforma online della Rai che ha ottenuto l’esclusiva di mandare in onda i suoi contenuti. Ha voluto semplicemente regalarci un momento di distrazione dalla quotidianità, facendoci provare cosa significhi “viaggiare con il corpo ma anche con la testa” – come ha fatto lui stesso e come solo un cicloamatore può fare – e apprezzando ancora di più la qualità della nostra vita. 

Un inno al cicloturismo? 

Mandare in onda questo docutrip proprio durante il periodo di confinamento, dove si sta pensando a nuovi modi di viaggiare, più autentici e lontano dai luoghi battuti dal turismo di massa, è stata l’occasione migliore per far conoscere il fascino degli spostamenti in bicicletta. Magari in solitaria?

Già con il viaggio in Nuova Zelanda del 2017, Jovanotti era diventato un testimonial involontario del cicloturismo. A proposito, se siete curiosi di approfondire il suo documentario “Vado a farmi un giro”, è disponibile su YouTube e Jova TV. 

Con il suo modo di comunicare semplice e genuino, Jova si toglie i panni del cantante e diventa semplicemente Lorenzo, un viaggiatore che ama pedalare in sella alla sua mountain bike e scoprire la bellezza del mondo con gli occhi di un bambino, in completa armonia con la natura. Lontano da sfarzi, hotel di lusso e gruppi organizzati – dall’essere, quindi, un turista – prendendosi il proprio tempo. Il bello di spostarsi in bicicletta è proprio quello di non avere stress, di godere del paesaggio secondo i propri ritmi. 

percorsi cicloturismo Jovanotti

Il boom di “Non voglio cambiare pianeta”, quindi, cade proprio a fagiolo. È uno spunto interessante che ci fa riflettere su come potremo affrontare i viaggi nella fase in cui si potrà finalmente uscire sereni. Quanti luoghi si possono visitare nella zona in cui abitiamo e che sono raggiungibili in breve tempo? Pianure, montagne, laghi, fiumi… quale migliore occasione per scoprirli rispolverando la nostra bicicletta? In quest’articolo, ad esempio, trovate dei consigli su alcuni itinerari della Lombardia facili da percorrere in bicicletta.

Personalmente, questo docutrip mi è piaciuto davvero moltissimo. Non solo perché sono un’amante del Sud America, della natura e dei giri in bicicletta, ma perché il messaggio di Jovanotti mi è arrivato. Mi ha svagato per qualche ora, facendomi divertire con il suo essere così scanzonato, easy e a tratti selvaggio, ed è riuscito a farmi entrare in sintonia con il suo pensiero e il suo modo di concepire il viaggio.

Insomma, se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio vivamente. È disponibile gratuitamente su RaiPlay dal 24 aprile.

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