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Arancino o arancina? 3 metodi che risolvono ogni dubbio

di Paola Cambielli

Se la tua terra natale è la Sicilia, conosci già la risposta. Ma se non ci sei mai stato e stai programmando un viaggio in questa magnifica isola, una delle cose fondamentali che devi sapere è: si dice arancino o arancina?

Sì, perché la gastronomia siciliana è una delle pietre miliari del Made in Italy. Qualcosa di cui andare fieri. E sarebbe un peccato confondere una “o” con una “a”, non credi?

Non ti preoccupare, non vogliamo metterti ansia ma solo prepararti al meglio per fare bella figura con i local. 

Io, da lombarda doc, ammetto che non ho mai fatto distinzione – qui è normale generalizzare in “arancino” al singolare e “arancini” al plurale, figuriamoci – ma essendo curiosa per natura ho voluto indagare ed entrare nel merito della questione. 

Ho trovato 3 metodi infallibili che ti aiuteranno a risolvere tutti i dubbi linguistici. Proprio come hanno fatto con me.

Ma prima, cerchiamo di capire come sono nati questi due nomi e da dove deriva la diatriba tra l’arancino e l’arancina.

Un po’ di storia

Dobbiamo fare un salto tra il IX e l’XI secolo, periodo in cui gli Arabi stavano dominando l’Italia Meridionale. Si sa che le usanze hanno sempre subito delle contaminazioni e una prelibatezza araba consisteva nell’appallottolare con le mani del riso allo zafferano – spezia di origine mediorientale – per condirlo con della carne di agnello e altre erbe aromatiche. Non ci stupisce che gli allora siciliani iniziarono a copiare questa tecnica per inventare una ricetta tutta loro, aggiungendoci il pomodoro. 

E come l’avrebbero chiamata?

Riguardo al nome, perfino l’Accademia della Crusca si è interessata all’argomento (tutt’altro che semplice). Ciò che si può dire con certezza è che sia arancino sia arancina derivano dal dialetto arancinu, la cui esistenza è stata attestata per la prima volta nel dizionario Siciliano-Italiano di Giuseppe Biundi del 1857. 

Il termine, che indicava quella pietanza “fatta alla forma della melarancia”, iniziò ad essere associato in alcune zone al frutto, prendendo il genere femminile e trasformandosi in arancina, mentre in altre all’albero che dà origine all’agrume, l’arancio, diventando arancino.

Questa prima distinzione geografica ci è molto utile, perché introduce il primo dei 3 metodi che ti aiuteranno a capire se “si dice arancino o arancina?”. 

#1 Memorizzazione della cartina della Sicilia

Fonte: Wikivoyage 

Io ho fatto in questo modo: l’ho divisa in due con una linea verticale immaginaria. 

Nella parte a ovest ho notato che le città più conosciute terminano in “o” – come Palermo o Agrigento – mentre nella zona est – l’area di Catania, Messina e Siracusa – le città terminano in “a”. 

Da qui parte l’associazione inversa. La pietanza è chiamata arancina (al femminile) dove le città sono maschili; invece, è chiamata arancino (al maschile) dove le città sono femminili. 

Quindi, a Palermo si dirà arancina e a Messina sarà arancino.

Ora è più chiaro, no?

Essendo immaginaria, però, la linea non divide la regione in modo netto. Ovviamente ci saranno sempre delle sfumature tra le varie città come ad esempio a Trapani, dove si utilizzano entrambe le forme. 

Ma al momento ricordiamoci il trucchetto base. 

#2 Immaginazione della forma

Un altro trucchetto che ti aiuterà a fare un’ulteriore associazione mentale è farsi venire in mente l’aspetto estetico di questo piatto. 

L’arancina ha una forma rotonda, mentre l’arancino ha una forma appuntita che ricorda il vulcano Etna. E dove si trova l’Etna? A Catania! 

E quando lo mangi, ricordati di prenderlo dalla punta e non dalla base 😉

#3 Pensare alla sostanza 

Il protagonista del ripieno dell’arancin* è, come abbiamo detto nella storia, lo stesso usato dagli arabi: il riso

E la ricetta classica prevede che venga aggiunto della salsa di pomodoro con del ragù. 

Ma a Palermo vogliono proprio ricordare l’interno dell’agrume, per questo spesso aggiungono al riso un po’ di zafferano. A Catania, invece, il riso rimane bianco perché preferiscono bollirlo e fargli prendere il colore del sugo di carne

Bello rosso, come la lava dell’Etna! 

Il re e la regina del cibo di strada

Comunque, zona di provenienza, forma e sostanza a parte, la cosa di cui sono sicura al 100% è che l’arancin* fa parte degli immancabili dello street food siciliano

Le arancinerie abbondano in ogni dove. Vendere e consumare il cibo anche per strada, passeggiando, è un’usanza che non ha mai smesso di esistere, fin da quando l’uomo ha costruito le prime città. 

Ed è diventato così unico e imprescindibile che nel tempo sono nate numerose varianti. Si sono anche aperte delle sfide su chi prepari la versione più originale e gustosa. 

Prosciutto, formaggio, pesce, funghi, salsiccia, melanzane, pistacchi: c’è solo l’imbarazzo della scelta!

L’importante è che lo chiami col nome giusto e che la differenza tra arancino e arancina ora ti sia più familiare. Come ha affermato l’Accademia della Crusca, entrambe le forme sono corrette. Non esiste un “giusto” e uno “sbagliato”. Devi solo fare attenzione alla zona geografica in cui ti trovi. 

Comunque, le faide potranno continuare all’infinito. Ma quando parla, la cucina del Made in Italy mette sempre tutti d’accordo. Soprattutto quella siciliana!

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