Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann

Il Grande Gatsby è la storia di Jay e Daisy. Di Jay che crede di poter portare indietro le lancette della sua vita ad un momento felice. Di Jay che viaggia intorno al mondo e costruisce una fortuna, solo per vivere sulla sponda opposta a lei. È la storia di Jay Gatsby. Ricco, misterioso, libertino uomo d’affari che nasconde un solo incoffessabile segreto: Daisy. E il suo amore per lei.

Un amore (non)consumato tra i fasti del dopoguerra americano, nel periodo in cui “l’alcol è più scadente”  e le feste “più immorali”. Nella New York degli anni ’20 l’alta borghesia –  indifferente alle tragedie che hanno sconvolto il mondo – vuole solo voltare pagina, abbandonarsi alla sregolatezza, al lusso, al libertinaggio. È il tramonto del sogno americano. Un mondo superficiale e pieno di eccessi descritto con forte componente visiva e visionaria dal regista australiano Baz Luhhrmann, già noto per le sue spettacolari scenografie e le sue tecniche di “attualizzazione” in Romeo + Giulietta (1996) e Moulin Rouge! (2001).

Luhrmann si cimenta nella quarta trasposizione filmica de Il grande Gatsby – la più celebre opera di Scott Fitzgerald, la sua autobiografia camuffata – approdata al cinema dopo una gestazione lunghissima e tormentata.

L’attesissima uscita del film, inizialmente prevista a dicembre 2012 (in tempo utile per concorrere agli Oscar) è stata poi rinviata di 6 mesi.

Pare infatti che il super budget da 127 milioni di dollari stanziato per il film non era stato sufficiente a completare la pellicola e Luhrmann – noto per il suo perfezionismo – abbia deciso di prendersi del tempo per trovare altri investitori. Questo, almeno, secondo indiscrezioni interne. Fonti più “ufficiali”, invece, sostengono che il ritardo sia stato dovuto alla preparazione della “mastodontica” colonna sonora (un pallino del regista!), che si avvarrà di canzoni contemporanee come No Church in the Wild di Jay-Z e Kanye West e la cover della canzone degli U2Love is Blindness cantata da Jack White, già presenti nel trailer.

Un brillante e azzeccatissimo Leonardo Di Caprio veste i panni di Jay, la britannica Carey Mulligan (preferita a molte attrici blasonate come Natalie Portman, Scarlett Johansonn, Anne Hathaway) interpreta Daisy Buchanan, mentre la voce narrante di Nick Carraway è affidata a Tobey Maguire, perfetto nella parte dell’ingenuo outsider di provincia.

Gli ingredienti per tre ore di puro spettacolo ci sono tutti: bellissime ambientazioni, ottima musica, inganno e passione, ricchezza smodata, nodi che verranno al pettine e alcool a fiumi…

Cinzia Cicatelli: Scrivo, ovunque e comunque. Per diletto e per professione. Mi piacciono le leggende e la cioccolata. Le opere post-moderniste. Il rumore dei passi su un palcoscenico. Gli anni ’30-’40. Inventare storie. Le foto sfocate. I film con finale aperto. I viaggi in treno. L’odore delle città. L’insolito nelle persone. Il cielo.

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