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Nostalgia di Istanbul

di i-Cult

Nome: Annalisa

Età: 25

Professione: in cerca di un’occupazione….

Origini geografiche:  Frattamaggiore, Napoli

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Tutti pensano di innamorarsi almeno una volta nella vita, ma pochi sanno di poter innamorarsi di una città. Istanbul. Al tuo arrivo ti accoglie tra le sue braccia, ti sorride amorevolmente mentre ti accosti al suo cuore, al suo centro, e ne sveli ad una ad una le meraviglie, per poi abbandonarti alla malinconia più dolce, quando ormai ne sei lontano. Ma a una città del genere non si può dire addio. Istanbul si aggrappa con tenacia al tuo cuore e non vuole andarsene più.

Al tuo ritorno, ti ricorderai della folla rumorosa e colorata diEminönü, dell’odore del pesce arrostito e della voce dell’Imam che si affacciava alla moschea, e tu vorresti di nuovo essere lì, insieme ai pescatori che osservano la città dal ponte, mentre il Bosforo si estende luminoso davanti al loro sguardo. Oppure vorresti essere tra gli innumerevoli mercati o bazar, l’odore delle spezie, i mille e uno oggetti che non pensavi di poter mai vedere tutti insieme. Poi ci sono i parchi, ci sono le moschee, c’è la Santa Sofia e Sultanahmet, parabole di due culture sorte l’una in seno all’altra, così diverse eppure così simili. Perché in fondo, ti spiega Istanbul, l’essere umano è uguale dappertutto.

La novella Costantinopoli, in qualunque modo la ricordiamo, è un’eterna mancanza, la nostalgia per qualcosa di irrimediabilmente perduto, che tuttavia è ancora presente: nel nostro cuore, nel nostro animo, nella nostra storia. Chi l’ha vista, sa già che continuerà a vivere per sempre nel ricordo, che non è fatto solo delle magnifiche regge del sultano, dei musei, dei bazar o le moschee, ma di tutte quelle piccole cose che ti fanno sentire vivo, felice di essere lì. Allora ti verranno in mente, ancora una volta, le stradine piccole e affollate che ricordano Napoli, le grida dei mercanti, gli odori, la cordialità del popolo turco, la voce dell’Imam che ti trasporta dove non eri mai stato, l’infinità (in)contenibile in tutto ciò che ti si erge davanti, l’alba e il tramonto, la storia del Tuo passato.

IMG_3048Ma adesso diamo uno sguardo ai luoghi più suggestivi da visitare:

– di sicuro il quartiere Fatih, l’area del centro storico in cui si trovano Sultanahmet e Santa Sofia, la famosa Cisterna bizantina e il Museo Archeologico, dove potrete ammirare tantissimi oggetti provenienti dall’Oriente antico. Passeggiando lungo le strade, chi è amante dei souvenir ne troverà a bizzeffe.

– il Gran Bazar, in turco detto Kapalı çarşı, ovvero “mercato al chiuso”, è un labirinto colorato in cui è facile smarrirsi, soprattutto quando si è abbagliati da tutto ciò che si ha attorno. E dal momento che tutto, infatti, vi sembrerà bello e particolare, sarebbe meglio stare attenti. Importante: contrattate sempre sul prezzo. Quello reale non è mai il primo che vi viene detto. Se siete interessati alle spezie, alla frutta secca o agli aromi per il thè, vi conviene fare un salto anche all’altro bazar, il Bazar delle spezie ad Eminonu, dove ne troverete un vasto assortimento.

PercorrendoIstiklal Caddesi, nel quartiere diBeyoglu, vi sembrerà di colpo di esservi teletrasportati in un altro tipo di città. Questa strada è infatti ricca di negozi all’ultima moda, cinema e locali di ogni genere. Passaggio obbligato daMado,famosa gelateria turca che produce un tipo particolare di gelato, dalla consistenza elastica e “gommosa”. Consigliato anche il quartiere diÇukurcuma, costellato di piccoli negozi vintage, e la Torre di Galata, sulla cui cima è possibile ammirare Istanbul e il Bosforo in tutta la loro bellezza.

– Per chi è amante dell’arte moderna e contemporanea, suggerisco di visitare l’Istanbul Modern, un bellissimo museo dove è possibile farsi un’idea dei maggiori artisti turchi, molto spesso sconosciuti in Occidente…

– Ovviamente non possono mancare i due palazzi imperiali, il Dolmabahçe e il Topkapı Sarayı, immensi e sontuosi, per farvi un’idea del passato ottomano e del gusto estetico dei suoi sultani.

– Inoltre, con una nota nostalgica vorrei ricordare la stazione dell’Orient Express, che giace ancora intatta insieme ad alcuni cimeli, raccolti in un piccolo museo dopo l’ultimo viaggio avvenuto nel 1977…

In realtà la lista non finisce qui. Istanbul non si esaurisce mai, è instancabile e cambia continuamente. Per quanto si cerchi di afferrarla, di contenerla in un solo luogo, o in pochi luoghi, l’impresa risulta impossibile. Bisogna solo viverla e perdersi tra le sue strade. Provare a stamparsi la sua immagine nel cuore, sperando che ci resti tutta la vita.

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