La Grande Onda di Hokusai. La forza della natura contro la labilità umana. Natura umiliata, derisa, affrontata dall’eterna ostinazione umana che la sfida. Uomini che hanno dimenticato le leggi primordiali della pacifica convivenza tra uomo e natura, la violano, soccombono.
Uno sguardo alla Grande Onda di Hokusai: un’ onda che preme dentro di noi e preme contro di noi, una tra le onde più famose mai passate alla storia: “La grande Onda” o “Sotto l’onda di Kanagawa” (1830-1832 ca.) di Katsushika Hokusai è probabilmente l’opera d’arte più conosciuta del Giappone.
Si tratta di una xilografia, ovvero stampe di immagini incise su matrici di legno successivamente inchiostrate, note in Giappone come Ukiyo-e. Quella che è definita dai più “La grande Onda” è parte della raccolta “Trentasei vedute del Monte Fuji”, composta da 46 stampe (dieci delle quali aggiunte dopo la prima pubblicazione). Le opere di questa raccolta sono contraddistinte dall’innovativo uso del cosiddetto “blu di Prussia”, che contribuisce a conferire un tono etereo. La raccolta e le altre opere del maestro non solo traggono influenze dall’arte e dalle incisioni occidentali, che fluiscono in Giappone tramite il contrabbando, ma finirà per influenzare la pittura di artisti quali Manet, Renoir, Monet, Degas, Vang Gogh, Klimt e molti altri, grazie a quel fenomeno chiamato japonisme che tra 1850 e 1870 diede vita ad una moda degli ukiyo-e in tutta Europa e in America.
L’immagine della grande onda rimanda subito alla grandezza e forza della natura, che con i suoi artigli (la grande onda) sovrasta la insignificante forza umana (i marinai). La natura non è solo forza, ma bellezza: il monte Fuji, nella sua eterna immutabilità, fa da sfondo all’immagine, rimane imperturbabile e osserva silente il misero destino degli uomini, inesorabilmente travolti dalla forza della natura.
Ma l’immagine dell’onda, così come ogni immagine e forma d’arte, assume significati differenti rispetto agli occhi e, aggiungerei, allo stato d’animo di chi guarda. Per me l’onda è instabilità, il continuo muoversi delle cose e degli eventi, quel movimento che ci fa rimanere continuamente in bilico tra ciò che è e ciò che non è, tra ciò che vogliamo e non, tra ciò che siamo e che non siamo. L’onda diviene il riflesso di un animo agitato, sconvolto, sballottato continuamente e che non ha mai tregua. L’onda è un respiro bloccato, un’inspirazione a cui non segue una espirazione, un momento di stallo, è la fotografia che l’artista ha “scattato” ne “La grande Onda”: l’inspirazione dell’onda e quella dei marinai, questo è il rumore che si sente, quello del nulla e dell’essere in bilico. L’onda, nella sua instabilità, è la scossa, ciò che muove e che è motivo di vita, una fiamma vitale.
“Poi un giorno in segno prende significato.
Quei riccioli di spuma come tanti artigli, di cui mi ero sempre chiesto perchè.”
(Hatsushika Hokusai 1760-1849)
Se volete provare l’emozione di guardare “La grande Onda di Hokusai” avete più opportunità: l’originale si trova in Giappone, al Museo di Hakone; alcune tra le innumerevoli copie sono al British Museum di Londra e al Metropolitan Museum of Art di New York.