Se vivi a Napoli o provincia, avrai certamente notato che la sfida più sentita, forse anche più di quella in campo, è tra i tifosi del Napoli e quelli della Juventus (soprattutto se questi ultimi sono nati o vivono a Napoli). Spesso gli scontri tra le due fazioni degenerano, arrivando anche a grossi insulti e, perché no, all’uso della violenza.
Il calcio però, va ricordato, è uno sport e come tale lascia a tutti la libertà di tifo. Ecco perché questa settimana abbiamo pensato di condividere con tutti voi un dubbio che attanaglia la nostra redazione. In questi giorni, infatti, ci chiedevamo cosa potesse provare un tifoso della Juventus che vive a Napoli, soprattutto conoscendo il clima di astio e odio in cui è costretto a vivere.
Quindi, dopo aver contattato qualche tifoso “juventino-napoletano”, abbiamo chiesto loro: “Come ci si sente ad essere un tifoso della Juventus a Napoli e cosa si prova?“
Vi assicuriamo che le risposte dei Noi non siamo napoletani sono state sorprendenti:
Luca ci ha detto che “vivere a Napoli da juventino per me non è mai stato un grosso problema. Anzi, c’è quel sottile fascino di andare controcorrente. Inoltre, pure tra sfottò e discussioni, sono sempre andato d’accordo con i tifosi del Napoli. Non li chiamo mai tifosi napoletani perché un tifoso, e pure napoletano, lo sono anche io. Adoro la mia città e il nostro modo di vivere. Da ragazzino simpatizzavo molto per il Napoli, quasi una seconda squadra, e probabilmente ho visto più partite del Napoli in serie B di tante persone che in questi ultimi anni si sono scoperte super tifosi. L’unico problema sorge quando ti trovi a parlare con qualche tifoso estremista (e non esistono solo del Napoli, ma li riconosci subito) che fa del calcio la sua ragione ultima di esistenza. Con certe persone meglio lasciar perdere in partenza!”
Rocco esordisce la sua risposta, molto poetica, dicendoci che “ Nella vita niente é statico, tutto scorre. Senza scomodare troppo Kundera, é anche questa insostenibile leggerezza a permetterci di reinventarsi sempre e di rendere la vita viva. Durante la nostra vita possiamo infatti cambiare tutto, ma la squadra del cuore no, mai! Tutto questo é estremizzato a Napoli, la città dove il tifo diventa un diritto di nascita. Secondo la teoria più accreditata, bisogna (o si deve) tifare per la squadra del proprio paese o per lo meno quella in serie A più vicina al proprio comune di residenza. Io vivo a Sant’Agnello, nel cuore della penisola sorrentina. Ebbene, escludendo il Sorrento e la Juve Stabia (che resta pur sempre una Juve…), la squadra più accreditata sembrerebbe proprio il Napoli. É impossibile negare il calcio come fenomeno anche sociologico ma é davvero tutto così banale? Essere juventini a Napoli significa il più delle volte essere etichettati, nella migliore delle ipotesi, come dei poveri fessi, perché “ma come non senti quello che cantano negli stadi, quelli schifano pure a te”, e che comunque hanno semplicemente scelto in maniera opportunistica la squadra più forte sulla piazza. Ma non é a queste stupide accuse che voglio dare risposta. Risposte che ho, ma che preferisco tenere per me, anche quando, non lo nego, cerco di restare, soprattutto a Napoli, il più possibile nell’anonimato. Un anonimato che, non mi pesa troppo, ma non permette di vivere a Napoli liberamente la gioia di quello che é prima di tutto uno sport. In famiglia siamo tutti juventini. E gli anni in cui ho iniziato ad avvicinarmi al calcio erano gli anni in cui i giocatori più forti del mondo erano Baggio e, soprattutto, Del Piero. Le loro giocate mi hanno fatto conoscere ed amare il calcio, le loro giocate mi spingevano a vedere la domenica le partite insieme a papà. I “gol alla Del Piero” mi hanno fatto tifare Juve. E di questo non devo giustificarmi.
Savio sottolinea che “essere tifosi juventi a Napoli significa essere visti come dei traditori, non solo della squadra napoletana, ma di tutta una città. Significa essere discriminati (nel senso buono del termine) ogni volta che si fa e vede calcio. Ma significa anche essere gli unici tifosi napoletani a vincere qualcosa. Questa è cattiva, ma per essere juventini a Napoli devi avere sempre la risposta pronta per difendere la tua passione”
Enzo invece vede “l’essere tifoso della Juventus come una vera fede calcistica che, a differenza delle altre squadre, viene vissuta molto profondamente in tutta Italia. A Napoli essere tifoso Juventino significa esserlo fino in fondo, perché lo scontro con i tifosi azzurri è inevitabile e quotidiano. Purtroppo molti tifosi del Napoli vivono il calcio non come uno sport, ma come una forma di sfogo sociale attraverso il quale cercano un risvolto alla propria vita. Quindi quando ti trovi dinanzi gli “ultras” preferisci svoltare l’angolo e cambiare strada.. Inoltre per noi, la Juventus è anche uno stile di vita, lo “Stile Juve” così tanto amato da Gianni Agnelli, una cosa riconosciuta GRANDE in tutto il mondo. Per essere Juventini bisogna amare gelosamente la Vecchia Signora e sostenerla ovunque, che sia Napoli, Milano o Torino (dove prevalgono i Granata). Forza Juve!”
Infine c’è Raffaele che ci ha inviato un vero è proprio articolo e che, come tutte le altre risposte, purtroppo abbiamo dovuto in parte tagliare. Se però siete curiosi di leggere le versioni full, contattateci e ve le invieremo. Intanto ascoltate cosa ci dice il nostro amico juventino: “Essere tifoso Juventino a Napoli? Da dove cominciare se non dalla riproposizione testuale di questa domanda e da tutte le emozioni che suscita in alcuni tifosi partenopei? La risposta è insita nella domanda stessa, così come nel groppo allo stomaco che la accompagna, nel sopracciglio leggermente sollevato e nella smorfia di disgusto che spesso riga il volto. Suona strano, ne siamo consapevoli. Provoca astio, rabbia, derisione. E sono queste le emozioni da cui parte la mia analisi. Essere tifoso juventino a Napoli significa, sempre seguendo quelli che sono i topoi, essere simbolo di un sistema corrotto, incarnazione del male assoluto, emblema del capitalismo sfrenato, dei poteri forti. Essere tifoso Juventino a Napoli, significa che quando rispondi a telefono, mostrando inconsapevolmente al mondo la tua cover bianconera, rischi di essere linciato da un tizio che ha bevuto troppo. Ecco, essere tifoso juventino qui a Napoli significa anzitutto questo. Anzitutto ma … Non solo. Quando ci sono persone che, come te, vivono questo sport in maniera sana, senza riversarcisi quel latente odio sociale e quelle frustrazioni che gravano sulle proprie Vite, essere tifoso Juventino qui a Napoli assume un sapore diverso. Tra difese a spada tratta di calciatori indifendibili, mister improvvisati, improperi contro un presidente che non ne capisce molto, lavate di testa a calciatori che, invece, potrebbero non meritarle appieno. Con quel folklore che solo i Napoletani hanno. Quello che ci invidiano in tutto il Mondo. E quello che siamo fieri di possedere anche Noi che andiamo contro l’equazione “sede territoriale della squadra – tifo”. Del resto e concludendo, infatti, non si dice sempre che l’Amore è cieco? E se è vero come è vero che lo è, lasciateci Amare. Lasciateci gioire, arrabbiarci, esultare. Lasciateci celebrare lo Sport. Quello con la S maiuscola. Il resto, è qualche altra cosa. A cominciare da quelle inaccettabili offese che una frangia di criminali intona: non è un problema sportivo. È un gravissimo e serissimo problema sociale. Da affrontare e risolvere con dedizione e con forza. Dimostrando che oltre la spazzatura, in queste terre, ci sono milioni di Diamanti sotto il suolo. O, talora, anche sopra. Tra il mare e la gente.”
Al termine di questa carrellata di risposte alla nostra domanda, crediamo di avere le idee chiare. Abbiamo capito che gli juventini che vivono a Napoli sono persone estremamente forti e determinate. La loro forza non risiede solo ed esclusivamente nella consapevolezza di tifare per la squadra che ancora oggi è, come rosa, la più forte del campionato italiano, ma anche, e soprattutto, nel fatto di possedere dentro di sé quel carattere, tipico del napoletano, che gli permette di andare avanti e di battersi con tutti anche nelle situazioni più complicate.
Quindi, il nostro invito è, di ascoltare un po’ più speso i nostri amici juventini, di prenderli in giro scherzosamente e giocare insieme a loro, anche con qualche piccolo insulto (che nel calcio non può mia mancare), ma il tutto nel rispetto della persona e del proprio diritto, lo ripetiamo, alla libertà di tifo.
Ps: adesso però lasciatemelo dire cari “noi non siamo napoletani”: FORZA NAPOLI!!!