Uno sguardo al santuario di Delfi, situato nella Grecia centrale e a circa 180 km da Atene, in quello che è definito come il più grande centro religioso dell’antichità, il posto in cui le genti convergevano per interrogare l’oracolo di Delfi.
La leggenda riconduce la nascita della città al dio Zeus, il quale, volendo sapere quale fosse il centro del mondo, fece volare due aquile dalle estremità del mondo orientale e occidentale; dove esse si fossero congiunte, quello sarebbe stato il punto esatto. Le due aquile si incontrarono sotto il monte Parnaso, a Delfi, che divenne l’omphalos (ombelico) del mondo antico. Si narra che, in epoca mitologica, il punto in cui le aquile si erano incontrate fosse segnalato dalla presenza di una pietra a forma di mezzo uovo, costruita dalla popolazione del luogo. Sono pervenute ai giorni nostri due pietre di tale forma: una si trova nel santuario stesso; l’altra, di epoca romana, è conservata nel museo del santuario. Riguardo la nascita del santuario, la tradizione mitologica racconta che in una grotta sotto il monte Parnaso si fosse rifugiato Pitone, un orribile serpente che Hera (moglie di Zeus) aveva scatenato contro Latona, che aveva generato, dall’unione con Zeus, Apollo e Artemide. Omero racconta che Apollo, nelle sembianze di un delfino, sarebbe giunto qui e avrebbe ucciso il serpente, sulla cui tana sarebbe stato eretto il tempio dedicato proprio al dio Apollo, che venne appellato Pizio (Pitonesso), da cui deriva il termine Pizia con cui era definita la sacerdotessa che riferiva i suoi oracoli. Esistono molte varianti del mito, una di queste vede il serpente vivere in amicizia con Apollo e custodire l’ “Omphalos” (la sacra pietra custodita nel tempio e considerata il centro del mondo).
Ora, un passo indietro, ancora immersi nella mitologia, per approdare alla nascita dell’oracolo di Delfi.
Prima del culto apollineo, nel stesso luogo, si trovava un tempio dedicato al culto di Gea, la Madre Terra, culto attestato dalle numerose statuette rinvenute negli scavi ed esposte al Museo Archeologico locale. L’erezione di un tempio alla Madre Terra non è casuale: la tradizione vuole che, in questa zona, da una fessura della terra, salissero vapori o gas naturali e che qui, un pastore, si accorgesse che le capre che si avvicinavano a questa fessura soffrivano di spasmi e cominciavano a lamentarsi. Quando respirò egli stesso le esalazioni, si avvide che cominciava a dire cose che poi si verificavano. Visto che però la fessura risucchiava coloro che si spingevano al crepaccio, il pastore mise un vaso tripode (recipiente a tre piedi) sulla fessura e vi fece salire sopra una fanciulla vergine, dando origine alla prima forma di oracolo. La presenza di questa fenditura profetica e di una sorgente d’acqua chiamata Castalia, erano gli strumenti essenziali dell’oracolo e ne determinarono al tempo stesso la nascita e, aggiungerei, la fortuna.
Il dio profetico Apollo parlava tramite la sua sacerdotessa (la Pizia), la quale, con una foglia di alloro in bocca e con un ramoscello in mano, seduta sul sacro tripode, cadeva in estasi; quindi emetteva suoni e compiva gesti che i sacerdoti interpretavano. Successivamente si indicava a quale Dio dovessero offrirsi i sacrifici per coronare un’impresa terminata con successo, cosa si sarebbe dovuto fare per superare determinati ostacoli o alcuni riti con cui espiare le proprie colpe.
Nucleo del santuario era il tempio di Apollo, dorico esastilo, del VI secolo a. C. e più volte ricostruito. Sul frontone del tempio dell’oracolo di Delfi erano incise le parole che Socrate fece proprie: “Conosci te stesso”, con l’invito ad indagare dentro di sé, per scoprire che l’essenza della nostra vita è dentro di noi, non al di fuori di noi.
La tappa all’ORacolo di Delfi è necessaria, non si può andar via da Atene senza essere stati in questo luogo di notevole importanza storica, culturale, sociale e politica.