Ho inaugurato la mia stagione teatrale 2023/24 con l’Otello di Corrado D’Elia in scena al Teatro Leonardo di Milano (MTM – Manifatture Teatrali Milanesi). Otello è la mia tragedia preferita di Shakespeare, quindi potrebbe sembrare una scelta “facile” in termini di gusto e responso alla rappresentazione, e invece, credo che quando amiamo davvero qualcosa, soprattutto nel suo originale (ho studiato ogni verso dell’opera all’università in un corso monografico dedicato al Bardo) è molto rischioso assistere ad un suo adattamento. Il rischio è di vedere il nostro oggetto d’amore tradito e sentirsi traditi a nostra volta.
Ero, quindi, alquanto circospetta quando ho varcato la soglia del teatro, mi sono seduta comoda sulla mia poltrona in velluto (cara amica, quanto mi sei mancata questa estate) e il sipario si è aperto. Per fortuna Corrado D’Elia non mi ha deluso.
Questa sua versione dell’Otello coniuga perfettamente “classico” e “contemporaneo” ammiccando efficacemente all’atmosfera cinematografica: allestimento minimal, il nero come colore dominante, costumi moderni e urbani. Le parole, però, quelle vengono direttamente dal testo dell’opera. Inizialmente temevo che potesse risultare disturbante questo contrasto, e invece è stato un “matrimonio” bellissimo!
L’Otello di Corrado d’Elia, privo di orpelli scenografici e stilistici, riesce a restituire originalità, ritmo, poesia e colore al dramma di Shakespeare. Il Giornale
L’Otello di D’Elia si incentra principalmente sulla carnalità dell’opera Shakespeariana.
Protagonisti della piece sono la sessualità e la sensualità, il contatto tra i personaggi e la loro fisicità, quest’ultima in particolare messa in evidenza dai corpi semi-scoperti degli uomini, con un chiaro richiamo alla loro animalità.
Per tutta la rappresentazione un vortice di corpi si riversa sul palco, sempre in movimento, sempre interagendo tra loro e con l’acqua, unico elemento non “carnale” presente in scena. Ma l’acqua non riesce nel suo intento catartico, nemmeno al tragico epilogo.
Senza uno sfondo o una cornice geografica a ricordarci costantemente l’ambientazione, l’omicidio di Desdemona assurge a delitto universale, può essere tranquillamente assimilato ad uno dei tanti femminicidi che tristemente riempiono ogni giorno i nostri notiziari.
È una storia di passioni violente, d’amore e di morte. È un “Otello” dove il sociale è cancellato, non c’è Venezia, non c’è Cipro, ci sono solo sentimenti che in un’atmosfera in bilico tra veglia e incubo si aggrovigliano come serpi nel cesto di un incantatore. Corriere della Sera
Non è solo Otello ad uccidere Desdemona, è l’uomo che prevarica sulla donna. È l’uomo che fidandosi dei “suoi simili” e di se stesso più che della donna amata (?) compie l’atto più estremo nonostante la possibilità di una diversa soluzione (ad esempio il ripudio, come la stessa Desdemona lo implora). È l’orgoglio maschile che deve essere appagato. La soddisfazione di rivendicare il suo possesso, senza appello.
“Sulla linea di confine tra ombra e luce, diventa labile il confine tra bene e male, tra “onesto” e “disonesto”, tra amore puro e crudele inganno. Intorno a tutto questo abbiamo costruito i silenzi, le attese e le tensioni.” Corrado d’Elia
Quello che amo dell’Otello è l’estrema attualità dei suoi temi: le dinamiche delle relazioni violente e tossiche (amorose e non), il potere della parola che può deviare la percezione della realtà o addirittura condizionarla (basti pensare alle fake news o anche a certi gossip nel piccolo), la competizione e l’ambizione senza scrupoli (l’arrivismo sempre più incalzante in molte realtà lavorative di oggi). L’Otello di Corrado D’Elia coglie tutte queste tematiche nella loro essenzialità, eliminando gli elementi caratterizzanti dell’epoca e riprendendo tutto il simbolismo, regalandoci una rappresentazione pura. Da vedere.
DAL 25/10/2023 AL 02/11/2023
MTM – TEATRO LEONARDO MILANO
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di William Shakespeare
regia e adattamento di Corrado d’Elia
assistenti alla regia Marco Rodio e Marco Brambilla
con Corrado d’Elia, Giuseppe Sartori, Chiara Salvucci, Marco Brambilla, Giovanni Carretti, Marco Rodio,
Gianni Quillico, Dominique Evoli, Sara Dho.
scene Fabrizio Palla
foto di scena Angelo Redaelli
tecnico luci Francesca Brancaccio
tecnico audio Gianluca Agostini
produzione Compagnia Corrado d’Elia