Home AuthorCinzia Cicatelli Scrivere oggi? Questione di… stile!

Scrivere oggi? Questione di… stile!

di Cinzia Cicatelli

Lo ammetto, lo avrete notato, sono stile OLD SCHOOL. Sono per la scrittura semplice, a tratti (sperando) forbita, forse poco ammiccante e sarcastica e che ci tiene alla punteggiatura. Storco il naso se la virgola non è al posto giusto e cerco di eliminare i puntini sospensivi il più possibile. Se vedete grassetti e corsivi non da manuale è perché una parte di me vorrebbe “aggiornarsi”, essere “uptodate” alla linea stilistica contemporanea.

Come si scrive al giorno d’oggi? In maniera graffiante, spregiudicata, divertente, ambigua e piena zeppa di allusioni e doppi sensi. La scrittura ha creato la pubblicità e invece oggi è la pubblicità – ribellatasi come in Terminator – che sta reinventando la scrittura, in ogni singola sua espressione.

Bisogna sapersi vendere, sempre e comunque.

 Ecco che gli articoli di giornale sembrano più spot/televendite sugli eventi pubblicizzati piuttosto che critiche; le riviste specialistiche di approfondimento stanno soccombendo (perché leggere una recensione dettagliata se basta condividere su fb una citazione presa da wikipedia che si passa per intellettuali?); racconti e romanzi sono pieni zeppi di sfumature osè, satira sociale, cinismo radical chic, e più sei irriverente e spudorato meglio è. Sarà che siamo tutti arrabbiati, perché generalmente si vive male, senza prospettive lavorative, senza fiducia nelle istituzioni (e poca anche nei rapporti umani) e allora questa rabbia l’affrontiamo con un semplice “ridi che ti passa” o “sputa veleno che ti sfoghi e sei figo”.  Ed è giusto, perché è l’unico strumento che abbiamo per esorcizzare le nostre frustrazioni: scrivere o condividere una frase intelligente ad effetto ed essere al picco dei mi piace virtuali per un giorno!

Pensateci: quel minimo di rivoluzione politica in Italia è avvenuta grazie ad un blogger strillone: Beppe Grillo. Su twitter il più amato è Spinoza, molti di noi si aggiornano sulla politica grazie ai suoi tweet invece che seguendo il tg. Il fumettista più in auge al momento è Zerocalcare, con la sua lucida quanto disincantata analisi psicologica dell’uomo medio contemporaneo. Abbiamo poi le guru della moda che dicono senza mezzi termini alle loro fan “povere idiote che seguite tutto quello che faccio, mi fate pena” e le si osanna per la loro incurante sincerità! (Allibisco!).

Leggo blog di amici e conoscenti e mi sento quasi aggredita tanto è il veleno d’inchistro di cui sono intrise le loro parole;  “bisognerebbe proporre il porto d’armi anche per gli scrittori” (frase illuminata che ho letto recentemente non ricordo dove).

stile

Le blogger in particolar modo (eccezion fatta per quelle tutte confettini, fiorellini e merletti) fanno la voce grossa, sfoggiando pensieri da scaricatrici di porto, convinte, così, di stare affermando la loro totale emancipazione vivendo a pieno la loro femminilità senza condizionamenti (?). Perfino nei concorsi letterari  – salvo sempre le poche mosche bianche – si prediligono storie forti, trasgressive, con sentimenti “eccezionali”, rapporti sessuali a tre, quattro, cinque con uomini, animali, cose e città… (vedete, anche io sono caduta nella trappola e cerco di essere “ironica e frizzante”  per piacervi, per attirarvi, per farmi apprezzare e seguire!).

Tutto ciò che è scritto in questo post è una serie di considerazioni forse ovvie e banali, ma fatemi un piccolo favore: aprite la vostra home di fb e date un’occhiata agli ultimi stati dei vostri amici e ai titoli dei post delle fanpage che seguite. Notato niente? Ancora no? Allora date un’occhiata al post con più “mi piace”, che c’è scritto?

Questo mio articolo vuole solo farvi soffermare 5 minuti sulla scrittura oggi e sulle sue caratteristiche, senza demonizzare o osannare che tanto, lo sappiamo, siamo figli del nostro tempo e volente o nolente tutti ne siamo emblema.

Permettetemi un ultimo consiglio a tutti gli scriba contemporanei: imparate la tecnica della battuta sagace se volete cavalcare la cresta dell’onda, altrimenti non “vi fila” proprio nessuno!

Ed io? Non mi resta che sperare nella ripresa economica globale!

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