Questa settimana nel mio articolo vi illuminerò su una delle opere più belle del grande pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio, le Sette Opere di Misericordia. La scelta di trattare proprio di Caravaggio è avvenuta più che altro grazie ad un suggerimento molto ben accolto proprio perché cadeva a pennello. Bhè, appurato il fatto di voler parlare di Caravaggio, vi chiederete il perché io voglia approfondire soprattutto questo suo eccezionale capolavoro (senza togliere nulla agli altri di superbo interesse). Ebbene, capirete il motivo pian piano durante l’articolo.
Caravaggio è stato un grande pittore italiano il cui vanto è quello di essere stato capace di combinare un’analisi dello stato umano, sia fisico che emotivo, con un drammatico uso della luce; il tutto ha avuto una forte influenza formativa sulla pittura barocca del XVII secolo. Il dipinto, olio su tela di cm 390×260, è stato realizzato tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607 ed è conservato presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli. La congregazione del Pio Monte comprendeva, tra i suoi aderenti, anche Luigi-Carafa-Colonna appartenente alla famiglia che protesse la fuga di Caravaggio da Roma a seguito dei suoi guai con la legge.
La composizione raffigura le “Sette opere di Misericordia”: le sei enunciate da Cristo nel Vangelo di Matteo con l’aggiunta della sepoltura dei morti che, a seguito della recente carestia, era diventata un problema importante per la città di Napoli.
Probabilmente, in origine i deputati del Pio Monte avevano chiesto per il quadro la raffigurazione della Madonna della Misericordia realizzata magari secondo l’iconografia tradizionale e cioè la Vergine sotto il cui mantello avrebbero potuto trovare posto da un lato i rappresentanti dell’istituzione laicale e dall’atro le opere che essa praticava; ma tutto ciò non rientrava negli schemi compositivi e mentali del Merisi.
Caravaggio decise di sviluppare l’iconografia su due livelli: nella parte alta la Madonna con Gesù Bambino e gli angeli, mentre nella parte bassa le sette opere di Misericordia tutte insieme. E’ proprio in questo modo che Caravaggio sconvolge due iconografie tradizionali, quella delle sette opere che solitamente venivano rappresentate singolarmente ed annesse al giudizio finale e quella della Madonna della Misericordia, tema molto caro alla pittura del Quattrocento, che non occupa più un ruolo centrale. Inoltre, la divisione della composizione in due registri distinti è stato voluto per precisare che è il mondo celeste e sovrannaturale che attua “collegamenti” con quello terreno e non viceversa. Infatti nessuno dei personaggi della parte bassa mostra interesse per la presenza divina in alto e ciò induce a credere che in quegli uomini non c’è la minima preoccupazione di compiere l’opera per un fine di redenzione, ma lo si fa solo come doveroso impegno civile. La pratica caritativa diviene la più sincera e fedele manifestazione dell’insegnamento del Cristo.
E veniamo ora al motivo che mi ha portato a scrivere questo articolo: Papa Francesco ha indetto quest’anno, durante la sua omelia della celebrazione penitenziale, un Giubileo straordinario visto come un’opportunità attraverso cui “la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia”. Questo Anno Santo inizierà con la prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre 2016. Secondo Papa Francesco tutta la Chiesa ha tanto bisogno di ricevere misericordia perché tutti siamo peccatori e la speranza è che si possa trovare in questo Giubileo la gioia di riscoprire la Misericordia di Dio. Per il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco, monsignor Donald Sakano della St. Patrick’s Old Cathedral di New York, nella centralissima Quinta Strada, ha scelto proprio il presepe napoletano per raccontare il volto tangibile della Misericordia. Sakano dà carta bianca ai fratelli Scuotto del laboratorio d’arte “La Scarabattola”. Il Presepe della Misericordia ora è pronto e partirà presto per l’America per essere un’installazione permanente della cattedrale newyorkese, scelta come chiesa giubilare. L’inaugurazione sarà il prossimo 8 dicembre, in concomitanza con l’apertura dell’Anno Santo. Secondo i fratelli Scuotto, il presepe napoletano è tra gli strumenti più efficaci per narrare le contraddizioni di un’umanità alla continua ricerca di redenzione. Il tema portante dell’opera, la Misericordia, è sottolineato dalla presenza di due scene principali i cui soggetti si ispirano, nell’una, al quadro Il figliol prodigo di Rembrandt e, nell’altra, a Le sette opere di Misericordia di Caravaggio.
Ebbene, ho scelto di illustrarvi meglio il tema di questo meraviglioso dipinto perché bene si collegava proprio a questo anno Giubilare e perché proprio in prima persona ho assistito passo passo alla realizzazione di questo straordinario presepe. Infatti è opera di un mio carissimo amico e collega, Biagio Roscigno, l’intera scenografia, completato e reso poi superbo proprio grazie ai pastori minuziosi e di supremo livello della Scarabattola.
Natale è quasi alle porte e, nell’attesa, potete deliziarvi con i bellissimi pastori artistici della Scarabattola andando a curiosare sulla loro fanpage.
