Quando ci si confronta con le forti aspettative è sempre difficile essere soddisfatti, specie se si sta parlando di uno dei romanzi più belli dell’ultimo decennio: insomma ho visto al cinema l’anteprima delle prime due puntate di Storia del Nuovo Cognome, tratto dalla saga de L’Amica Geniale della Ferrante, e sono rimasta un po’ delusa. Vi spiego subito il perché.
Storia del Nuovo Cognome è il libro che meglio esprime le mille sfumature di un universo scomparso, ma che fa da sottofondo ai ricordi dell’infanzia, come le cantilene delle nonne che non ricordiamo più ma sappiamo essere vere. Di tutta la saga è il momento in cui la scrittura della Ferrante è più “geniale”, ricca, vivace. Il potere narrativo della scrittrice è proprio quello di riuscire ad adattare contenuti, linguaggi e ritmo alla fase della vita delle due protagoniste. E in questo libro ci troviamo di fronte ad una scrittura creativa, guizzante e piena di potenzialità proprio come l’adolescenza, il periodo in cui Lila e Lenuccia sono ritratte in questa fase.
Quello che più mi era piaciuto leggendo la prima parte del libro è il “il trionfo della smarginatura”, l’innesco della bomba narrativa che sarebbe esplosa di lì a poco.
La vita di Lila che si fonde in un marasma indefinito di disgusto ed alienazione e, che nel mio immaginario, perdendo i contorni si frantuma in mille pezzi di mosaico, in mille atomi colorati, che si tramuteranno in altrettante storie. Lila come una demiurga, plasmatrice delle vite intorno a sé. Lila che combina e che scombina seminando il caos. Lila che lotta contro le convenzioni sociali. Lila che rifiuta la maternità. Lila che provoca il marito, rischiando ogni volta di essere riempita di botte. Lila figura rivoluzionaria. Lila destinata all’estinzione.
Dall’altra parte Lenuccia. Lenuccia che si limita ad osservare. Lenuccia che avanza con inerzia nella vita. Lenuccia bloccata tra infanzia ed età adulta. Lenuccia figura controrivoluzionaria. Lenuccia destinata alla sopravvivenza.
Lila fa, Lenuccia sta.
In questo libro mi sembra chiaro come le due protagoniste siano travolte dalla stessa onda invisibile, un’onda che trascinerà ineluttabilmente Lila verso il fondo nonostante si sbracci per emergere e al contrario spingerà Lenuccia in alto verso la cresta senza sforzi, sfruttando semplicemente il principio di Archimede.
Proprio dalle prime pagine si palesa il punto cruciale del romanzo: la magica Lila destinata a grandi cose va sempre più a fondo e l’insulsa Lenuccia intraprende la strada che la porterà a realizzare tutto quello che sembrava destinato a Lila: la scuola, la libertà, il successo. L’una che desidera essere l’altra e viceversa, ma fatalmente indirizzate verso l’opposto, in un gioco senza fine.
Ed ecco quello in cui difettano queste prime due puntate della fiction: non c’è niente di tutto questo ritmo, di tutta questa forza motrice che anima la narrazione. Non c’è mordente, c’è solo miseria senza chiaroscuri. Un’apnea di due ore in cui è difficile prendere fiato e che ci trascina in uno stallo emotivo, in una piattezza narrativa in cui è difficile riconoscere perfino le stesse protagoniste.
Lila vittima senza scampo dell’inganno del suo matrimonio, Lenuccia statica e quasi inutile se non come voce narrante, il rione una prigione senza via di fuga. Tutti gli altri personaggi che compaiono sullo schermo sono pallide ombre senza spessore, fantasmi di se stessi, ragazzini già adulti, vecchi, in una società ostile e maligna (altro che Leopardi e la natura matrigna).
Insomma, interpretazione troppo piatta delle protagoniste e un tentativo di rappresentare il tragico di una intimità familiare che si limita ad essere una rappresentazione desolata. Una desolazione insostenibile, che non riesce a coinvolgere lo spettatore, con il risultato di essere molle e poco appassionante, cosa che questo splendido romanzo non merita.
Speriamo che con l’arrivo dell’estate e l’approdo a Ischia cambi qualcosa…
L’appuntamento con L’amica geniale – Storia del nuovo cognome è per lunedì 10 febbraio alle 21:25 su Rai Uno
L’AMICA GENIALE – STORIA DEL NUOVO COGNOME (8 episodi da 50’) è una produzione Fandango, The Apartment e Wildside, parte di Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, in collaborazione con HBO Entertainment e in co-produzione con Mowe e Umedia.