Home AuthorCinzia Cicatelli Tutti MUTU al TAV con Aldo Rapè

Tutti MUTU al TAV con Aldo Rapè

by Cinzia Cicatelli

Al TAV di Frattamaggiore siamo davvero rimasti “Mutu” alla messa in scena della piéce teatrale scritta da Aldo Rapè. “Mutu” perché non restano molte parole quando il messaggio è potente, diretto, intimo e familiare come solo a Napoli può essere recepito -oltre che in Sicilia, terra d’ambientazione dello spettacolo. Ma cosa resta, se non restano parole? Resta una tacita alchimia tra lo spettatore e la storia raccontata, un legame d’arte, perché “Mutu” ti riesce a coinvolgere, in un modo o in un altro. Magari perché sei mafioso, o magari perché detesti i mafiosi; forse perché sei cattolico o al contrario sei un convinto anticlericale; può darsi perché credi che “il fine giustifica i mezzi” o perché per te l’onore e la dignità vengono sempre prima di tutto, anche della famiglia… insomma non c’è via d’uscita all’empatia artistica con questo piccolo capolavoro.

“Piccolo”, perché in 60 minuti riesce a condensare il controverso binomio mafia/chiesa, perché bastano solo due attori, pochi metri quadri di palcoscenico e qualche oggetto di scena. L’essenziale.

E “Capolavoro”, perché il valore di un opera non dipende soltanto dall’interpretazione, dallo stile, dagli applausi, ma dalla capacità di far parlare di sè dopo che il sipario è calato. Ed è successo che mentre eravamo davanti ad una birra due ore dopo lo spettacolo, ne abbiamo parlato, abbiamo discusso, abbiamo quasi “litigato” sui personaggi e sulle loro azioni.

m_01

Due fratelli, il giorno e la notte, il bene e il male, così sembra. Sembra. Perché il caro prelato Salvuccio che va in visita al fratello dopo ben 10 anni di assenza non è totalmente esente dalle colpe. Anche lui è rimasto tanto tempo “mutu” di fronte alla realtà mafiosa in cui viveva, di cui era figlio per sangue e per eredità culturale. Mentre Rosario, il mafioso “per fame e non per coraggio” ha scelto la pistola per poter sfamare 10 piccole bocche e “la madonna”.

“Uno che fa prostituire la propria moglie è davvero una brava persona… Non parlare così della mamma! E come ne devo parlare? Come se fosse la Madonna? La mamma era la Madonna! La Madonna non si sarebbe mai prostituita! Se avesse avuto undici figli da sfamare, forse, l’avrebbe fatto pure lei! Mutu, ta’ stari mutu!”

Una assoluzione? Un’attenuante? Assolutamente no: lo sa lui e lo sa il fratello Salvuccio, che tuttavia mai risponde alle0312 domande legittime del fratello. Se esiste un Dio perché fa succedere tutto questo? Perché non interviene? Perché la Chiesa si veste d’oro e lascia che sia la violenza a nutrire la povertà?

Domande che ognuno di noi si pone, prima che entri in gioco l’etica a fare da arbitro tra i nostri dubbi e i nostri pensieri. Ed ecco che la parentela tra prete/mafioso sembra assurgere ad allegoria più ampia: il legame tra Mafia e Chiesa, organizzazioni che pur con fini e mezzi diametralmente opposti, si ritrovano ad intersecarsi continuamente lungo il percorso.  Un profondo senso religioso pervade i mafiosi, i quali invocano Dio quando uccidono, lo stesso Dio che guida la Santa Chiesa.

Rosario e Salvuccio, il nero ed il bianco, due “recite” contrapposte per uno stesso fine, evadere, strappandosi tutte le maschere, una ad una, per ritrovarsi fratelli in un unico abbraccio strategico, dove il sangue bussa all’anima in una esplosione emotiva, entrambi liberi, l’uno grazie all’altro.

mutu locandinaEcco cosa sconfigge l’appartenenza a queste due “fazioni”, l’unica cosa che può porre fine alla lotta tra guelfi e ghibellini (in fondo la mafia è “un altro stato”): la fratellanza. Questo mette il punto in “Mutu” lasciandoci senza parole, una potente e sacrosanta verità: amor vincit omnia. 

Complimenti al TAV per aver portato in una piccola cittadina di provincia uno spettacolo degno dei più grandi palcoscenici… e delle più grandi sale! In anteprima abbiamo saputo che Mutu diventerà un film, in bocca al lupo.

You may also like

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.