Il Laboratorio Formentini per l’editoria propone quest’anno “L’Invenzione Editoriale”, un interessante ciclo di incontri e dibattiti tra pubblico ed esperti in cui i libri sono protagonisti indiscussi, durante il quale martedì 4 ottobre si è tenuto il sesto incontro, intitolato Vestiti da viaggio. Raffaella Poletti, editor di architettura e design, e Mario Piazza, esperto di comunicazione, hanno raccontato al pubblico presente l’avvincente storia di alcuni libri e del loro viaggio nel corso del tempo.
L’incontro “Vestiti da Viaggio” si inserisce all’interno del programma di Design Milano City, una settimana di mostre, incontri e workshop a tema design che si svolgerà a Milano fino al 9 ottobre.
Il viaggio è una dimensione fondamentale della contemporaneità, qualcosa che ciascuno di noi affronta ormai quotidianamente. Gli uomini non sono però gli unici a viaggiare, anche i libri possono sperimentare una dimensione di viaggio, seppure completamente diversa.
Un libro riesce ad attraversare non solo lo spazio, ma anche il tempo. È interessante cercare di capire come un volume possa viaggiare anche tramite il cambiamento delle sue vesti grafiche e tipografiche, attraverso le diverse edizioni e traduzioni. Questa la tematica principale dell’incontro svoltosi al Laborotorio Formetini, nella suggestiva cornice del Quartiere Brera di Milano.
Raffaella Poletti utilizza un’interessante metafora per introdurre la questione. Alcuni libri viaggiano in modo semplice e leggero, quasi come fossero uno zaino, un bagaglio poco ingombrante. Altri testi invece sono come pesanti bauli, interpretati e ricodificati nel corso delle epoche sulla base del cambiamento di istanze, valori e momenti storici.
Un esempio di viaggio leggero è rappresentato dal libro Space, time and architecture di Sigfried Giedion.
La prima edizione del volume è del 1941, la grafica selezionata all’epoca cerca di creare una sorta di aderenza tra le tesi dell’autore, volte a diffondere il più possibile l’architettura moderna, e il linguaggio tipografico. Nonostante le varie ristampe e le traduzioni in moltissime lingue, l’edizione originale – curata in Italia dalla casa editrice Hoepli – resta pressoché invariata.
Il messaggio dell’autore viene conservato, mantenuto esattamente com’era all’origine.
La principale storia raccontata dai relatori è però quella del libro Learning from Las Vegas di Robert Venturi e Denise Scott Brown.
Il testo è il risultato di una ricognizione, svoltasi nel 1968, di un gruppo di ricercatori e studenti del MIT nel deserto del Nevada. L’obiettivo era indagare la realtà architettonica di Las Vegas, città che rappresentava una novità assoluta negli anni Settanta.
Il libro nasce con un formato molto grande e una grafica modernista. Gli elementi spaziali sono al centro, mentre il testo risulta un elemento secondario, quasi difficile da leggere a causa delle ampie interlinee. La modernità era perfettamente rappresentativa del soggetto principale del testo: la città di Las Vegas e la sua particolare architettura.
Nel corso degli anni sono moltissime le diverse edizioni realizzate del libro, che viene continuamente modificato dal punto di vista grafico. Nell’edizione italiana il titolo viene inizialmente tradotto con Imparando da Las Vegas. Nel 2010 viene però realizzata una nuova edizione intitolata Imparare da Las Vegas. Si passa dall’idea di un processo attivo in corso a qualcosa di più forte e definito, quasi concluso: il significato cambia molto.
I libri citati nel corso dell’incontro fanno comprendere come esistano processi di continua interpretazione dei testi. Le varie edizioni non sono altro che esempi di come un libro possa modificarsi, attraversare le epoche ed incontrare un pubblico e delle esigenze diverse. Learning from Las Vegas ha viaggiato e cambiato vestito per andare incontro a valori altri, diversi. Nel corso del tempo ha acquisito un prestigio tale da diventare un punto di riferimento per l’architettura.
Le stesse foto dei due coniugi autori del volume che lavorano al progetto nel deserto del Nevada, un tempo rappresentative solo del lavoro di backstage dietro l’opera vera e propria, oggi sono diventate esse stesse una forma d’arte.
Il mondo cambia, le persone crescono e si evolvono.
I libri e l’arte ci accompagnano in questo processo, viaggiando nel tempo e nello spazio, adattandosi a noi.