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Vissi d’Arte Frida Kahlo: lettere d’amore e di dolore

di Cinzia Cicatelli

Vissi d’Arte – Frida Kahlo: lettere d’amore e di dolore è un condensato d’emozioni sotto forma di reading teatrale con musiche dal vivo e videoproiezioni, che riesce a ridare vita a una delle voci della storia (dell’arte) più dannatamente ricche di personalità. Perché Frida è Frida, nient’altro che pittrice e sua stessa musa, narratrice di un universo fatto di sole due persone: lei e Diego.

“Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera”.
Frida Kahlo

Mai come in questo caso la vita di una persona, di un’artista, di una donna può essere riassunta in pochi scarni grafemi. Questo rigo contiene le due parole chiave della vita di Frida Kahlo: amore – quello per Diego Rivera – e dolore, quello di una vita di malattia e sofferenza fisica, iniziata con il terribile incidente in pullman subito nell’adolescenza, che ha condizionato l’intera esistenza dell’artista messicana, privandole della sua unica aspirazione, la maternità.

Potrebbe sembrare banale dire che la vita di Frida sia tutta rinchiusa tra amore e dolore. Tutte le nostre vite sono scandite da queste due macroscopiche dimensioni esistenziali, ma per Frida Kahlo è stato diverso. Solo amore e solo dolore, tutto il resto per lei non aveva alcuna importanza: non il successo, non la vanità, nemmeno l’arte.

La sua arte, i suoi dipinti non sono che figli di amore e dolore, ritraggono solo questo senza pietà e da questo traggono la loro dirompente potenza espressiva; Frida ha sempre e solo dipinto una cosa che conosceva benissimo: se stessa.

frida kahlo: lettere d'amore e di dolore

Una vita condotta, quindi, secondo questi unici valori assoluti, proprio come si evince dal titolo della performance prodotta da Teatro dell’Osso: “lettere d’amore e di dolore”.

Nel corso del reading mi sono domandata più volte: a Frida piacerebbe tutto questo? Le piacerebbe che un gruppo di sconosciuti vengano ad applaudire le sue sventure e le sue sparute gioie? A ficcanasare curiosi nel suo inverso privato e fragile? Forse no, forse considererebbe stupido tutto questo, saremmo accusati di essere intellettuali apatici che invece di lavorare o “fare la rivoluzione” perdiamo tempo ad ascoltare rapiti le sue più segrete confessioni. Probabilmente avrebbe ragione su tutto, tranne che su una cosa: volente o nolente è diventata un simbolo, il simbolo di una donna indipendente, che non si è mai presa troppo sul serio proprio perché è “diventata vecchia in un solo istante” e i vecchi sanno che a conti fatti nella vita ciò che importa davvero è solo l’amore.

Si è trasformata nel simbolo dell’artista che non si piega alle mode, agli stili, ai committenti e al denaro. E i simboli, si sa, diventano esempi e gli esempi si imitano e forse qualche pigro intellettuale può prendere “ad esempio” la sua vita e innescare un qualcosa, qualcosa che magari può non rivoluzionare la società ma almeno la propria vita. E non è poco.

Non voglio dilungarmi sulla biografia di Frida, fonti ben più autorevoli possono farlo al posto mio, ma vi assicuro che il reading Vissi d’Arte – Frida Kahlo: lettere d’amore e di dolore offre un insight molto intimo e completo sull’artista. E il bello è che è l’artista stessa a raccontarsi, attraverso le sue stesse parole. Senza mistificazioni, interpretazioni o forzature.

Bravissimi Riccardo Polizzy Carbonelli, nei panni di Diego Rivera e  Titti Nuzzolese, in quelli di Frida, entrambi molto convincenti e coinvolgenti. Non è facile gestire un reading: oltre alle capacità mnemoniche e attoriali il carisma è un ingrediente indispensabile per tenere alta l’attenzione e i due attori sono riusciti perfettamente nello scopo, aiutati dalle videoproiezioni con didascalie sulle vicende biografiche dei due artisti che hanno contribuito a rendere coerente e chiara la cronologia degli avvenimenti. Una nota speciale anche all’accompagnamento con chitarra di Sergio Naddei e alla bella voce di Laura Tramontano.

Iniziative così avvicinano all’arte (anzi alle arti) non solo gli appassionati di genere, ma anche i più refrattari a questo genere di performance. Insomma Vissi d’Arte sono:

“Storie che meritano di essere raccontate perché ricche di esperienze eccezionali, vite che influenzano l’arte e opere d’arte che racchiudono una vita”.

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Complimenti alla produzione di Vissi d’Arte – Frida Kahlo: lettere d’amore e di dolore, agli attori e a chi trova un po’ di tempo per coltivare e amare l’arte in ogni sua forma!

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