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Innamorarsi dei Balcani

di i-Cult

Come è nata l’idea di arrivare a Instanbul passando dai Balcani? Sono in ufficio in un tipico pomeriggio milanese. Gli occhi appesantiti dalla pausa pranzo appena terminata, la mano sinistra a sorreggere la testa quasi stesse per staccarsi, la cravatta allentata per dare libertà al collo, il viso annebbiato dalla luce del display del pc. Prima di riprendere tabelle excel, workflow e calcoli…la mia testa comincia per l’n-sima volta a decollare verso mete e posti che forse manco esistono. A scrivere storie ed avventure alla Mark Twain o Herman Melville. Storie fatte di viaggi, incontri e culture diverse. Pochi minuti ancora prima di cominciare… apro un’immagine: la mappa dell’Europa. Mi si presenta come un foglio bianco su cui cominciare a disegnare con la testa rotte e percorsi immaginari. E’ solo questione di tempo perché questi prendano forma e consistenza. Come quando da bambino su fogli bristol bianchi tracciavo linee prima con la punta metallica del compasso per poi vedere apparire il disegno al passaggio dei colori a cera. Eccolo lì, prendere forma il mio prossimo viaggio fatto di piccoli obiettivi e mete a me sconosciute.

“Vado a Istanbul passando per i Balcani…e ci vado da solo col mio fedele zaino mimetico (quest’anno va anche di moda il mimetico), la mia amata fotocamera (una semplice compatta… che si sappia!) e a tu per tu con la mia ombra”.

Il viaggio prevede: partenza da Milano in treno fino a Trieste, poi un bus fino a Zagabria e da lì un aereo fino a Dubrovnik. Da qui in autobus fino a Mostar  per poi proseguire verso Sarajevo e infine a Foca. Rientrato a Sarajevo si parte per Istanbul e Cappadocia. Ecco un filmato che riassume il viaggio:

Ore 21:00 sono alla stazione degli autobus di Zagabria. Con mappa alla mano ed indicazioni per raggiungere l’ostello. Sono circa le 21.30 passate e nonostante sia da solo, i negozi siano chiusi e per strada poche persone, mi sento a mio agio, con una strana sensazione di calma e sicurezza. Trovo il mio ostello: Hobo Bear Hostel. Ricercato su hostelworld sulla base delle recensioni e commenti. Scelta azzeccatissma!!!

Zagabria veste i panni di una bellissima donna di mezza età, la cui eleganza è capace di ipnotizzarti e il suo profumo ammaliarti. Zagabria mostra la sua raffinatezza con cultura e bellezze architettoniche, da fare invidia alle sue cugine europee. Le facciate dei palazzi raccontano la sua storia dal passato tumultuoso, mentre le vie e le piazze della città testimoniano l’incontro di diverse culture fuse a delineare l’identità di questa metropoli. Zagabria è una bellissima donna formosa, dalle labbra disegnate per rubarti (senza che te accorga) un bacio e dal taglio d’occhi pungente. Zagabria è una bellissima donna seduta su una panchina a sorvegliare il suo bambino che corre e si sporca nel parco. Zagabria è quella donna che al mattino si muove sinuosa tra i banchi del mercato Dolac.

Dalla stazione degli autobus prendo l’autobus per l’aeroporto. Il costo del biglietto dell’autobus è di 30 Kuna (quasi 4 euro) e in mezz’ora circa sono all’aeroporto. Sul tabellone delle partenze di fianco al mio volo per Dubrovnik c’è scritto KASNI… ci metto poco per realizzare che significa RITARDO. Un ritardo di sole 4 ore  -___-‘! Provo a parlare con la signorina della Croatia Airlines, mi rimbalza (gentilmente) alla signorina del check-in che a sua volta mi rimbalza (gentilmente) alla signorina di cui prima. Non so perché e per come, mi mettono su un volo che parte entro 20 minuti….yeah ;).

Ore 14 arrivo all’aeroporto di Dubrovnik. Prendo l’autobus per il centro (dalla radio del bus ascolto Pino Daniele) e in 40 minuti sono nei pressi dello stazionamento degli autobus a pochi metri dal porto. Chiamo Jisp dall’ostello Dubrovnik Backpackers, prenotato su hostelworld, per un passaggio in auto.

Dubrovnik – in italiano Ragusa, è situata lungo la costa della Dalmazia ed è soprannominata la “perla dell’Adriatico”. Sembra essere la sorella piccola di Zagabria. Dubrovnik è la sorella giovane, dalla pelle abbronzata, al profumo di crema doposole e dal vestitino bianco a coprire mezza coscia. Dubrovnik è quella giovane ragazza che di sera cena fuori casa, seduta al tavolino di un ristorante che affaccia sul mare e sorseggia del vino bianco. Dubrovnik è quella giovane ragazza dal sandalo col tacco e dallo smalto rosso che ti invita (senza proferire una sola parola) a dedicarle la tua attenzione.

Di particolare bellezza, il centro storico, dichiarato patrimonio dell’UNESCO. Dedico qualche ora di sera per un giro tra questi vicoletti gremiti di persone, piccoli bazar e ristoranti. Durante il giorno invece me ne sto sdraiato al Sole su una scogliera ben lontana dalle spiagge affollate di turisti e dai megagruppi di crocieristi. Me ne sto tranquillo e beato a godermi qualche tuffo e a dilettarmi con la mia videocamera per qualche spezzone video da montare al rientro.

drovnikNel tardo pomeriggio del secondo ed ultimo giorno organizzo la mia prossima tappa: Mostar (Bosnia) per un tuffo nelle Kravice Falls. Cascate che qui nessuno (mi pare) conosca. Acquisto il biglietto del bus (circa 15 Euro) che mi porterà da Dubrovnik a Mostar. Partenza l’indomani alle ore 8:00 del mattino.

Mostar – Parto alla volta della meta prestabilita, dove farò tappa per un giorno per poi partire alla volta di Sarajevo. Passo il confine tra Croazia e Bosnia… il mare, la spiagge e le calette lasciano spazio prima a paesaggi collinari fatte di rocce bianche caucasiche con ciuffi di alberi e siepi verdeggianti per poi proseguire su tornanti che abbracciano rilievi montuosi che sovrastano piccole vallate di campi coltivati. Mostar è la capitale non ufficiale dell’Erzegovina. Conta poco più di 100.000 abitanti ed il nome deriva dal suo “ponte vecchio” (lo Stari Most) e dalle torri sulle due rive, dette i “custodi del ponte” (mostari). Arrivo alle Kravice Falls, alte circa 25 metri. 

balcani 04Lascio parlare le foto. Faccio un bagno per rinfrescarmi e proteggermi dal Sole cocente e un paio di tuffi dalle rocce che costeggiano la base delle cascate. Il tutto con la mia fedelissima videocamera compatta.

Alle 18:00 partenza in autobus per Sarajevo, ultima corsa della giornata. Ce ne sono 4-5 al giorno e il prezzo del biglietto è poco meno di 10 Euro. Sono circa le 22:00, arrivo alla stazione degli autobus di Sarajevo. Prelevo un pò di moneta locale (Marco Convertibile: 1 KM equivale a 0,50 Euro). Una leggera brezza mi tiene compagnia al punto da invitarmi a mettere su una felpa. Attacco il mio mio zaino, mappa alla mano e vado alla ricerca del mio ostello: Balkan Han Hostel (hostelworld.com). Non lasciatevi assalire dai dubbi quando vedete le foto, è esattamente così. Credo uno dei migliori ostelli che abbia frequentato per stile, posizione, staff e persone incontrate.

Sarajevo – E’ da sempre una città in cui convivono tre diverse religioni: l’islam, il cristianesimo (con due confessioni: cattolica, legata ai croati, ed ortodossa, praticata dai serbi) e l’ebraismo. Il grande clima di tolleranza e rispetto tra queste confessioni ha portato a soprannominare Sarajevo la Gerusalemme d’Europa.

balcani 05

Sarajevo sembra una giovane donna dagli occhi vivi e dallo sguardo ricco di esperienza. Sul volto ancora quei segni e quelle cicatrici di una guerra che l’ha segnata poco più di 20 anni fa che si mostrano ai tanti turisti attraverso qualche edificio in periferia trivellato dai colpi di arma da fuoco. Sarajevo sembra una giovane donna con il capo coperto e un lungo vestito floreale, dai tratti medio-orientali e i capelli nero catrame. Sarajevo sembra una giovane donna che con ingenua reticenza e pacate movenze ti porta per mano a lasciare l’Europa per approdare in medio-oriente. Sarajevo è una giovane donna che ti tiene compagnia, seduti sul ciglio di un marciapiede, nel seguire una partita di scacchi in piazza.

Preparo il mio backpack. Pronto per lasciare Sarajevo e dirigermi verso Foca (si legge Fotcha) in autobus.

Durante l’organizzazione del  mio viaggio ho avuto uno scambio di mail con Borko che dirige il Rafting Centar Drina Tara. Il canyon del Tara è uno dei più profondi d’Europa e le sue acque limpide sono tanto invitanti quanto gelide. Resterò qui una notte. Alloggerò in una piccola costruzione in legno (lo spazio necessario per un letto a due piazze) sulla riva del fiume circondato da monti e a pochi bassi dal confine del Montenegro.

15 min di taxi (poco più di 5 Euro) fino a Sarajevo Est. Altri 5 Euro per il biglietto del bus. Partenza per Foca alle ore 9:00.

Dopo 3 ore di pagaiate, ripide e tuffo nell’acqua gelida arriviamo al campo. Mettiamo la nostra roba ad asciugare, una doccia e il pranzo è servito. Le portate sono davvero impegnative e abbondanti: dalla carne di vitello all’agnello, da una zuppa di verdure ad involtini di selvaggina per poi chiudere con del dolce al cioccolato e scaglie di cocco. Non mi resta che fare una pausa relax sulla riva del fiume sdraiato su una comodissima amaca.

Al calare della sera, che porta con sè un pò di freddo, un fuoco scoppiettante ci invita a sederci su panche di legno e su enormi tavoloni ci viene servita la cena. Manco a dirlo: portate impegnative ed abbondanti.

(costo totale comprensivo di pranzo, cena, trasporto, rafting e pernotto è stato di 50 Euro. Direi ottimo!!!).

L’indomani mattina alle 7:00, un Pajero mi riaccompagnerà allo stazionamento degli autobus di Foca per rientrare a Sarajevo. Trascorrerò una mezza giornata qui prima di ripartire per (in aereo) per Istanbul.

Goodbye Balcani

NEXT STOP: TURCHIA

La redazione di CULT! consiglia  a tutti i lettori di seguire Corrado sul suo blog di viaggi —>Girovagoblog , nel quale troverete anche il resoconto dettagliato del suo viaggio.

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