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Napoli Teatro Festival 2015 – the second coming

di Cinzia Cicatelli

Quest’anno giugno a Napoli vuol dire due cose: il primo bagno a mare della stagione e Napoli Teatro Festival 2015. Due eventi tanto attesi dai napoletani e soprattutto dalla nostra redazione che ormai segue la kermesse teatrale come insider da ben 3 anni.

Ogni anno le aspettative sono tante, e spesso attendiamo con ansia il cartellone per dividerci gli spettacoli in base alle nostre passioni/competenze: Angelo si occupa prevalentemente di Fringe e teatro sperimentale, io sono addetta speciale al balletto e alla danza e poi quest’anno Sebastiano, esperto di letteratura classica, ci sta dando la sua personale prospettiva per le diverse pièce ispirate ai miti greci (sua la mini-recensione di Cassandra, che segue).

Questo articolo, di fatti, offre il nostro insight sulla settimana 2 del Napoli Teatro Festival 2015. Un festival, quest’anno passato più in sordina rispetto alle scorse edizioni e che sembra puntare su performance per un pubblico abituato già a calcare le platee dei teatri. Un festival dal linguaggio più forbito ed ermetico, soprattutto per chi con curiosità si avvicina per la prima volta alla manifestazione. Se questo aspetto da un lato sembra incoraggiare il teatro come forma alta di riflessione sulla contemporaneità, dall’altra tende ad essere più elitario, finendo per soffocare i tentativi di emersione del genere dalle paludi della attuale società (iper)digitale.

Ma adesso veniamo a noi e agli spettacoli a cui abbiamo assistito in questa seconda settimana del Napoli Teatro Festival 2015.

Ballet Black

Castel Sant’Elmo/piazza d’Armi

Sono diplomata in danza e ho un amore viscerale per la letteratura inglese. Come non poteva saltarmi all’occhio (e al cuore) questa performance ispirata a “The second coming” di William Butler Yeats e a “Sogno di una notte di mezz’estate” di William Shakesperare?

Ballet Black,  la compagnia di danza moderna diretta da Cassa Pancho, ha preparato per il Napoli Teatro Festival 2015 due lavori davvero interessanti e accattivanti, resi ancora più suggestivi dalla sognante cornice della Piazza d’Armi di Castel Sant’Elmo.

dm-second-coming-cira-robinson-jose-alves-duet-profile_1000Mark Bruce nel suo “Second Coming” ha dato vita a tutte le figure oniriche e perturbanti della profetica poesia di Yeats.

Demoni e creature striscianti si riunivano in una danza macabra e sbeffeggiante in una specie di “disco inferno” che trasportava il pubblico nei peccaminosi gironi infernali.

Davvero notevole il passo a due di Jose Alves e Cira Robinson, uno splendido ed incantevole angelo nero.

Napoli Teatro Festival 2015

La seconda parte è firmata Arthur Pita e ci trasporta in un altro luogo peccaminoso ed irraggiungibile: è la foresta incantata di “Sogno di una notte di mezza estate”. L’atmosfera è più giocosa e la commistione di balletto classico e neoclassico più rimarcata: Puk genera il caos trasformando l’esecuzione classica del balletto in coreografie ludiche e confusionarie. Molto bello il passo a due tutto maschile, delicato e romantico al contrario di quello tutto al femminile, brioso e provocatorio.

Cassandra – Festa di Nozze – Variazione sul mito n. 2

Galleria Toledo

Il mito che passa di bocca in bocca, di secolo in secolo, di testo in testo si trasforma continuamente, di donna in donna, su una scena che è paesaggio, storicamente e psicologicamente appropriato, della desolazione di Cassandra che rivive l’amore, l’orrore, la morte e la follia che predice.  Tuttavia, a differenza del mito, il testo di Laura Angiulli, a mio avviso, non si presta  ad una fruizione orale: a meno di non essere consumati grecisti, risulta difficile. Forse troppo.

In ciò, d’altronde, si rivela la straordinaria bravura delle sue interpreti, Alessandra D’Elia e Caterina Spadaro, avvolte insieme al pubblico dalla voce di Maria Pia De Vito in un canto che si perde nel tempo.

Cassandra-prove-foto-1

Extremalism – Il Corpo in rivolta

Teatro Mercadante

Quello a cui ho assistito al Mercadante è una performance che mi ha letteralmente diviso a metà. Da esperta di danza non posso che encomiare tutti e trenta i superlativi ballerini del Ballet National de Marseille e dell’ICKamsterdam, i quali hanno omaggiato con questo spettacolo il ventesimo anniversario della collaborazione dei coreografi Emio Greco e Pieter C. Scholten. La prestazione fisica dei danzatori è “estrema”, superba, ai limiti del corpo: 1 ora e trenta di tensione ed energia pura, minimale ed animale, senza sbavature, senza pause. Una sorta di “possessione baccanale” che non mira all’estasi, ma tutt’altro, esemplifica all’annientamento del corpo sotto le pressioni di forze esterne e condizioni avverse.

Ma cosa si prova nell’osservare questo spettacolo? Disagio. Il disagio dei corpi avvolge gli spettatori in una spirale di insofferenza e, si dice a Napoli “arteteca” (lo so sembra contraddittorio, ma è proprio così). Lo spettacolo diventa insostenibile, con l’insieme di questi corpi che sembrano proiettati in un futuro remoto e sospeso, come nelle migliori pellicole fantascientifiche o, come ha acutamente osservato il mio accompagnatore, come in una scena tipicamente “sorrentiniana”. I coreografi riescono perfettamente a trasmettere le sensazioni conturbanti e, nel contempo, seduttive della sofferenza fisica, cristallizzando il tempo in un eterno ripiegamento su se stesso e su quel bip bip incessante di sottofondo che simboleggia la tecnologia.

Ma anche questo spettacolo, soprattutto questo spettacolo, è tanto un premio per gli amanti del teatro impegnato quanto un deterrente per i neofiti.

extremalism

Manca ancora una settimana alla fine di questa edizione, al prossimo articolo con gli ultimi spettacoli del Napoli Teatro Festival 2015. Bye bye for now!

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