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Dignità Autonome di Prostituzione, il bordello dell’arte!

di Cinzia Cicatelli

“Venghino signori venghino”. Inizia un po’ così Dignità Autonome di Prostituzione, con quel tocco d’altri tempi, che sa di promesse di meraviglie sui generis. Un adescamento in piena regola, che avviene quando si è ancora in strada, ancor prima di varcare le porte del teatro – il Bellini di Napoli in questo caso – trasformato per l’occasione in un bordello… dell’arte!

Ed eccoci all’ingresso, bloccati dalla prima esuberante maitresse che ci accoglie con il suo canto d’apertura, prima di poter accedere al teatro vero e proprio. E qui inizia già il “bordello”: nessun posto a sedere, gli spettator… ops i clienti iniziano confusamente a sparpagliarsi tra platea e palchetti, setacciandoli ad uno ad uno per trovare posti liberi.  Ma quel che ci aspetta è al dir poco sorprendente: la platea è “rivoltata” da cima a fondo, le poltrone ribaltate e ammucchiate una sull’altra; c’è gente seduta a terra, sulle scale, sulle poche sedie disponibili.

Inizia lo spettacolo, tra il vociare generale.  Si canta, contro l’Italia delle subrette senza arte né parte, contro un’Italia pappona nei confronti degli artisti, mal pagati, insultati, umiliati, si eleva un coro contro un’Italia che non sa più riconoscere il vero valore della produzione artistica. Il mestiere più antico del mondo ne ha da raccontare, ne ha di saggezza da elargire senza veli e senza ipocrisie…

E la magia avviene: non c’è più tempo, né spazio in quel luogo, non ci sono le regole del teatro, tutto viene sovvertito: si canta, si balla, si ride sguaiatamente, si applaudisce, ci si lamenta. Si è davvero in un postribolo,  il nostro es prova una maliziosa curiosità, frenata da un prudente e refrattario superio.
dignità autonome di prostituzione bellinicasa chiusa dell arteclio evans wandaUn’esperienza metateatrale già di grande impatto… ma la vera sorpresa avviene durante la “contrattazione”.

Dopo la cabarettistica intro, gli spettatori diventano davvero clienti, scegliendo gli artisti e “pagandoli” con dei dollarini consegnati all’ingresso, in cambio di una prestazione artistica a scatola chiusa. Esattamente come avviene in una casa di tolleranza, la scelta della prostituta o del prostituto avviene un po’ per caso, un po’ su ispirazione, un po’ perché chi vuoi è già occupato e quindi bisogna virare sull’opzione B.

Qui inizia il bello, qui inizia l’esperienza che rende unico questo spettacolo nello spettacolo: ci si muove. Sì, non si è mai nello stesso posto durante Dignità Autonome di Prostituzione, si scoprono luoghi del teatro solitamente chiusi al pubblico, anfratti segreti e nascosti: ci si ritrova ad assistere alle performance negli scantinati, nei camerini, nei bagni, in soffitta, nell’ufficio dell’amministrazione o perfino fuori, uscendo per strada, in un altro locale.

Ma al divertimento dovuto a questo tipo di teatro interattivo e anarchico, che merita il successo e il sold out della serata dello scorso venerdì, si aggiunge la qualità delle interpretazioni attoriali. Quattro/cinque in media i monoghi che si riesce a contrattare (su un totale di una cinquantina di interpreti che si alternano durante le serate). Monologhi diversi, gran parte firmati da Luciano Melchionna, il visionario e bravissimo “papi” dello spettacolo.

Una menzione speciale va alla bravissima Annarita Ferraro nei panni di una convincente Lolitina. Seducente e perfettamente calata nella parte della piccola ninfetta di Nabokov, abbina una interpretazione molto convincente con un’ottima capacità di improvvisazione.
annarita ferraro lolitinaAltrettanto meritevole anche Sylvia De Fanti, alias La Francese. Un monologo intenso e struggente sul corpo femminile e, appunto, sulla dignità della scelta, amara ma consapevole, di essere una prostituta.
sylvia de fanti franceseDopo tre ore e mezza di pillole di piacere non si può che restare soddisfatti (a meno che non siate proprio dei sessuomani dell’arte) e si è pronti al gran finale, di nuovo in teatro, quando Dignità Autonome di Prostituzione si trasforma in una “balera”, come annuncia lo stesso Melchionna.

Ed è così che si tira avanti quasi un’altra oretta, tra canti e balli, celebrando tra il trash, il decadentismo e un’apparente sguaiatezza la fine e profonda arte del teatro.

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Dignità Autonome di Prostituzione
uno spettacolo di  Luciano Melchionna
dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna
Teatro Bellini – Napoli
Dal 19/02/2015 al 15/03/2015

 

 

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