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Come imparare la lingua del futuro: il cinese

di i-Cult

Qual è la lingua più diffusa al mondo? Se pensi all’inglese ti sbagli di grosso, perché c’è un unico idioma che fa da drago tra i parlanti del globo terreste: il cinese!

Non si può sottovalutare il fatto che più di un miliardo di persone parlino questa lingua e in un periodo storico in cui la Cina ha vissuto una vera e propria escalation in termini economici e di apertura culturale verso l’Occidente, imparare la lingua cinese può essere un asso nella manica per affacciarsi al mondo del lavoro in maniera competitiva.

Per chi vuole approfondire la millenaria cultura cinese non può perdersi la kermesse MilleunaCina: il festival che dal 2010 si propone di offrire una panoramica a 360° sul tessuto culturale, sociale e antropologico della nuova Cina.

L’edizione del 2016 si terrà in due tappe, una a Maggio, l’altra a Novembre ed è dedicata al tema delle “contraddizioni”. Una settimana fitta di appuntamenti, dove ogni giornata è dedicata a un’espressione linguistica diversa. Dall’arte alla calligrafia, di cui la Cina vanta una grande tradizione estetica e filosofica, fino alla pittura, nelle sue espressioni più contemporanee.  

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Con il nostro articolo-intervista vogliamo dimostrarvi che imparare la lingua del futuro, ossia il  cinese, non è  più “una mission impossible” e non è un’impresa riservata solo agli studenti universitari, ma un’opportunità per quanti lavorano a contatto (o vorrebbero entrare in contatto) con questa civiltà millenaria: tour operator, import/export officer, guide turistiche, traduttori ed interpreti potrebbero trovare forte giovamento nell’imparare questa lingue. E poi, perché no, un corso base potrebbe essere molto interessante anche per coloro che vogliono trascorrere un periodo più o meno lungo in questa terra incredibile.

Ovviamente non è necessario andare in Cina per approcciarsi a questa lingua (almeno non subito), ad esempio l’Istituto Confucio di Napoli – in qualità di piattaforma di scambi culturali con Università, Centri di Ricerca e Istituzioni Accademiche cinesi – da anni promuove la conoscenza della lingua e della cultura cinese e organizza corsi annuali di cinese mandarino presso la loro sede dell’Orientale. I corsi, divisi per livello, sono destinati non solo agli studenti universitari ma sono aperti anche a coloro che lavorano a stretto contatto con la Cina.

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Ma impegnare tempo e soldi in un corso per imparare una lingua così difficile ne vale la pena?

Abbiamo intervistato la Direttrice dell’Istituto Confucio, la dott.ssa Annamaria Palermo, che ci ha chiarito in maniera esaustiva alcuni importanti aspetti e vantaggi dell’apprendimento del cinese, la lingua del futuro:

1.In base ai dati in suo possesso quanto può incidere l’apprendimento della lingua cinese per avere successo o avanzare nella propria carriera professionale?

Direi che oggi come oggi per lo meno al 50% il fatto di conoscere la lingua cinese può essere un elemento molto importante soprattutto per professioni che vanno dal bancario a tutti i settori amministrativi, fino all’economia. Segnalo anche che ormai compare spesso nei curricula dei giovani tra 20 /30 anni europei ed extra europei la conoscenza della lingua cinese come elemento di eccellenza.

2. Che livello di competenza linguistica bisogna acquisire per essere competitivi nel mondo del lavoro oggi?

Per lo meno per coloro che si iscrivono ai corsi del Confucio aver superato gli esami finali del terzo corso di lingua cinese. Per gli studenti universitari aver ottenuto una laurea triennale in lingua cinese con un soggiorno di almeno un mese in Cina.

3. Cosa consiglierebbe a chi vuole approcciarsi allo studio di questa nuova lingua? Quali sono i metodi di studio migliori? 

Consiglio di iscriversi al corso di primo livello del Confucio i cui docenti hanno sperimentato e ormai adottato un metodo molto efficace, e cioè quello della full immersion linguistica. Ciò vuol dire che dal primo giorno in cui entra in classe lo studente è accolto da un benvenuto in cinese, elemento che può spaventare ma unico per introdursi alla diversi colorazioni fonetiche della lingua cinese. Tale metodo è basato soprattutto sull’impatto visivo della lingua e dei suoi ideogrammi e perciò sulla memoria visiva. Oggi sono largamente utilizzati corsi on line con animazioni e simulazioni di conversazione, tutto ciò facilita e accelera il processo di assimilazione e di comprensione della lingua cinese. Naturalmente il corso base è affiancato da un docente italiano che aiuta gli studenti soprattutto durante le prime lezioni di lingua e svela i meccanismi della grammatica e della sintassi cinese.

4. Ci parli dei suoi studi in Italia e in particolare a Napoli. Ci può esporre qualche dato interessante sui corsi di cinese e i suoi frequentanti? 

Tenendo presente che i corsi del Confucio sono iniziati nel 2008, siamo arrivati a un numero complessivo che si aggira su i 400 studenti considerando i quattro corsi di lingua, un corso di ascolto e conversazione, uno di cinese commerciale, calligrafia, arti marziali ed altro. Per quanto riguarda i frequentanti possiamo dire che la metà di questi sono i nostri studenti dell’Orientale che frequentano per praticare la lingua parlata e quotidiana e l’altra metà è composta da una popolazione eterogenea dall’avvocato che comprende l’importanza della lingua fino al businessman o commesso delle griffe italiane a cui sempre più spesso viene chiesto di esprimersi in cinese perché i grandi consumatori sono orami i nuovi ricchi cinesi. Per comprendere il boom degli ultimi quindici anni nell’interesse per la lingua cinese basti citare il numero sempre crescente al primo anno di università nel nostro Ateneo: ogni anno si iscrivono tra i 500 e 600 studenti! Altro dato interessate è il boom dell’insegnamento del cinese nelle scuole in Campania di tutti i livelli, dalle materne ai licei, attualmente abbiamo censito una ventina di scuole in cui è attiva l’insegnamento del cinese . E bene sottolineare questo dato poiché, soprattutto per i nostri laureati la laurea e il master in didattica della lingua cinese diventa un titolo importante per poter insegnare la lingua cinese nelle scuole italiane e quindi uno sbocco accessibile e ambito dai nostri giovani laureati.

Per quanto mi riguarda la mia storia è troppo lunga per essere raccontata in questa sede. Sono stata una pioniera dello studio del Cinese a Napoli poiché quando mi iscrissi all’università nel lontano 1962 eravamo solo 4 studenti a frequentare il corso di laurea in lingue e civiltà orientali, di cui due seguimmo il cinese e due il giapponese. In quegli anni sono Napoli e Venezia esistevano le facoltà di lingue orientali, inoltre napoli vanta una lunga tradizione di studi sulla Cina a partire dal fondatore della nostra università il missionario Matteo Ripa che nel 1732 fondò il Collegio dei cinesi, che sarebbe poi diventata l’Orientale. Questo per dire che all’epoca era una forma di originalità studiare il cinese e che personalmente mi ha spinto la mia curiosità per altri mondi e altre culture che possibilmente mi portassero lontano dalla mia città, perciò quale migliore scelta della Cina? Per quanto mi riguarda ciò che mi ha affascinata della cultura cinese è la scrittura, cioè gli ideogrammi: una volta entrati in questo labirinto di segni e simboli, non si riesce più ad uscirne. Dalla mia laurea sembra essere passato un secolo più che 50 anni tanta è la strada che ha fatto la Cina e gli studi su di essa. Personalmente ho visto questo grande paese cambiare sotto i miei occhi: durante il mio primo soggiorno a Pechino 1973 in piena Rivoluzione Culturale il paese appariva ancora, un paese contadino e medievale per i suoi usi e costumi e per la mancanza quasi totale di mezzi di trasporto, le bici e i carri tirati da cavalli erano i mezzi più usati. Sono tornata in Cina negli anni 80 e ho assistito al timido riappropriarsi di spazi privati e personali da parte dei cinesi che avevano vissuto la reclusione della Rivoluzione Culturale. Negli anni 90 sono tornata a vivere a Pechino come Direttore dell’Istituto di Cultura di pechino e ho assistito al boom economico del paese, vedendo mutare interi paesaggi, la Cina stava diventato un paese industriale e tecnologico. Oggi dirigo il Confucio di Napoli e vado regolarmente in Cina una o due volte l’anno, e il paese continua a cambiare a velocità siderali. E anche grazie al lavoro che facciamo come Confucio qui a Napoli che si sono rinsaldati i rapporti antichi tra la nostra città e la Cina e che ogni anno di più cresce il numero della seconda generazioni di cinesi residenti in Campania che frequentano il Confucio poiché sentono il bisogno di approfondire la conoscenza della cultura dei proprio genitori. Tutto ciò mi sembra un grande esempio di scambio e arricchimento culturale.

5. Quest’anno il festival MilleunaCina riguarda il tema “contraddizioni”. Perché è stato scelto questo tema e perché è importante partecipare a questo evento?

Quest’anno come ogni anno a novembre si svolgerà il festival sui linguaggi della cultura contemporanea cinese Milleunacina, ormai il nostro appuntamento si ripete dal 2010 e la pluralità dei linguaggi è legato a una tema e quest’anno è contraddizioni (in cinese mao dun), la scelta di una tale tematica può apparire provocatoria ma corrispondente al mondo in cui viviamo dalla Cina all’Italia . Infatti la velocità dei mezzi di comunicazione e nuovi media hanno cambiato il modo di esprimersi non solo per i cinesi ma per l’intero mondo . Mai come per la Cina un tale argomento è ricco di implicazioni estetiche e partirà da una tavola rotonda sul temine contraddizione messo a confronto con ciò che vuol dire vivere le contraddizioni in occidente, poi si passerà all’arte e ai suoi linguaggi come i nuovi artisti contemporanei cinesi fino alla letteratura, ai reading sull’argomento contraddizioni fatto da grandi attori della scena cinematografica e teatrale italiana, come Andrea Renzi, Iaia Forte, Peppe Servillo. probabilmente la settimana si concluderà con uno spettacolo dell’opera di Pechino.

Imparare una nuova lingua è sempre una buona idea! La lingua svela tanto sulla cultura del popolo che la parla e il cinese in particolare rappresenta un trampolino di lancio per coloro che vogliono avviare la propria carriera in ottica internazionale. Tenetevi aggiornati sulle tante iniziative promosse dall’Istituto Confucio anche attraverso facebook… magari il vostro successo professionale inizia da qui! #confucionapoli #cinese

Buzzoole

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