Home Author Decreto legge sui vaccini – è giusta una legge sull’obbligo di vaccinarsi?

Decreto legge sui vaccini – è giusta una legge sull’obbligo di vaccinarsi?

di Mario D'Errico

Nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli”: se fosse stato questo lo scopo del recentissimo decreto legge sui vaccini, avremmo avuto già un grande risultato. Ma per fortuna, l’introduzione dell’obbligo di vaccinarsi ha un fine molto più nobile.

Negli ultimi anni si era assistito a tre importanti, ma soprattutto preoccupanti, novità nel campo delle vaccinazioni:

1. Riduzione della copertura vaccinale;

2. Riaffiorare di casi di patologie considerate praticamente scomparse (vedi la poliomelite)

3. Aumento,  rilevante anche dal punto di vista mediatico, di patologie ad alto tasso di mortalità (vedi la meningite)

Se a questi tre punti aggiungiamo l’escalation di fake news riguardanti gli effetti nefasti dei vaccini, ci rendiamo conto che eravamo di fronte a un periodo storico in cui bisognava necessariamente agire.

In Italia si è così deciso di agire in maniera aggressiva: aumentare il numero di vaccini obbligatori da 4 a 12 e, soprattutto, istituire il divieto di iscrizione agli asili nido ed alle scuole dell’infanzia, pubbliche e private, per i minori che non abbiano fatto le vaccinazioni obbligatorie. In più, sono state introdotte sanzioni pecuniarie e non solo (anche la sospensione della potestà genitoriale) in caso di violazione dell’obbligo vaccinale.

decreto legge sui vaccini

Personalmente, allora, pur essendo medico ed essendo già pienamente a favore delle campagne di vaccinazione, mi sono chiesto se l’obbligo fosse la soluzione migliore.

Ho spulciato così qualche dato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma poi mi sono imbattuto nel più recente studio scientifico sui vaccini:

“Mandatory and recommended vaccination in the EU, Iceland and Norway: results of the VENICE 2010 survey on the ways of implementing national vaccination programmes”

In sostanza, è uno studio in cui si valutano i risultati delle diverse campagne vaccinali in Europa, comprese quelle obbligatorie.

Ecco quali sono i principali spunti di riflessione connessi al decreto legge sui vaccini:

1. La vaccinazione obbligatoria può essere considerata una delle strategie per migliorare l’attuazione dei programmi di vaccinazione. Tuttavia, in molti Paesi in Europa sono efficaci anche le sole campagne basate sulle raccomandazioni alle vaccinazioni (in Italia invece il tutto stava sfociando  in dibattiti sterili e spesso senza alcuna base scientifica).

2. Nel 2008 la Regione Veneto ha abolito l’obbligo per le 4 vaccinazioni obbligatorie. Una valutazione della copertura vaccinale, condotta nella Regione nel corso del 2010 ha rivelato calo dei tassi di copertura dell’immunizzazione per tutte le vaccinazioni obbligatorie prima del 2008 (Difterite, Epatite B, Polio, Tetano), sebbene i livelli rimangano al di sopra dell’obiettivo del 95%, come previsto dal Piano Nazionale di Immunizzazione (quindi il calo è stato evidente, ma non eclatante).

3. I risultati delle diverse strategie di immunizzazione, che vanno dalle vaccinazioni volontarie fino ad un programma di vaccinazione totalmente obbligatorio, sono molto diversi tra loro. Le ragioni di queste grandi differenze sono probabilmente sia storiche che culturali, e quasi sempre non  basate sull’evidenza scientifica (in questo passaggio è chiaramente espressa la possibilità che un popolo possa scegliere di non vaccinarsi non per forza per motivi scientifici, ma spesso storico-culturali: non era forse quello che stava avvenendo in Italia?)

4. Nei Paesi in cui il popolo si fida delle autorità sanitarie, è possibile stabilire un programma basato  sule raccomandazioni nazionali (semplicemente: in Italia il popolo si fida delle sue autorità sanitarie? Ecco, tutto chiarito!).

vaccini

Quindi, ne possiamo dedurre che: l’obbligatorietà non è certamente l’unico modo per raggiungere una copertura di vaccinazione elevata. Molti sono, infatti, i fattori che possono svolgere un ruolo. Resta, però, altrettanto certo che per la rapida scalata alla copertura vaccinale e, soprattutto,  per evitare un calo della stessa, l’obbligatorietà sia l’unica soluzione.

Infine vi lascio con un’ultima considerazione: con questa nuova regolamentazione potrà arricchirsi qualche casa farmaceutica?

Forse sì, ma va anche considerato che il governo, ogni anno, acquista dosi di vaccino in numero pari alle previsioni di possibili bambini da vaccinare. Quindi, se in passato un bambino si vaccinava o meno, il governo aveva già speso una cifra a lui dedicata. In fin dei conti, allora, la spesa aggiuntiva per le casse dello Stato non sarà così elevata. Avremo però aumentando nell’arco di pochi anni la copertura vaccinale ed evitato di sprecare dosi di vaccino non utilizzate.

Per chi volesse leggere l’intero lavoro scientifico, vi segnalo il link da cui è possibile scaricarlo.

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