La chicca dell’estate arriva da Londra dove lo scorso agosto è nato non solo il tanto atteso royal baby, ma anche qualcosa che potrebbe interessarci più da vicino: sto parlando del primo hamburger artificiale cotto e mangiato per la prima volta in diretta in uno studio televisivo londinese. A creare i 140 grammi di carne sintetica è stato lo scienziato Mark Post, dell’ università olandese di Maastricht che ha prelevato e fatto crescere in coltura cellule staminali di manzo ottenendo cosi tessuto muscolare. Il processo di crescita cellulare è durato circa 3 mesi ma i risultati ottenuti sono stati senza di dubbio sorprendenti: l’hamburger, infatti è assolutamente indistinguibile dal suo corrispettivo biologico fatta eccezione per il sapore. I critici gastronomici e i palati fini che si sono prestati all’assaggio fanno notare, infatti, che il gusto si discosta notevolmente da quello che siamo abituati ad assaporare dato che è stato prodotto solo tessuto muscolare , mentre il sapore della carne lo si deve principalmente al grasso e al sangue.
La preparazione, presentata in diretta mondiale davanti a migliaia di persone che seguivano il programma in tv e su internet, è stata affidata a due cuochi che servivano il piatto contente la carne di laboratorio accompagnata con pane, insalata e pomodoro a fette.
Aspettate però a farvi assalire dalla curiosità di testare l’ultima creatura della scienza! L’hamburger artificiale per il momento è decisamente fuori dalla nostra portata. Per crearla sono stati spesi infatti ben 250mila dollari, stanziati da un anonimo imprenditore la cui identità è stata poi rivelata nel corso della trasmissione. Si tratta del milionario co-fondatore di google Sergey Brin, il quale ha deciso di investire “qualche spicciolo” per evitare sofferenze agli animali rinchiusi negli allevamenti. I costi di produzione, una volta dimostrata la possibilità di produrre carne commestibile, sono destinati a ridursi fino a diventare inferiori a quelli della carne vera.
Non è tutto. Lo scienziato olandese si è gia rimesso a lavoro per dotare la sua carne anche di cellule adipose e ossee e per creare un sistema circolatorio che consenta di produrla in tranci.
I risultati di Post giungono in un momento molto particolare per il settore dell’allevamento bovino e suino, messo sotto accusa per la sua scarsa sostenibilità vista la svantaggiosa discrepanza tra l’enorme quantità di suolo coltivabile impiegato e la scarsa quantità di cibo prodotto. Con l’hamburger sintetico questo problema verrebbe risolto soddisfacendo le richieste alimentari di una buona fetta della popolazione mondiale con un consumo di risorse nettamente inferiore.
Insomma non esiste vacanza per la scienza… e chissà che entro Natale non riusciremo ad assaggiare anche filetto di baccalà fresco fresco di laboratorio.