Home Arte VICHINGHI – i popoli del terrore nel Medioevo

VICHINGHI – i popoli del terrore nel Medioevo

by Veronica Cimmino

Chi sono davvero i Vichinghi? Quanto c’è di vero nella iconografia che abbiamo ereditato? Si è parlato a lungo, nel precedente articolo, dell’inappropriata accezione negativa che ha rivestito per secoli l’età del Medioevo e dell’importanza di questo lungo periodo (che va dalla fine dell’Impero romano d’Occidente al Rinascimento) per il segno lasciato sull’arte e sulla cultura del mondo intero. Si è parlato di popoli provenienti dalle steppe dell’estremo Est e dall’Europa Centrale, ma i secoli bui non sarebbero così importanti se noi mancassimo di spostarci tra le gelide terre del Nord.

Viking helmet_Mueseum of Cultural History, Oslo vichinghiSi sono guadagnati il titolo di saccheggiatori, stupratori, ma chi erano veramente i Vichinghi? Sono i falsi stereotipi a mostrarceli con le corna del diavolo sui loro elmi, in realtà sono un’invenzione del XIX secolo dello scenografo di un’opera di Wagner, che aveva utilizzato le corna per rendere il personaggio estremamente cattivo. Quindi non avevano elmi? Sì, ma senza corna. Un unico esemplare è sopravvissuto ed è oggi conservato al Museo Nazionale di Oslo.

Rimasti aggrappati alle tradizioni antiche, i Vichinghi sono tra le popolazioni barbariche quella più pura. In loro ci sono forze che la civiltà non è riuscita ad addomesticare e la natura, al loro cospetto, si è sentita vinta. I Vichinghi sono agricoltori, allevatori di bestiame e la costante presenza del mare li farà divenire grandiosi marinai e esperti costruttori di navi. Dalle fonti antiche e dalle testimonianze archeologiche emerge che arrivarono a ricoprire distanze inimmaginabili grazie a navi leggere e veloci e a saccheggiare qualsiasi lingua di terra si trovasse sul loro percorso, disseminando terrore tra i popoli del Medioevo. Fin dove si sono spinti? Si  discute molto a riguardo, ma sicuramente in Groenlandia e a Terranova, arrivando a scoprire l’America molto prima di Cristoforo Colombo.

Territories and voyages of the Vikings - vichinghi

La navigazione è certamente, insieme all’arte, una delle loro migliori espressioni, di cui sono giunte a noi non poche tracce: al Museo di Oslo è possibile ammirare la “Oseberg”, imbarcazione trovata da un contadino nel 1903, costruita interamente in legno di quercia, lunga 18m e larga 45m. Questa imbarcazione dalla linea elegante termina con teste ricurve di serpenti, notevoli sono inoltre gli intarsi esuberanti che decorano le parti terminali dell’imbarcazione e mostrano grovigli di corpi contorti, tipici del repertorio vichingo. L’imbarcazione è definita, come il letto funebre e insieme il corredo di una donna di alto rango: una donna anziana sepolta insieme ad una giovane donna (forse la serva) insieme a 14 cavalli, 3 cani ed un bue sacrificati. Componevano il corredo, inoltre, 4 slitte e un carro, anch’essi intarsiati. Gli anni d’oro della espressione di questo popolo vanno dall’800 al 1100 d.C. in cui lo slancio artistico e l’impegno sono pari all’intensità dei loro saccheggi.Sword_The National Museum of Denmark 2

E’ l’invasione della Gran Bretagna, però, a far scattare una scintilla: l’incontro con i migliori gioiellieri del mondo, quelli Anglosassoni. Il tesoro di Sutton Hoo ci dà la testimonianza di questo contatto e della favolosa manifattura anglosassone: trovato in ottimo stato nel 1939 è ora esposto al British Museum. Datato al 620 a.C., si tratta del corredo funebre (oggetti che accompagnano il defunto nell’aldilà) di un sovrano seppellito in una nave. La grande fibbia in oro, parte di una borsa, il fermaglio da spalla, l’elmo, il calderone e molti altri, ci danno l’idea della ricchezza di queste genti e del notevole livello raggiunto. Rimanendo al British Museum di Londra, è in arrivo la mostra “Vikings: life and legend”, pronta a mostrarci i tesori e la cultura dei barbari del Nord. Per la prima volta da 30 anni, dal 6 marzo al 22 giugno 2014, un tuffo nelle terre gelide del Nord.

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