Negli ultimi due mesi, per via di un lavoro di restauro sull’isola di Procida, ho vissuto un po’ quelli che sono i tradizionali e caratteristici vicoletti procidani, decorati con la particolare architettura isolana ricca di archi e scalinate esterne e di colori pastello che rendono le case e l’intero ambiente molto sobrio e allo stesso tempo romantico e ricco di suggestione.
Procida è molto diversa da Ischia e da Capri, non solo da un punto di vista di estensione, ma anche per l’affollamento di turisti e dalle caratteristiche del posto. Capri è il top da un punto di vista paesaggistico e lo straordinario affollamento di turisti stranieri e non che passeggiano costantemente per le vie chic dell’isola ne è la dimostrazione; Ischia è in assoluto il paradiso delle vacanze all’insegna delle terme e del relax più assoluto; e poi c’è Procida, a mio avviso la più carina e particolare delle tre. Io non sono propensa a posti molto affollati.. e Procida è un ottimo posto se si vuole passeggiare in un luogo tranquillo e caratteristico e godere degli scorci più intimi dell’isoletta. Come non rimanere estasiati alla vista della Corricella, il borgo marinaro più antico di Procida. L’odore di mare, le stradine caratteristiche, la singolare architettura e l’assenza totale di autoveicoli rendono la Corricella un mondo a parte, romantico e seducente. Non a caso l’isola di Procida, grazie a realtà come questa, ma anche alla Chiaiolella e Terra Murata, è stata il set di un celebre film di Massimo Troisi che è Il Postino. Proprio la poesia e l’atmosfera che pervade l’intera isola ha favorito l’ambientazione giusta per la realizzazione di un capolavoro di film.
Ovviamente io non scrivo articoli su guide turistiche o cinematografia, ma era opportuno farvi addentrare poco alla volta all’argomento che tratterò in questo articolo. Ho voglia di parlarvi dell’arte e delle propensioni artistiche degli abitanti di Procida.
Frequentando l’isola giorno e notte proprio in questo periodo (ovviamente la notte per il semplice mio diletto e non per lavoro), ho assaporato la devozione e la dedizione degli isolani all’evento della Pasqua. La Pasqua qui non è vissuta come semplice attesa, ma come una vera e propria preparazione. Famosi sono i cosiddetti “Ragazzi dei Misteri”.
Nel giorno del Venerdì Santo, si svolge la famosissima Processione dei Misteri. Molti di voi l’avranno magari già vista in televisione o comunque ne avranno sentito parlare. I fedeli mettono a disposizione il proprio tempo, i propri soldi e le proprie propensioni artistiche per la realizzazione di tavolati e composizioni architettoniche a tema liturgico. Il mio vicino di casa, salumiere simpaticissimo e rispettoso di tale tradizione, a chiusura serale del negozio si reca nella propria chiesa dove, assieme al suo gruppo di compagni organizzano braci, brindisi e serate ricche di armonia lavorando anche alla realizzazione di queste opere. Io le ho viste in fase esecutiva e posso assicurarvi che sono rimasta colpita dalla bravura di persone che nella vita praticano tutt’altri mestieri: la maggior parte sono marinai, quindi sono imbarcati per gran parte del tempo ma ci sono, appunto, anche salumieri, negozianti e, animatrici indiscusse delle serate di gruppo, le mogli e i bambini.
La processione è organizzata dalla confraternita dei Turchini ed ogni chiesa o gruppo di persone sfilerà con le proprie opere. La processione si apre con il suono di una tromba e la risposta di 3 colpi di tamburo. Poi sfilano i Misteri, tavole allegoriche realizzate con cartapesta, legno, polistirolo ed altri materiali poveri portate a braccia da centinaia e centinaia di giovani isolani che rappresentano episodi dell’Antico Testamento o del Vangelo. Quest’anno sfileranno circa una quarantina di misteri e tutte le persone raccontano l’evento come suggestivo e struggente. Le stradine saranno pervase da una vera e propria atmosfera di “Passione” e a chiudere questa sfilata di opere artistiche non può che esserci la statua della Madonna Addolorata, pesantissima e trasportata dalle sole donne, il corteo degli angioletti e la meravigliosa statua in legno del Cristo Morto.
Il Cristo Morto è stato realizzato da Carmine Lantriceni ma se chiedete a un procidano chi sia l’autore della statua vi risponderà “un carcerato che soffriva nel carcere di Terra Murata”. Ovviamente si tratta solo di una credenza ma la scultura in legno, intagliato e dipinto, rappresenta un bellissimo esempio di scultura napoletana di inizio Settecento.
Se quando leggerete questo articolo Pasqua sarà già passata e con essa anche questo intenso evento, spero di avervi regalato lo stimolo giusto, affinché possiate metterla in programma per il prossimo anno. E’ una tradizione antichissima e durerà ancora per molto molto tempo. E’ bello vedere come la devozione religiosa, in un caso come questo, possa unire davvero le persone.
La gente, in fase di lavoro alla realizzazione dei misteri, ha la voglia e la gioia di stare insieme, di mangiare, di ridere, di condividere una devozione unica e significativa. E se, poi, in un così bel clima di armonia delle persone comuni riescono a modellare dei capitelli in cartapesta…. è arte!!!! Non pensate?