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Luchino Visconti – Un primo sguardo sul Neorealismo

by Enza Murano

Regista e sceneggiatore, Luchino Visconti è considerato uno dei padri fondatori del Neorealismo italiano. La sua carriera cinematografica inizia a Parigi nel 1936 quando comincia a lavorare come aiuto regista per Jean Renoir, grazie al quale verrà influenzato dall’esperienza neorealista e dal cinema francese anni ’30. Nel 1939 torna in Italia dove entra in contatto con i giovani collaboratori della rivista Cinema e quindi comincia a pensare ad una nuova idea di cinema che racconti la realtà e i drammi della gente comune.

Nel 1943 prende vita il film che segna l’inizio del Neorealismo italiano: ‘Ossessione‘. Anche se proprio con questo film il marchio neorealismo viene apposto alla cinematografia italiana, lo stile di Visconti si allontana per alcuni versi dai parametri neorealisti. In primis la distanza tra la fase finale di edizione del film e la sua ideazione è molto ampia: infatti tutto ciò che è destinato all’immagine viene prima selezionato attentamente ed entra a far parte del film solo se strettamente necessario, quindi nulla viene lasciato al caso. Inoltre Visconti si allontana dalla totale aderenza al presente in quanto ricorre spesso a fonti letterarie come soggetti per i propri film.

ossessione visconti

Una serie di capolavori hanno caratterizzato la sua attività cinematografica, come ‘Il Gattopardo‘ che riscuote grande successo di critica e pubblico anche in Europa, e ‘Rocco e i suoi fratelli‘ che, nonostante abbia ricevuto diverse critiche per via di alcune scene violente e per le posizioni politiche di Visconti, vince comunque il Gran Premio della Giuria a Venezia.

Ma il film sul quale voglio soffermarmi è ‘La terra trema‘ del 1948. Con questo film ci troviamo di fronte ad una trasposizione cinematografica fatta da Visconti partendo dal romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga, per raccontare la sua personale versione della storia dei Valastro, pescatori di Acitrezza. Il film è realizzato in ambienti reali, lo strato sociale che viene messo in scena è quello popolare, l’attore è preso dalla strada, la lingua parlata è il dialetto locale e l’ambientazione è quella contemporanea. Ma in questo film c’è qualcosa che contravviene all’idea neorealista vera e propria, ossia la presenza di una voce narrante che a differenza dei protagonisti parla un impeccabile italiano e la cui funzione è quella di rendere comprensibile agli spettatori il parlato dei dialoghi e quindi decifrare questa particolare realtà. E’ un punto di vista autoriale sulla storia. Lo sguardo che inquadra la povertà, quindi, non è neutro e non si confonde con quello dei personaggi anche se ciò che viene rappresentato è la realtà quotidiana. Anche se ‘La terra trema‘ risponde totalmente alle richieste dello spirito neorealista, contravviene allo stesso tempo all’idea che il cinema altro non debba essere che la rappresentazione spontanea della realtà.

la terra trema

Luchino Visconti è stato di sicuro una delle personalità più importanti del Neorealismo italiano, ma anche il più ambiguo e di sicuro uno dei quei registi che, insieme ad altri di cui mi occuperò nei prossimi articoli, ha lasciato una forte impronta nel panorama cinematografico italiano e non.

“Il più umile gesto dell’ uomo, il suo passo, le sue esitazioni e i suoi impulsi da soli danno poesia e vibrazioni alle cose che li circondano e nelle quali si inquadrano.”

Luchino Visconti

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