Per parlare di relazioni disfunzionali madre-figlio citerò una vecchia canzone di Giorgio Consolini che rimarca l’archetipo della madre rassicuratrice e benevola:
Son tutte belle le mamme del mondo quando un bambino si stringono al cuor…
Nell’immaginario collettivo, infatti la madre è l’origine della vita e custode del benessere, ma a conti fatti non è sempre così.
Il rapporto con la propria madre costituisce un esperienza fondamentale perchè è il modello relazionale di base che influenzerà le relazioni future. Se il modello di relazione è disfunzionale e diviene costante nel tempo allora si può instaurare una interazione pericolosa per lo sviluppo e la crescita dei figli.
Secondo Donald Winnicott la madre dovrebbe essere una figura di riferimento non perfetta, ma capace di accompagnare lo sviluppo del bambino, per questo la definisce madre sufficientemente buona. La madre winnicottiana è una madre che deve garantire al bambino lo sviluppo di un vero sé così da favorire una crescita equilibrata e le migliori condizioni per affrontare il futuro.
Una relazione madre-figli, se non è sufficientemente equilibrata, può comportare difficoltà nella crescita minando le basi per la fiducia in sè stessi e impedendo un adeguato svincolo. I problemi relazionali nascono a partire dalla mancata sintonizzazione delle madri nei confronti dei veri bisogni dei figli e tale mancanza si può manifestare in modi differenti.
Vediamo insieme le principali relazioni disfunzionali madre-figlio individuate da Judith Viorst:
La madre sprezzante: sono madri che ignorano i propri figli che tendono a respingere o sminuire ciò che viene fatto da questi. Quando si viene allevate da madri sprezzanti il modello relazionale è caratterizzato da dubbi, insicurezze e l’idea di non meritare attenzione, pur nutrendo un forte desiderio d’amore.
La madre non disponibile: queste madri si ritirano emotivamente quando un figlio cerca di avvicinarsi. Ciò prevede anche conseguenze sul versante comportamentale come la mancanza di contatto fisico o insensibilità al pianto. I figli crescono con un grande vuoto emotivo e bisognosi d’amore che cercano di colmare con altre figure di riferimento.
La madre invischiata: una relazione disfunzionale non è determinata solo dall’eccessivo allontanamento della madre, ma può basarsi anche su eccessiva presenza materna sia emotiva che fisica. Nei rapporti invischiati la madre è totalmente concentrata sui propri figli tanto da ostacolare in ogni modo un eventuale svincolo dal legame materno, in questo modo il senso del sé del figlio è inglobato in questa grande madre.
La madre controllante: le madri controllanti gestiscono in ogni ambito la vita dei propri figli senza riconoscerne le esigenze e i bisogni autentici. Questo tipo di rapporto in cui i figli non sono visti genera un profondo senso di insicurezza e impotenza perchè il messaggio costante che accompagna questo tipo di relazione è che “senza la guida della madre si va incontro al fallimento”.
La madre aggressiva: il rapporto con le madre aggressiva è caratterizzato da costanti denigrazioni verso i figli, ipercriticità e competizione soprattutto verso le figlia, perchè appartenenti allo stesso genere. La guerra messa in atto non è manifesta e palese ma velata e basata su un gioco di potere a cui i figli soccombono interiorizzando i messaggi denigratori elargiti.
La madre imprevedibile: sono mamme ora buone ora cattive, ora presenti ora assenti che instaurando con i figli un tipo di legame precario e imprevedibile. Ciò causa un profondo senso di inadeguatezza e destabilizzazione nello sviluppo.
La madre coinvolta da sè stessa: queste madri non hanno empatia e non instaurano legami emotivi con i loro figli perchè l’attenzione è rivolta a sè stesse e considerano i figli come un estensione di sé. Apparentemente sembrano delle “madri perfette” perchè attente ai figli, alla casa e alla famiglia. In realtà il loro interesse è solo una bella facciata da mostrare in pubblico, in quanto ciò che per loro conta è l’opinione e l’ammirazione altrui. La cura e l’attenzione non sono autentiche perchè sono in realtà dei comportamenti manipolatori attuati per alimentare il proprio ego e stare bene con se stesse.
La madre figlia: di solito si tratta di donne divenute madri molto giovani oppure affette da depressione, alcolismo o altre gravi patologie. Queste madri scelgono uno dei figli, di solito i primogeniti, come roccia su cui poggiarsi. Il figlio-roccia prescelto si fa carico di compiti e preoccupazioni che non gli competono e tale situazione può generare un profondo rancore nei confronti di queste madri che non sono state in grado aver fatto vivere loro una vera infanzia.
Forse è bene interrogarsi sul rapporto con la propria madre e talvolta scoprire che il nodo della matassa delle proprie difficoltà relazionali si trova lì.