Home AuthorBiagio Barra IL BOSONE DI HIGGS – Se l’universo è la risposta, qual è la domanda?

IL BOSONE DI HIGGS – Se l’universo è la risposta, qual è la domanda?

di Biagio Barra

Vi siete mai chiesti perche lo schermo che state fissando in questo momento non si dissolve nello spazio? O come fanno a restare uniti i microscopici mattoncini che compongono tutte le cose che ci circondano?

Ci sono voluti quasi 50 anni e lo sforzo assiduo di migliaia tra gli scienziati piu cervelluti del pianeta, ma alla fine siamo riusciti a venirne a capo. La particella più sfuggente di sempre, a cui non a caso è stato dato il nome di Particella di Dio ( o Bosone di Higgs) è stata finalmente catturata. Come mai questa scoperta è tanto importante da essere considerata una vera e propria “rivoluzione copernicana”?

L’esistenza dell’ormai noto bosone fu teorizzata dal fisico britannico Peter Higgs già nel 1964. Il nome di Particella di Dio nasce  in modo assolutamente casuale prendendo spunto  dal libro “The God particle”. Il titolo originario del libro, in realtà, era The God-dam particle, la Particella maledetta, proprio a sottolineare le difficoltà nella ricerca e le ingenti spese affrontate.  Ma gli editori, molto attenti alle strategie di marketing, pensarono di traslare la parola “goddam” in “god”. Fu cosi che il “maledetto bosone” divenne la Particella di Dio. Non c’è nulla di divino, dunque, nel bosone di Higgs, ma attenzione a sottovalutarlo … stiamo parlando della “colla” che tiene insieme l’Universo.

bosone di higgsIl 4 luglio scorso al CERN di Ginevra è stata ufficializzata l’evidenza scientifica della sua esistenza. Per averne la prova definitiva si è dovuto ricorrere a uno degli apparecchi più complessi mai ideati dall’uomo, grazie al quale si sono ricostruiti i primissimi istanti di vita dell’Universo dopo la grande esplosione del Bing Bang. In tale macchinario, un enorme “ tubo” di 27 KM di circonferenza, le  particelle vengono accelerate fino a velocità prossime a quelle della luce e fatte scontrare, generando così un’energia elevatissima. Per quelli di voi muniti di  particolare spirito nazionalista sarà motivo d’orgoglio sapere che, a dirigere uno dei due esperimenti per identificazione della particella, è stata la fisica italiana Fabiola Gianotti.

Il bosone è la madre di tutte le particelle elementari: dà sostanza a tutto quel che esiste, ciò che i fisici chiamano massa e se non avessimo massa non saremmo realtà consistenti. Nei primissimi istanti dopo il Big Bang le alte temperature, dovute all’esplosione, impedivano al bosone di svolgere il suo lavoro; trascorso un miliardesimo di secondo, poi, l’Universo si è raffreddato ed è andato incontro a una trasformazione sconvolgente: è comparsa la Particella di Higgs e ha cambiato la simmetria del mondo, consentendo ad ogni cosa di acquisire la propria massa.

Le conseguenze pratiche di una tale scoperta possono essere rivoluzionarie. Il Bosone, infatti, potrà essere utile per le future tecnologie di diagnostica al servizio della salute. Già in passato, infatti, gli apparecchi utilizzati per le ricerche in ambito fisico hanno costituito il punto di partenza per la realizzazione dei raggi X, risonanza magnetica o Pet, oggi fondamentali in ambito medico. La medicina è sempre stata in grado di sfruttare l’innovazione scientifico-tecnologica e metterla al servizio della salute dell’uomo. Chissà, quindi, che una scoperta all’apparenza di esclusivo valore teorico possa rivelarsi la spinta propulsiva nella ricerca di terapie salvifiche per l’essere umano!

Non è tutto! Se vi dicessi che il destino dell’intero Universo dipende criticamente dalla massa della Particella di Higgs?

Il bosone, infatti, è esso stesso dotato di una massa e da essa è possibile caratterizzare la stabilità o instabilità del Mondo in cui viviamo, ossia la possibilità di avere o meno le condizioni indispensabili per la nostra stessa esistenza. Dalle misurazioni effettuate, il nostro Universo risulta essere un sistema instabile; pertanto in qualsiasi momento potrebbe verificarsi una sovversione completa delle condizione alla base della nostra esistenza impedendo di fatto la vita.

Tranquilli! Non c’è bisogno di allarmarsi. Dagli studi condotti si è evidenziano che  il tempo necessario affinchè tutto ciò accada è molto più lungo di quello trascorso dal Big Bang ad oggi (circa 13 miliardi di anni).

Potete quindi tirare un respiro di sollievo (per adesso)!

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1 comment

Pietro Iggo 14 Marzo 2013 - 11:39 am

Molto interessante.
In pratica scoprire questo bosone è stato come osservare una zampillante goccia che è fuoriuscita da un mare che è dovunque intorno a noi. Incredibile!

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