Le fasi per raggiungere la separazione psicologica
La vita di coppia longeva ormai è un miraggio del nuovo millennio visto che, secondo i dati Istat degli ultimi anni, il 50% dei matrimoni si trasforma in divorzio. Molte persone si ritrovano ad affrontare la separazione dal proprio coniuge che richiede un grosso dispendio di risorse, oltre che economiche anche emotive e psicologiche.
La fine della relazione implica due tipi di separazioni: l’allontamento fisico o reale e la separazione psicologica.
La separazione reale prevede la separazione fisica della coppia, lo smantellare le abitudini e le routine quotidiane. Di solito i membri della coppia, dopo la decisione di separarsi, vivono separatamente evitando anche ogni tipo di frequentazione. La separazione psicologica è molto più complicata e faticosa in quanto avviene attraverso un processo individuale, che può richiedere anche molto tempo, prima che si riesca mettere la parola fine alla relazione. Finché non si matura la separazione psicologica non si è ancora separati effettivamente dall’altro e di conseguenza non si è pronti ad entrare in una nuova storia.
La separazione reale non coincide mai con quella psicologica ma avviene sempre in momenti differenti. Infatti, il separarsi emotivamente e psicologicamente dal coniuge avviene quando si pone fine ai legami psicologici con l’altro o quando tali legami si trasformano completamente. Non è detto che ciò accada in contemporanea per entrambi. Di solito chi chiede la separazione elabora per primo il distacco e si rende più autonomo in tempi più brevi, mentre l’altro resta più vincolato nel legame emotivo e tende a vivere l’esperienza come un fallimento personale.
Secondo John Bowbly, chi subisce la separazione vive un’esperienza molto simile a quella del lutto e si articola in varie fasi:
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Fase di negazione: il coniuge lasciato non accetta la separazione e cerca di recuperare il rapporto talvolta servendosi dei figli, se ci sono. Tendo a prevalere emozioni come collera e angoscia a cui possono seguire desiderio di vendetta e punizione.
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Fase della resistenza: l’emozione dominante è la rabbia per l’abbandono che si sta vivendo che può essere gettata sul coniuge oppure trattenuta dentro di sé. Di solito in questa fase si rifiuta di concedere la separazione e si va avanti per ricatti, inganni e accuse che palesano un tentativo di mantenere il rapporto con l’altro.
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Fase della depressione: si prende consapevolezza che nulla può far tornare in vita la relazione e si affronta un periodo di dolore, scoraggiamento e delusione.
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Fase dell’accettazione: pian piano la ferita del lutto si rimargina e i sentimenti di abbandono si placano. Si inizia comincia a progettare la vita separati dal partner perso.
Restare imprigionati in una di queste fasi comporta il non riuscire a raggiungere la separazione psicologica e a restare sempre ancorati al vecchio rapporto rinunciando alla possibilità di incontrare nuove persone e concedersi nuove esperienze relazionali.