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Spirits di Rebecca Horn – Un esempio di arte contemporanea

di Valentina Papaccioli

Ci si è mai chiesti perché l’opera di un artista vivente, a noi contemporaneo o comunque che abbia praticato la sua arte a partire dal XX secolo, sia da considerarsi “opera d’arte”? Di sicuro è la domanda che si fanno in molti e personalmente anche io fino ad un po’ di tempo fa avevo il solito tarlo in testa che mi faceva osservare con diffidenza e distacco le opere contemporanee. Molto poco spesso mi capitava di visitare una mostra o un museo di arte contemporanea ed ogni volta che ne coglievo l’occasione ne uscivo sconcertata, disgustata, annoiata!

Come si può considerare opera d’arte un assemblaggio di juta, colla e spago su una tela, oppure una corda rossa appesa al soffitto e lasciata adagiare sul pavimento della sala espositiva? Che senso ha tutto questo? Come possono queste esposizioni, o ancor di più le “installazioni” quando si parla di arte contemporanea suscitare la stessa tempesta interiore di emozioni voltando l’angolo di una sala alla Galleria degli Uffizi ed imbattersi nelle linee delicate e nei colori soffusi di una “Nascita di Venere” del Botticelli; o ancor di più rimanere estasiati alla visione, nei corridoi del Louvre, della celebre “Zattera della Medusa” di Gèricault, in cui il nostro animo risulta profondamente turbato e a tratti impietrito alla visione di un dipinto così immenso, come immensa è la tragedia in esso narrata.

nascita di venere di BotticelliEffettivamente l’arte moderna, così come quella antica, è ricca di linee, di forme e colori che raccontano un episodio o una scena in maniera molto diretta, esplicita. L’arte contemporanea è, invece, concettuale, essenziale. Ultimamente ho avuto modo di approfondirla di più e, soprattutto, di essere più predisposta ad apprezzarla. Il fattore estetico conta molto nel rapporto con un’opera d’arte ed un trucchetto per cercare di comprenderla potrebbe essere quello di porsi due domande fondamentali ed è necessario che tali domande siano fatte esattamente in questo ordine. La prima é: <<mi piace quest’opera o non mi piace?? Riesce a catturare la mia attenzione, o a incuriosirmi, o a suscitarmi qualche emozione, sia positiva che negativa???>>; la seconda è: <<perché l’artista ha creato una cosa del genere? A cosa si è ispirato e perché per lui erano così importanti questi materiali, queste linee, questi colori, assemblati o dipinti in questo modo???>>. L’errore che il più delle volte si commette è proprio quello di invertire l’ordine di queste domande e partire col voler capire il concetto che ha portato alla realizzazione dell’opera senza preoccuparsi di capire innanzitutto se quell’opera a noi piace o no.

spirits di Rebecca Horn mostraConsiglio di visitare il museo MADRE a Napoli per cominciare ad avere un’idea di cosa sia l’arte contemporanea.

Un’opera che mi ha particolarmente colpita proprio lì é Spirits di Rebecca Horn che attinge dalla tradizione napoletana del Cimitero delle Fontanelle e delle capuzzelle.

Proprio da uno dei teschi (“capuzzelle”) del famoso cimitero napoletano ha ricavato, in ghisa, le riproduzioni collocate nella sua sala al Madre, sorvolate da cerchi di neon illuminati d’una luce color madreperla ed installando degli specchi dinanzi ogni teschio. Lo scopo di Rebecca Horn è suscitare negli spettatori la sensazione di assistere ad un fenomeno di continuità, di procurare l’idea d’una vita che neanche la morte conclude dal momento che la rende partecipe dell’eternità. Inoltre, l’installazione attira lo spettatore a specchiarsi, non dimenticando che al di là dello specchio, della bellezza e della vita si andrà incontro tutti allo stesso destino. A tratti inquietante, ma anche ricco di fascino per le luci e le ombre che si susseguono nella sala accompagnati da una soffusa melodia.

spirits di Rebecca Horn

Il più delle volte, osservando le opere contemporanee, oseremo peccare di presunzione ostentando il fatto di poter, chiunque di noi, realizzare determinate opere. Eppure il merito, il rispetto e l’importanza di quell’opera o quell’artista – come nel caso di Rebecca Horn – sta nel fatto di essere stato il primo, di essere l’unico. Ecco perché è considerata opera d’arte!

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