Ieri ho assistito allo spettacolo Tony Pagoda – Ritorno in Italia, interpretato dall’attrice Iaia Forte, accompagnata da una frizzante Francesca Montanino.
Prima di addentrarmi nella recensione dello spettacolo, lasciatemi spendere due parole sulla location: la pièce si è tenuta al Piccolo Bellini, un piccolo teatro nel teatro. Non ci ero mai stata prima d’ora e da amante delle sale intime e calde mi ha piacevolmente sorpresa. Le volte in stucco decorato, le sedie di velluto e le locandine alle pareti danno la sensazione di aver ingaggiato degli attori per una rappresentazione in una casa privata, un po’ come si soleva fare negli antichi palazzi nobili qualche secolo fa. Ambienti intimi e raccolti aiutano l’immedesimazione e il coinvolgimento e sono perfette per monologhi o spettacoli dove la scenografia è minimal. Scelta perfetta per far esibire Tony Pagoda 😉
Ma adesso torniamo dello spettacolo: Iaia Forte fa una scommessa su sé stessa e sul testo, Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino. Il libro del regista trasuda virilità da ogni riga, è quindi davvero difficile immaginare una donna calarsi in un universo diametralmente opposto a quello in cui è abituata muoversi. Non è questione di genere, non è questione di biologia.
Interpretare la gestualità e la weltanschauung di Tony Pagoda (alter ego del Tony Pisapia del celebre film L’uomo in più), un uomo napoletano di mezza età che fa i conti con i primi segni del declino professionale e personale, non è certo facile, tutt’altro!
Il desiderio di mettersi in gioco in questo difficile ruolo rende apprezzabile la performance di Iaia Forte, soprattutto nell’essersi cimentata anche con la difficile cadenza napoletana, l’accento è in questo caso assolutamente funzionale alla resa del personaggio.
Lo spettacolo si concentra su uno dei primi capitoli del romanzo: Tony Pagoda dopo un trionfale concerto al Radio City Music Hall dove ha incontrato l’intramontabile Frank Sinatra, si ritrova a cantare ad un classico concertone di Capodanno ad Ascoli Piceno e lì, dopo la mezzanotte, incontra Anto (una bravissima quanto autoironica Francesca Montanino) che tra fiumi di champagne e una decadenza post-modernista della borghesia (elemento caro a Sorrentino, che gli è valso l’Oscar per La Grande Bellezza) dà a Tony il LA per parlare di tanti temi tra cui quello della seduzione.
60 minuti scorrevoli e nel complesso godibili che introducono un personaggio molto complesso, che sotto la scorza di superficialità nasconde un animo sensibile e, in senso lato, “femminile”.
La stessa Iaia ha dichiarato a proposito:
Questo cantante cocainomane, disperato e vitale – perché, spiega l’attrice – è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un’ “armonia perduta”.
Il teatro è sperimentazione, è mettersi in gioco e in questo credo che Iaia Forte abbia vinto la sua scommessa con sé stessa, divertendo il pubblico e regalandoci un personaggio “feticcio” di Sorrentino in una chiave del tutto inedita!