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TDOR – Transgender Day Of Remembrance

di Elisabetta Cristofaro

Lo scorso 20 novembre si è celebrato il TDOR, acronimo di Transgender Day Of Remembrance, una giornata dedicata alla commemorazione persone transessuali (e non solo) che hanno perso la vita a causa dell’intolleranza e della più brutale discriminazione. L’evento ha avuto inizio grazie a Gwendolyn Ann Smith, attivista transgender che, per ricordare l’efferato assassinio di Rita Hester, realizzò il progetto web “Remembering Our Dead” ossia una veglia a lume di candela nella città di San Francisco. Dal 1999 l’evento è divenuto virale, infatti, ogni anno il 20 Novembre si ripetono commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo. Forse nel nostro paese l’evento non fa notizia e sembra non essere conosciuto da gran parte delle persone poiché siamo il secondo paese in Europa, subito dopo la Turchia, per numero di omicidi di persone transessuali.

Probabilmente i dati agghiaccianti riguardo la morte di persone transessuali è determinata da una forte chiusura e ignoranza verso il mondo di queste persone ed è per combattere questi fenomeni che esistono giornate come il Transgender Day of Remembrance.

transgender day of remembrance

Le persone transessuali hanno la mente “intrappolata” in corpo del sesso opposto, come afferma lo psicoterapeuta Di Ceglie. I transessualismi riguardano questioni relative l’identità di genere ossia il riconoscimento di sè nel genere maschile o femminile indipendentemente la connotazione biologica del corpo. Sempre più il mondo scientifico sveste i transessualismi dalla copertura psicopatologica che gli è sempre stata attribuita. L’universo transessuale mette in crisi le categorie bidirezionali di genere a cui siamo abituati e forse per questo ci si avvicina con difficoltà a e timore verso queste persone.

Probabilmente le persone transessuali sono il gruppo sociale che più di ogni altro è vittima di discriminazioni. A queste persone viene negato ogni tipo di diritto relegandole ai margini più infimi del tessuto sociale. Gran parte di queste persone, ad esempio, non possono ottenere o svolgere anche i lavori più umili e, spesso senza sostegno familiare, sociale e istituzionale, sono costrette a vendere il proprio corpo esponendosi a qualsiasi tipo di rischio.

Transgender day of Remembrance

Nascere transessuali non implica avere una perversa predisposizione alla prostituzione. La transfobia è molto profonda e ben radicata e sembra essere anche più complicata da affrontare. L’apertura verso queste persone implica fare un grosso lavoro per mettere da parte gran parte e categorie mentali con ci hanno abituati a leggere il mondo, ma non per questo le uniche e vere. L’educazione alla diversità, nel periodo storico in cui viviamo, diventa sempre più difficile ma non per questo impossibile. A volte affacciarci nel dolore altrui ci crea troppa sofferenza e forse non tutti lo farebbero ma il rispetto per il dolore e le difficoltà dell’altro è uno sforzo che si può e si deve fare.

Il rispetto non è ignorare queste persone ma è accettarle per quello che sono.

Non possiamo negare alle persone transessuali di essere ciò che sono.

La loro espressione di sé non danneggia la società ma può essere solo arricchimento e un mettere in luce nuove sfumature dell’essere umano. Vi lascio con un video che spero ci aiuti a riflettere.

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