Rendere il più abbondante e il più facilmente reperibile rifiuto organico una fonte di energia. Se pensate che si tratti di uno scherzo dovrete ricredervi a breve perché la pipì (sì, avete capito bene) potrebbe diventare il carburante perfetto per ricaricare i dispositivi tecnologici di nuova generazione. I ricercatori del Bristol Robotic Laboratory, in collaborazione con l’università del West of England e l’ università di Bristol, hanno ideato la prima batteria che utilizza l’urina per estrarre zuccheri e produrre energia.
Il progetto della conversione dei rifiuti in energia si proietta a sostenere i robot che rientrano nella categoria degli EcoBot III, macchine “ecologiche” che anziché estrarre energie da combustibile fossile o da pile/batterie, impiegano come fonte di sostentamento i rifiuti organici, escrementi compresi. La validità del progetto è testimoniata dal fatto che ha subito conquistato l’attenzione e soprattutto i finanziamenti del padre della Microsoft, Bill Gates, e della sua fondazione Bill e Melinda Gates Foundation.
Ma prima di spiegarvi il funzionamento di questi automi del futuro è necessario rispondere al quesito: cosa diavolo sono questi EcoBot III? Si tratta di robot già funzionanti da circa un decennio, frutto di un progetto cominciato nel 2002 ad opera dei ricercatori dell’università di Bristol ed evolutosi negli anni. La terza versione dispone di celle a combustibile microbiche che riescono a trasformare in energia rifiuti organici di qualsiasi genere.
A differenza, infatti, dei primi prototipi che erano in grado di utilizzare solo zucchero e residui di frutta, crostacei e insetti morti, l’ultimo modello può impiegare davvero di tutto, dal terreno all’acqua sporca alle scorie di animali e uomini. Alla base del loro funzionamento vi sono i microbi, piccoli essere viventi che si nutrono e si riproducono e che digerendo i rifiuti li trasformano in energia pronto all’uso. Il prodotto di tale meccanismo di digestione è elettricità impiegata per l’autosostentamento e una piccola quantità di scorie inutilizzabile. A rigor di logica dunque, questi cyborg potrebbero funzionare all’infinito o comunque finché i microbi al loro interno saranno in grado di sopravvivere e di trovare rifiuti da digerire. Attenzione, però, a non immaginare questi robot come degli umanoidi; non è infatti contemplata alcuna capacità relazionale ma il loro impiego in ambito domestico potrebbe rivelarsi rivoluzionario: immaginate di poter raccogliere tutti i rifiuti prodotti in famiglia e invece di riversarli nei soliti cassonetti di trasformarli in energia pulita e sempre disponibile. Insomma, se fino a dieci minuti fa credevate che la pipì fosse solo uno scarto inutile del nostro organismo, forse state per ricredervi.
Chi di voi non si è mai ritrovato a maledire il proprio smartphone quando si scarica impietosamente nel momento di massimo bisogno? Beh, pare che in un futuro non troppo lontano sarà possibile utilizzare l’urina per ricaricare la batteria del cellulare. E’ stato scoperto che con appena 0,2 ml di pipì si può generare una tensione di circa 1,5 volt per un’alimentazione massima di 1,5 mW, ma sperimentando nuovi materiali con ogni probabilità sarà possibile ottenere risultati ancora più soddisfacenti. Il progetto era stato inizialmente sviluppato per essere applicato a metodiche di diagnostica per la salute, ma non c’è dubbio che i risvolti commerciali, e non solo, della batteria a urina sono notevoli.
Insomma è proprio vero: l’ energia è dentro di noi!