In Italia, è innegabile, il caffè è un bisogno primario; in qualche città (leggesi Napoli) è addirittura un rito religioso! Tutti lo bevono e tutti ne sentono, almeno una volta al giorno, la necessità. In fondo na tazzulella ‘e cafè, non può far che bene! Potremmo dire che in Italia esistono 50 sfumature di caffè: ce ne sono di tutti i tipi, dal semplice espresso, al caffè napoletano fino alle varianti sul tema come un “normalissimo” macchiato in tazza calda con latte freddo.
Ma dentro questa tazzina cosa ci sarà di così attraente?
I più risponderanno: il sapore! Qualcuno però, tra i più informati, potrebbe anche aggiungere: fa anche bene alla salute! Ebbene sì, il caffè preso nelle giuste quantità può davvero essere utile al nostro organismo grazie alle sue proprietà. Di certo però non va dimenticato che un suo abuso ha certamente degli effetti negativi.
Come tutti sappiamo, la caffeina è l’alcaloide che fornisce quasi tutti i benefici del caffè.
Scientificamente, la caffeina è in grado di bloccare l’azione dell’adenosina e stimolare la produzione di dopamina. In pratica, ciò si traduce in effetti positivi su: umore, tempo di reazione, memoria e molte funzioni cognitive. Proprio a dimostrazione di ciò, un interessante studio scientifico del 2011, condotto dal dott. Lucas ed i suoi collaboratori (Coffee, Caffeine, and Risk of Depression Among Women), ha dimostrato che le donne che bevono due o più tazze di caffè al giorno vanno meno in contro a depressione. Altri studi hanno inoltre riscontrato effetti protettivi della caffeina nel Morbo di Parkinson, in particolare con l’assunzione di una tazza di caffè americano al giorno. Ovviamente non aspettatevi che bevendo caffè si è privi di rischi, ma in una piccola parte si è protetti dal rischio di sviluppare tale patologia.
E nello sport? Molti atleti prima di un grande sforzo fisico o nel corso di gare di lunga durata fanno uso di bibite ricche di caffeina. Ciò non è un caso. Infatti la caffeina, assunta nelle ore subito prima l’attività fisica, è anche in grado di ridurre il senso di fatica e, quindi, migliorare la resistenza allo stesso (Institute for Scientific information on Coffee).
Dibattuto è anche l’utilizzo del caffè in caso di mal di testa. Importante però è sottolineare che la caffeina, grazie ai suoi effetti sul sistema vascolare e sulla modulazione di importanti neurotrasmettitori, è utilizzata anche in ambito farmacologico in combinazione con altri principi attivi come il paracetamolo (noto a tutti con la famosa Tachipirina) e l’acido acetil-salicidico (Aspirina). I suoi effetti sembrerebbero infatti favorire una più rapida risoluzione della cefalea ed alleviare anche fastidiosi sintomi associati alle nevralgie.
A questo punto, però, oltre ai benefici del caffè è necessario elencare anche gli effetti negativi della caffeina (e quindi anche del caffè). Tra questi ricordiamo:
• leggero aumento della pressione arteriosa
• eccitabilità
• insonnia
• tachicardia
• aumentata secrezione gastrica (per qualcuno utile in fase di digestione ma certamente da evitare quindi nei pazienti con ulcera o gastrite)
Su tutti questi effetti lo stile di vita influisce in maniera considerevole. Infatti un consumo abituale di alcool e fumo ed una vita ricca di stress amplificano gli effetti negativi del caffè! Importante è anche sottolineare come, anche in ambito sanitario, i luoghi comuni sul caffè siano tanti. Basti pensare che spesso il caffè viene erroneamente proibito ai cardiopatici ed in particolare capita che il caffè venga totalmente eliminato dalla dieta di tutti i pazienti che soffrono di un qualsivoglia tipo di aritmia. L’Institute for Scientific Information on Coffee, però, dopo una recente revisione della letteratura scientifica sul rapporto tra il consumo di caffè e le aritmie, ha dichiarato che un moderato consumo di caffeina (3-5 tazzine al giorno) non aumenterebbe l’incidenza di aritmia. Inoltre, lo Scottish Health Study di Brown e co. ha concluso che non esiste relazione fra assunzione di caffè e patologie coronariche, altro caso in cui spesso si casca nell’errore di vietare l’assunzione totale di caffè.
Infine, per una corretta educazione alla salute e all’alimentazione, per le donne, è bene sapere che la caffeina ha la capacità di venir trasmessa attraverso il latte materno al neonato. Quindi, nel periodo dell’allattamento, è consigliabile evitare un abuso di sostanze ad alto contenuto di caffeina così da evitare di trasferire la stessa al neonato e risparmiare allo stesso gli effetti eccitanti.
E poi diciamocelo: per il lavoro il caffè è l’elemento chiave di ogni pausa (oltre che il pretesto ideale)!