Nel mio articolo vi parlerò dei fiori di Van Gogh. Quale miglior modo, infatti, ora che le ondate di freddo sembrano averci abbandonato, di celebrare al meglio la stagione primaverile con i colori e le sfumature dei fiori? Si sa che per chi soffre di allergia stagionale i fiori non cono consigliatissimi, ma nonostante qualche starnuto e un po’ di congestione nasale, almeno io non posso proprio esimermi dall’annusarli e dal guardarli: sono il soggetto più bello della primavera, a parer mio.
Stavolta, però, riusciremo di gran lunga a tenere a bada gli starnuti, perché quello di cui parlerò sono sì dei fiori, ma in pittura e, precisamente, quelli nelle opere del grande artista olandese, ovvero i fiori di Van Gogh.
Il nome di Van Gogh è indissolubilmente legato ai girasoli, fiori a proposito dei quali lui stesso scrisse al fratello Theo:
“Il girasole è mio, in un certo senso”.
Il Vaso con i girasoli venne dipinto nell’agosto del 1888 e i protagonisti di questo dipinto sono i girasoli della Provenza che resteranno da lì in poi indissolubilmente legati alla figura del pittore. L’opera faceva parte di una serie di dodici quadri tutti aventi lo stesso soggetto. Nelle sue lettere all’amico Bernard, Van Gogh scrisse più volte di voler decorare lo studio della sua “Casa Gialla” ad Arles, ed anche la camera degli ospiti con dipinti di girasoli: ciò rappresentava per il pittore una specie di omaggio alla tanto amata arte giapponese, poiché l’uso di adornare le pareti di una casa con pannelli dipinti faceva parte della tradizione di quel popolo.
Van Gogh aveva il desiderio di raggiungere, con queste opere, effetti simili a quelli realizzati per le vetrate delle chiede gotiche. Nel Vaso con i girasoli vi è la spiccata e frenetica esaltazione di quel colore giallo che ossessionava il pittore. Tale esaltazione era dovuta anche all’utilizzo di una tecnica nuova di stendere il colore, detta “ad impasto solido”, sperimentata già da Manet. La tecnica prevedeva il prelievo di una grossa quantità di colore con il pennello, applicandolo con una tale energia sulla tela da lasciare grumi di vernice su entrambi i lati di ogni pennellata. Infatti nonostante ad una prima analisi lo sfondo giallo appaia uniforme, in realtà ha una consistenza molto insolita, fatta da spesse pennellate di colore orizzontali e verticali che si intersecano come in un cesto di vimini. I fiori sono rappresentati attraverso tocchi veloci di colore che acquistano così personalità e vitalità.
Vincent ammirava particolarmente i pittori che dipingevano fiori molto più di altri soggetti e pensava di essere riuscito ad emularli con i suoi Girasoli. Al fratello Theo scriveva:
“Tu sai che Jeannin ha la peonia, che Quast ha la malva rosa, ma io ho il girasole […] se a quarant’anni dipingo i ritratti come i fiori sarò all’altezza di ogni altro artista”.
La serie dei quadri con i girasoli erano non solo collegati alla Casa Gialla, sua abitazione nel periodo di vita ad Arles, ma anche alla sua amicizia con il pittore Paul Gauguin, grande ammiratore dei girasoli di Van Gogh, a cui quindi l’olandese volle dedicare l’intera serie.
Ramo di mandorlo in fiore è un dipinto realizzato a Saint Rémy nel 1890 e regalato a Theo Van Gogh e alla moglie Johanna Bonger per la nascita del loro figlioletto, di nome Vincent Willem. Van Gogh scelse i rami di mandorlo come simbolo di vita e perché era uno dei primi alberi in fiore che annunciava la primavera. Di sicuro anche in questo caso fu ispirato dalle stampe floreali giapponesi.
Nell’estate 2015 il Metropolitan, colosso museale di New York, in occasione del 125esimo anniversario della morte di Vincent Van Gogh, decise di omaggiarlo con una mostra molto particolare e preziosa. Van Gogh: Irises and Roses era il titolo della mostra avente come soggetto una serie di dipinti a tema floreale realizzata dall’artista negli ultimi anni della sua vita. Le quattro opere, due composizioni di iris e due di rose, provenivano dal Van Gogh Museum di Amsterdam, la National Gallery of Art di Washington e lo stesso Metropolitan. Concepiti come un prosieguo dei suoi Girasoli dipinti anni prima ad Arles, i quattro capolavori testimoniano lo straordinario uso del colore da parte di Van Gogh e l’evoluzione del suo stile pittorico, lasciando i colori decisi degli esordi ad una cromia più soffusa.
Adoro i colori di questi dipinti e i tocchi fugaci del pennello che donano tridimensionalità ai soggetti. Rendono realistici i fiori dandogli vera e propria vitalità. Nonostante i miei dipinti preferiti non sono i fiori di Van Gogh, ma rimarranno sempre Notte Stellata e Notte Stellata sul Rodano, è pazzesco pensare come un tale artista, in vita, riuscì a vendere solo uno dei suoi quadri…. e diventare, come molti dopo la morte, un vero genio con valutazioni per le sue opere che salgono alle stelle.