Chi di voi non vorrebbe essere libero di dormire quanto e quando vuole? Ecco perché I want to sleep free! State certi, dopo aver letto questo articolo dormirete sonni più tranquilli 😉
Mentre dormiamo, cosa accade che ci permette di recuperare le forze fisiche e mentali?
Durante il sonno il nostro fisico è letteralmente messo a riposo. Certo, questa vi potrà sembrare una affermazione banale: è visibile a tutti che il corpo è completamente fermo. Ma oltre a questa stasi motoria, nel corso del sonno diminuiscono pian piano la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e, cosa non da poco, il nostro metabolismo. Diciamo che siamo quasi in uno stato di semi-ibernazione, dove i nostri processi fisiologici rallentano all’unisono.
Cosa ancor più interessante, però, è quel che accade a livello cerebrale: il sistema nervoso avvia veri e propri processi di pulizia dalla spazzatura accumulata durante il giorno. Le cellule gliali (le più accreditate da recenti studi) riducono la loro dimensione lasciando maggiore spazio al sistema linfatico (lo spazzino del nostro organismo). Da notare che quando siamo svegli tale sistema occupa circa il 5% del volume cerebrale. Di notte, invece, questa percentuale sale fino al 20%. Quindi chi dorme poco accumula “spazzatura” e rimuoverla, a lungo andare, risulta davvero difficile. Ecco perché, dopo che per qualche giorno abbiamo ripetutamente perso ore di sonno, ci risulta spontaneo affermare: “devo recuperare le ore di sonno”. Sigrid Veasey, ricercatore del Center for Sleep and Circadian Neurobiology of Pennsylvania, ha dimostrato che se il deficit di sonno è cronico, il metabolismo cerebrale subisce danni gravi ed alcuni neuroni degenerano. Quindi dormite!
Perché prima di addormentarci avvertiamo quegli sgradevoli spasmi muscolari e la frequentissima sensazione di cadere?
Gli spasmi muscolari, che spesso sopraggiungono nel periodo sonno/veglia, nel gergo scientifico sono chiamati scosse ipniche. Queste sono delle mioclonie (brevi ed involontarie contrazioni di un muscolo o di un gruppo di muscoli) che, verificatisi a bassa frequenza, sono assolutamente benigne. Tale sensazione può aumentare in particolari situazioni, come: assunzione di sostanze stimolanti (es. caffeina), intensa attività fisica e stress emotivo. Quindi, nelle ore subito prima di andare a letto, evitate che si verifichino tali circostanze. Una piccola curiosità: anche il singhiozzo è una mioclonia, che però è a carico del diaframma.
Molto affascinate è, invece, la spiegazione della sensazione di cadere: nel passaggio dalla veglia al sonno, gradualmente tutti i nostri muscoli iniziano a perdere la propria tonicità. Questo stato di completo “relax” (causato dall’assenza di tonicità e dall’arresto dei segnali sensitivi) viene percepito dal cervello come una situazione di pericolo a cui reagisce con un sussulto. Accade così che nel momento di percepire il vuoto, la persona rivive nel sonno un’esperienza già vissuta durante la veglia, come per esempio la perdita di un sostegno.
Quanto deve durare un pisolino pomeridiano? Aiuta davvero a sentirsi meglio, oppure è solo un lusso da pelandroni?
Il pisolino pomeridiano sembra essere un atto spontaneo, suscitato dalla semplice sensazione di sonnolenza post prandiale, ma la verità è che la “siesta” sottostà a vere e proprie regole che è bene seguire se non si vuole compromettere le bontà del ben più importante sonno notturno.
Prima di tutto: quando? Il pisolino va fatto tra le 13 e le 15, non prima, non dopo. Infatti questa fascia oraria corrisponde alla circadiana fase in cui la vigilanza e l’attività intellettuale calano “fisiologicamente”.
Altrettanto importante è il: quanto? Il pisolino deve durare circa 15 minuti (alcuni studi hanno dimostrato che la durata perfetta è di 13 minuti, ma di certo non possiamo cronometrare con esattezza la nostra pennichella). Questo, infatti, è il tempo che corrisponde alla fase del sonno leggero, che è quello che permette di recuperare le forze e la freschezza mentale e, cosa fondamentale, non lascia quella brutta sensazione di prolungata sonnolenza che accompagna chi “riposa troppo” di pomeriggio.
Ma soprattutto: perché? Studi dimostrano che il sonno è alla base di alcuni processi mnemonici come l’acquisizione, il consolidamento e la memoria selettiva (quella che permette al cervello di liberarsi dei dettagli insignificanti). Quindi il riposino va assolutamente consigliato agli studenti, soprattutto sotto esame. Nessuno potrà chiamarvi pelandroni!
Ovviamente vale sempre il detto: “chi dorme , non piglia pesci“. Quindi dormire sì, ma esagerare no. Rischiereste di perdervi troppo di questo mondo che davvero corre troppo ed in cui spesso vorrei urlare: I WANT TO SLEEP FREE!
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[…] È necessario; ma non meno importante è la quantità. Cerca di dormire mai meno di 7 ore a notte, evitare cattive abitudini (tipo andare a letto troppo tardi, utilizzare cellulari e tablet prima di dormire, mangiare cibi pesanti la sera. […]
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