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Sui binari della cultura al Museo di Pietrarsa

by Angelo Capasso

Quando mi avevano proposto di visitare il Museo di Pietrarsa, l’idea di un’intera mostra dedicata a carrozze e locomotive mi era sembrata allettante quanto sfogliare un catalogo di tendine per il bagno. Fatto strano, tra l’altro, visto che tutt’oggi treni e metro sono i mezzi di trasporto che preferisco per spostarmi in città. Forse non avranno il volatile fascino di una mongolfiera o il romanticismo intrinseco di una barca a vela, ma sono sicuramente più pratici, e decisamente più alla portata delle tasche del cittadino medio.

Eppure, sarà perché spesso mi perdo in quel moto uniformemente accelerato capace di trasformare paesaggi insignificanti in una pinacoteca mobile di ritratti impressionisti; o perché, deviato da serie tv e sitcom, segretamente nutro l’idea che le anime gemelle si incontrino in una stazione ferroviaria di periferia, covavo la convinzione – che poi si è rivelata totalmente infondata – che i treni avrebbero potuto generare in me stupore fintanto che sarebbero rimasti ancorati ai binari dell’illusione (e dell’ignoranza). Credevo che una visita condita di nozioni ingegneristiche e di aneddoti storici sui meccanismi della locomozione, non sarebbe stata in grado di generare in me nessuna emozione e, anzi, che una volta svelato il trucco sulla magia che li fa muovere, il gioco di prestigio non sarebbe più stato in grado di incantare.museo di pietrarsa portici

E, invece, incanto è l’espressione che più userei per indicare quello che mi ha suscitato aver girato per il Museo di Pietrarsa, accompagnato da amici curiosi e da una guida appassionata quanto competente, rapito da quel misto di storia e scienza che si è rivelato essere quel complesso di capannoni affacciato sul mare.

Quando si arriva a San Giovanni a Teduccio e si imbocca finalmente il vicolo giusto con l’accesso al museo (il mio consiglio è di ignorare le direttive del navigatore e affidarvi all’intuito!), si viene immediatamente catapultati in uno spazio museale davvero inusuale. Già solo l’ingresso sembra preannunciarlo, dal momento che per accedere alla struttura si deve superare un passaggio a livello e attraversare dei binari. Ad avallare questa prima impressione ci penserà poi la location che, di per sé, meriterebbe questa gita fuori porta (che per i napoletani è davvero una visita dietro l’angolo).

Pietrarsa si trova infatti incastrata tra Portici, San Giovanni a Teduccio e San Giorno a Cremano, edificata sulle rocce bianche che la lava del Vesuvio arse nell’eruzione del 1631 e trasformò, appunto, in pietra arsa. Dopo che le “locomotive sorelleBayard e Vesuvio inaugurarono nel regno di Napoli il primo tratto ferroviario d’Italia (oltre settemila metri che permettevano di andare da Portici a Napoli in dieci minuti), fu qui che il re Ferdinando II di Borbone scelse di istituire un opificio con l’obiettivo di incrementare lo sviluppo ferroviario del paese.
museo di pietrarsaA Pietrarsa ha avuto dunque origine la storia delle ferrovie italiane e, dopo 170 anni di vicende che hanno visto succedersi prima uno sviluppo progressivo dell’attività e poi un immeritato declino, in occasione dei 150 anni delle ferrovie italiane si scelse di trasformare l’opificio in disuso in un Museo Nazionale Ferroviario. Così, dopo essere stata la culla dell’ingegneria ferroviaria del paese,  il museo di Pietrarsa oggi propone ai suoi visitatori un viaggio nel tempo tra le locomotive e i vagoni che hanno unito l’Italia dal 1839 ai nostri giorni: dalle prime locomotive a vapore saturo (come la 875) a quelle a vapore surriscaldato (come la locomotiva 640) fino alle prime locomotive diesel, dalla prima Bayard di legno ai velocissimi e criticati treni dell’Alta Velocità, Pietrarsa è diventata una “bacheca” dei modelli che hanno attraversato le rotaie del Belpaese.

Museo di Pietrarsa trenoMa non solo bulloni e rodiggi sono oggetto d’esposizione del museo. Come i treni si propongo di unire città e culture, il museo di Pietrarsa si propone di fare cultura a 360 gradi, ospitando manifestazioni come il Napoli Teatro Festival o Il genio del bene, mostra dedicata al genio versatile di Leonardo Da Vinci e alle opere del suo “multiforme ingegno“. Il Maggio dei Monumenti, promosso dal Comune di Napoli, rappresenta l’occasione ideale per visitare il museo, visto che ogni fine settimana saranno organizzate visite guidate a tema .

Merita una menzione quella del 23 maggio, durante la quale ci sarà Un treno per le stelle, giornata durante la quale il museo sarà aperto eccezionalmente dalle 9 alle ore 23 per regalare agli ospiti l’esperienza di ammirare gli astri con un’apposita strumentazione che sarà predisposta nell’anfiteatro. Il biglietto sarà acquistabile il giorno stesso dell’evento, presso la biglietteria oppure online sul sito. Il costo, di € 8,00 per gli adulti e di € 6,00 per i minorenni, include la visita guidata del complesso museale, l’ingresso alla mostra su Leonardo e la partecipazione all’evento serale dedicato all’astronomia.

Se anche voi siete tra i pendolari che hanno maledetto le ferrovie dello stato per gli incommensurabili ritardi in attesa di intercity che meriterebbero di essere appellati Godot, per poi ritrovarvi costipati in fetide carrozze e incastrati in un soffocante tetris umano, forse un tour al museo di Pietrarsa potrà farvi riscoprire la bellezza e il valore che un treno racchiude quando c’è qualcuno che crede in loro.
treno ritorno a futuro

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